Il Fascio di Castiglioncello fu costituito il 21 aprile 1921,
sotto la Segreteria Politica di Ciniro Poteschi e la Segreteria
Amministrativa di Serafino Alisi. Il Fascio di Castiglioncello
non ebbe tuttavia una lunga vita.
A fine agosto 1922, con l’intervento del Tenente Ulisse Igliori,
mutilato durante la Grande Guerra e decorato con la Medaglia
d’Oro al Valor Militare e di Umberto Lelli, delegato della
Federazione Provinciale Pisana, il Fascio di Castiglioncello
venne sciolto “per epurarlo degli elementi infidi e nocivi al
Fascio stesso”.
Dopo una seria ed attenta revisione delle domande di ammissione,
fu ricostituita la Sezione del PNF e si procedette seduta stante
alla nomina del nuovo Direttorio.
Dopo di che vennero espulsi, con unanime approvazione, per
indisciplina ed indegnita’ di appartenere al Fascio i Signori
Serafino Alisi, Ilari e Alberto Faccenda.
(Da G.A. Chiurco, Storia della Rivoluzione Fascista 1919-1922,
Volume III Anno 1921, Vallecchi, Firenze, 1929)
1929
-
La casa del Littorio
Un
gioiello del genere, all'ingresso della pineta. La notizia
dell'avvenimento ha vasta risonanza. Compare infatti, al
centro della prima pagina della edizione del lunedi de «Il
Telegrafo», un vistoso titolo su due righe: «La casa del Littorio a Castiglioncello solennemente
inaugurata dal Ministro Ciano».
Questo
l'articolo in versione integrale:
«E
stata inaugurata ieri, domenica 21 luglio 1929, la Casa del
Littorio di Castiglioncello, fermamente voluta dai dirigenti
e dalla cittadinanza. L'elegante palazzina, in stile
greco-romano, progettata dall'architetto livornese Fosco Cioni,
comprende anche un piccolo Parco della Rimembranza che è
stato realizzato dall'artista decoratore Mario Cerri».
«Sul
retro della piacevole costruzione vi è un'arena capace di
cinquecento posti a sedere, abbellita da ampie gradinate,
sormontate da decorazioni di grandi fasci littori, arena che
tornerà particolarmente comoda per le
manifestazioni
anche a carattere ricreativo e cinematografico, che vi
verranno indette».
«Reduce
dalla visita al Santuario di Montenero, S.E. Costanzo Ciano,
accompagnato dal Prefetto e dal Podestà di Livorno nonché da
altre autorità, è stato accolto dal segretario
politico
del Fascio di Castiglioncello dott. Probo Magrini, dal
segretario amministrativo dott. Aldo Coscera, e dai componenti
del Direttorio cav. Ugo Galluzzi, Ranieri Ghignola, Giuseppe
Bini e Stefano Galli».
«All'ingresso
dell'edificio si è fatta incontro al ministro la mascotte
delle Piccole Italiane della località Lina Michetti (insieme
alla segretaria del Fascio Femminile Nella Montagnani) che ha
consegnato all'illustre ospite, con frasi appropriate, un
gran mazzo di fiori. S.E. Costanzo Ciano ha ringraziato
caldamente prima di pronunciare il discorso ufficiale,
lungamente applaudito».
Fin
qui la notizia. Gran festa, clima esultante va aggiunto, per
un'opera di particolare funzionalità e di ben marcato
risalto, capace di suscitare non solo l'interesse della
popolazione, ma anche i consensi dei villeggianti. Non si
fanno pregare, infatti, i grandi nomi della schiera degli
ospiti castiglioncellesi per complimentarsi con i gerarchi
locali e segnatamente con il Segretario del Fascio,
infervorato e raggiante per la felicissima conclusione delle
sue fatiche. Costo complessivo dell'opera 400.000 lire, non
poco per quei tempi.
Breve sintesi ricavate da "Quaderni di
storia" di Celati - Gattini.
L'arena venne usata fin dai primi tempi
per le proiezioni cinematografiche
estive, ma importante fu anche
l'attività teatrale.
Lo scrittore,
regista teatrale e sceneggiatore Corrado Pavolini,
fu il vivace e
infaticabile animatore dell’attività teatrale castiglioncellese
essendosi dedicato all’allestimento degli spettacoli nell’Arena,
almeno per tutti gli anni ‘30 e ‘40, aiutato dagli amici
musicisti Nino Rota, Mario Castelnuovo-Tedesco e Mario Labroca.
In questo senso, Castiglioncello deve molto all’Arena
Littorio, il teatro all’aperto nella Pineta Marradi. Forse oggi
passandovi davanti conviene soffermarsi un attimo e liberare
l'immaginazione...
Carattere e cultura nelle scuole - Ministero della Guerra
- 1935 - XIII
1. - L’ ufficiale dev'essere sopratutto un Comandante,
cioè un uomo di azione.
Doti precipue del comandante: forza di carattere e fiducia in se
stesso; doti che - istintive in alcuni - occorre coltivare in
tutti nelle scuole militari.
2. - La scuola ha un duplice compito: educativo e
culturale - il primo mira a formare il carattere, il
secondo la mente: il primo è indubbiamente assai più importante
del secondo.
3. - Nel campo educativo occorre:
a) - curare, sopratutto, quanto contribuisce a rafforzare il
carattere e la fede in sé stessi,
istillando nei giovani la convinzione che non è degno del
comando chi non sente l’orgoglio e la gioia della
responsabilità;
b) - tener presente che «mens sana in corpore sano» -
Perciò dare sviluppo all’educazione fisica per
formare giovani sani che possano, in ogni circostanza di tempo e
di luogo, dedicare tutte le loro energie di mente e di cuore ai
fini militari;
c) - istillare nei giovani il culto per la Patria fascista, di
cui la sacra Persona del RE è il simbolo; il DUCE, il sicuro
realizzatore della sua potenza;
d) - educare la gioventù alla scuola dell’audacia, al movimento,
alla lotta, allo sprezzo del pericolo e, nello stesso tempo, a
quella ponderatezza indispensabile per valutare, affrontare e
vincere ogni difficoltà. Occorre perciò tenacia di propositi e
saggio impiego dei mezzi e delle energie di cui si dispone; non
spendere subito tutto, ma avere una riserva che consenta di
insistere e persistere. Insegnare che la riserva non è
un'economia da tenere inerte, ma un capitale da spendere al
momento opportuno;
e) - abituare la mente alla rapida analisi, seguita da una
sintesi stringata ed immediata. Un'acuta analisi non deve
pregiudicare l’azione, ma deciderla. La sintesi, per noi
soldati, si traduce in un ordine;
f) - educare il giovane al più spiccato senso di lealtà e di
cameratismo, al disprezzo verso chi, per interesse personale,
maschera o deforma la verità, tradisce il camerata;
g) - preferire chi pecca per esuberanza a chi, per quietismo o
per tema di responsabilità, nulla rischia e resta indeciso od
assente. Il giovane senza fede ne entusiasmo, anche se colto e
intelligente, non serve a nulla, non rende nulla.
4. - Nel campo della cultura occorre:
a) - dare la precedenza a ciò che, nel tempo stesso, istruisce
ed educa;
b) - appassionare i giovani allo studio concreto, solido,
redditizio; rifuggire perciò da quella cultura pesante, esosa,
prettamente scolastica, che si perde in elucubrazioni e perciò
non si addice all’uomo di azione;
e) alleggerire la cultura generale a vantaggio di quella
militare;
d) esigere che i giovani, nello studio dei vari problemi,
sappiano discernerne i concetti fondamentali per assimilarne lo
spirito;
e) abilitare gli allievi al ragionamento semplice, chiaro,
convincente; chi svolge un tema qualsiasi, più che preoccuparsi
dell’esposizione arida e minuta di dati e di fatti - il che si
traduce in uno sforzo mnemonico inutile - deve mettere in
evidenza la ragione dei fatti stessi per trarne insegnamenti;
f) insistere perché il giovane, nello studio delle varie
questioni, si abitui ad impostarle con un metodo, il
quale implica, innanzi tutto di fissare in modo chiaro e preciso
lo scopo per poi, concretare un piano inteso a
determinare mezzi e modalità di azione per raggiungerlo.
Scopo, chiaro; mezzi, adeguati (eccessi e
deficienze sono dannosi); modalità, semplici; in guerra
riesce solo quello che è semplice;
g) creare l’avversione per i parolai; abituare tutti ad
esprimere il proprio pensiero in forma piana, chiara, incisiva,
efficace, con periodo breve, stile telegrafico, quale si addice
all’uomo di azione.
***
Quanto ho detto non rappresenta nulla di nuovo; è la sintesi di
un indirizzo che, già in atto, trova nelle scuole l’ambiente
idoneo per poterlo seguire con spirito di sempre maggiore
comprensione e tenace volontà.
Comandanti, maestri ed allievi devono convincersi che non è
tanto il sapere che si richiede, quanto il saper
operare. - La cultura affina il senso operativo, donde la
sua necessità. Sul campo di battaglia saper operare deve
tradursi nel sapere colpire l’avversario per procurargli
il maggior danno possibile.
***
Allo scopo di tradurre in disposizioni concrete i concetti sopra
esposti, prescrivo:
- il punto di attitudine militare avrà, ora innanzi, il
coefficiente 20 anziché 10;
- nello stabilire tale punto, si terrà essenzialmente conto
delle seguenti doti:
- senso di disciplina e spirito di sacrifizio;
- forza di carattere; lealtà e tenacia;
- ardimento, amore della responsabilità;
- spirito d’iniziativa, prontezza di decisione.
***
lL
SOTTOSEGRETARIO DI STATO PER LA GUERRA, GENERALE FEDERICO
BAISTROCCHI
Deputato al Parlamento
MINISTERO DELLA GUERRA
Roma, 12 aprile 1935-XIII
OGGETTO: Carattere e cultura nelle scuole.
N. 46/31 di prot.
Al comando del corpo di S. M.;
Ai comandi di corpo d'armata;
Ai comandi di divisione di fanteria e celeri;
Ai comandi delle scuole;
e per conoscenza:
Ai comandi designati d’armata;
Agli ispettorati d’arma.
1945 - Il C.L.N. chiede al
Comune l'uso della Casa del Fascio per Farne la Casa del Popolo.
22-aprile-1945 - Al Sig. Sindaco del Comune di Rosignano M.o. -
Oggetto: Fabbricato ex Casa del Fascio.
Si prega voler cortesemente concedere a questo C.L.N. l'uso
temporaneo del fabbricato ex Casa del Fascio sito nella pineta
di Castiglioncello, non appena verrà derequisito dalle FF.AA. E'
intenzione di questo C.L.N. insediare nel locale su citato, la
sede del C.L.N. stesso e quelle degli enti educativi sindacali e
dei partiti politici locali allo scopo di dare vita alla "Casa
del Popolo" per il popolo di Castiglioncello. Ringraziamenti e
saluti. Il Presidente.
1945 - La risposta del
sindaco Dardini.
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