Castiglioncello ieri   

1944 - Dalle ville, un giro in campagna per rifornimento alimentare (Arch. Caracciolo Turner) 1950 - A fine settembre ripartono i proprietari delle tante ville.  (Arch. Caracciolo Turner) 1953 - In piazza della Vittoria con l'uovo gigante. 
(Arch. Caracciolo Turner) 1953 - Fra i primi lavori del dopoguerra via Fucini asfaltata. A sx il distributore ed il garage dei Ciucchi. Anni '50 - La Baracchina a punta Righini aperta nel 1945 dai Panicucci
 

La grande tragedia è alle spalle. Ritornano segnali di normalità e ottimismo.

Foto 2 - Partenza! Magari con auto un po' datate come in questo caso. La Lancia Augusta è del 1933, prima auto con carrozzeria portante, ma sempre in ottimo stato anche se sovraccarica. Un’infinità di bagagli. Quando le famiglie partivano per la villeggiatura, portavano con loro l’intera casa. Le abitazioni al mare erano attrezzate come quelle di città: pianoforte, tappeti, in più lo sport: racchette da tennis, canne da pesca e tanti libri. Il soggiorno iniziava ad inizio giugno fino a fine settembre e poi la casa restava ai custodi, di solito una famiglia locale.
                     1955 - Via Fucini ed il commercio ambulante
Castiglioncello e più propriamente la sua via Fucini è divenuta a poco a poco la mecca dei rivenditori ambulanti. A decine e decine tutti giorni, non escluse le domeniche, bancarelle che vendono gli oggetti più disparati: dai profumi, ai costumi, alle pantofole, agli utensili di cucina, si piazzano ai due lati di questa via, che è nel cuore del paese, fin dal primo sorgere del sole (ed il solo ora si alza presto) per l'accaparramento dei posti migliori, per i quali nascono spesso discussioni che svegliano quanti hanno la sfortuna di abitare in questa via, sollevando le loro giuste proteste. Arriva l'ora del mercato, le massaie, i compratori occasionali arrivano e si trovano fra una ridda di ombrelloni, baldacchini, tende e tendine, poste a difesa dai raggi del sole delle bancarelle, che nascondono la visuale di quegli esercizi che hanno una sede fissa alle volte anche dignitosa, lungo via Fucini, che vi stanno tutto l'anno e che pagano pazientemente tutte le tasse nonché le turistiche, in attesa di quei due o tre mesi di stagione che dovrebbe compensare il lungo periodo di semi attività della stagione morta. E' logico tutto questo? Non è per spirito di polemica che scriviamo, ma semplicemente a difesa degli interessi commerciali di Castiglioncello. Noi ignoriamo la legislazione che regola il commercio ambulante, ma riteniamo che essa dipenda in massima parte da regolamenti di polizia urbana, emanati dall'amministrazione comunale ed infatti vediamo che nella vicina frazione di Rosignano Solvay, per non danneggiare il commercio locale è stato disposto che il mercato sia tenuto un giorno solo una settimana ed in determinate ore. Perché due pesi e due misure? Non possiamo pretendere che le guardie comunali siano alle quattro del mattino a regolare il posteggio, ma chiediamo al sindaco se egli ritiene logico che a quell'ora venga disturbata la pubblica quiete. Così pure ci permettiamo chiedergli se egli intenda logico e diciamo pure corretto, che un qualunque ambulante piovuto occasionalmente da chissà dove, con un ombrellone o con una tenda che da lunghi mesi data la siccità, non conosce l'acqua, copra la visuale dei negozi che stanno a decoro del paese, che venga così anche seminascosto l'ufficio postale e telegrafico e se è lecito che un arrochito autoparlante gracidi per ore intere fino a stordire il vicinato. Sono tutte domande sig. sindaco che richiedono una risposta, ma non per iscritto, ma con qualche opportuno provvedimento dell'amministrazione comunale e soprattutto sollecito perché siamo già alla seconda metà di luglio...
(ELLEPI La Nazione)
                                                 
Quella "Baracchina" famosa per il cacciucco
Sulla Punta Righini di Castiglioncello, proprio dove attraccavano, all'inizio del secolo, gli zavorranti a vela che venivano da Livorno a caricare la pietra, sorge un piccolo ristorante rinomato specialmente per il cacciucco. Era il 1946 quando Piero Panicucci (detto Piero del Palaini dal soprannome del babbo) e la sorella Olga (che già prima della guerra aiutava gli zii al bar della Capanna dello Zio Tom al Quercetano) ebbero l'idea, invero un po' strampalata, di piazzare una piccola baracca di legno sugli scogli poco sopra il livello del mare. Da lì controllavano i pochi, ma esclusivi clienti a cui sistemavano gli ombrelloni sul piccolo piazzale. Era nata la "Baracchina". Non c'era né luce né acqua ed i rifornimenti arrivavano per mezzo di una carriola che veniva caricata all'Ausonia, ogni mattina, di stanghe di ghiaccio, qualche bibita e una damigiana d'acqua. Qualche cliente di buon aspetto suggerì la possibilità di poter organizzare, di tanto in tanto, una tavolata. Il primo cacciucco fu preparato in via Livorno, dove i Panicucci abitavano, e col solito mezzo di locomozione portato, in grosse pentole, alla Baracchina. Il successo fu immediato e l'operazione spesso ripetuta per la gran gioia dei commensali. Nel 1960 arrivò il permesso di erigere una piccola costruzione per il bar e la cucina e la terrazza fu ingrandita. Arrivarono anche la luce e l'acqua e i piatti a base di pesce del primo ristorante sul mare di Castiglioncello non arrivavano più dalla cucina di via Livorno per una clientela sempre più affezionata. Personaggi della vita pubblica spesso sostarono ai tavoli sulla Punta Righini: da Gassman a Visconti, dai D'Amico a Mastroianni, da Panelli a Bice Valori alle sorelle Kessler e tanti altri ancora. Alberto Sordi amava girare tra i tegami della cucina per assaggiare ogni tipo di pietanza. Giovanni Spadolini, quando era Direttore del Resto del Carlino di Bologna,spesso cenava alla Baracchina da cui dettava, per telefono, gli articoli per il giornale, chiedendo solo insalata mista e pane abbrustolito, ma assaggiando, poi, un po' di tutto. Anni dopo diventato Senatore della Repubblica, tornò alla Baracchina e andò a curiosare in cucina. Quando vide il telefono esclamò: "Sono contento che il mio telefono sia ancora al suo posto". Qui, con la brezza di maestro a raffrescare la pelle e l'odore del mare a sollecitare le narici, un bel piatto di pasta ai lupicante o di cacciucco può allietare il palato più raffinato. Nativo di Castiglioncello, ma attualmente residente a Milano, Giorgio Marianelli ha uno studio dove si occupa di edilizia, interni, grafica e design, una materia che insegna in istituti specializzati. Innamorato della sua città natale, insieme a Claudio Castaldi ha scritto numerosi libri dedicati proprio alla Perla.
Giorgio Marianelli LA STORIA 13 giugno 1997.

 

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