Castiglioncello oggi |
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Il piccolo Museo Archeologico Nazionale in via del Museo. Oltre 1.200 reperti: cinerari, ceramiche, oggetti in bronzo, armi dalle tombe maschili, gioielli, specchi e oggetti da toilette, femminili. |
Riapre
al pubblico dopo quasi quarant’anni il Museo archeologico
nazionale di Castiglioncello. Voluto da Luigi Adriano Milani,
nonno di Don Lorenzo Milani, il museo fu inaugurato nel 1916 con
alcune migliaia di reperti etruschi provenienti dagli stessi
scavi di Castiglioncello, curati dall’allora Soprintendente alle
antichità dell’Etruria. Chiuso dagli anni Settanta, il museo
riaprirà il 26 luglio 2008 come fiore all’occhiello della
manifestazione regionale “Notti dell’archeologia”, che si svolge
da mercoledì al 27 luglio con eventi in parchi e musei
archeologici di tutta la Toscana. Restaurato dalla
Soprintendenza archeologica e dal Comune di Rosignano, entro due
anni riaprirà con l’allestimento definitivo. Infatti, è al
centro dell’attenzione regionale come esempio precoce di
decentramento museale, realizzato all’inizio del secolo. Fu
anomalo per l’epoca che un uomo di istituzioni come era Milani,
direttore del Regio Museo archeologico di Firenze, decidesse di
lasciare qui il materiale di scavo trovato in loco, ma la sua
scelta contribuì a valorizzare la vocazione turistica della
cittadina nascente, visto Castiglioncello stava diventando un
centro di villeggiatura nel quale il museo costituiva meta di
attrazione. Per avere i soldi e costruirlo, bussò a tutte le
porte, litigò con il Ministero, infine aprì una sottoscrizione
col comune e ne mise anche di tasca propria. Milani scomparve
nel 1914 e non poté assistere all’inaugurazione del museo nel
1916. La struttura divenne Museo Nazionale nel dopoguerra, restò
attiva fino al 1970 con vicende alterne per chiudere nel 1972
perchè ritenuto "indifendibile".
Dalla fine degli anni Novanta la Soprintendenza ha recuperato
l’edificio in accordo col Comune, con fondi ministeriali e
europei.
RIAPRE IN VIA DEFINITIVA IL
MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI CASTIGLIONCELLO Realizzato agli inizi del secolo scorso dal Soprintendente alle Antichità dell’Etruria, Luigi Adriano Milani, per accogliere i numerosi corredi tombali venuti alla luce nel corso delle campagne di scavo da lui condotte a Castiglioncello e chiuso, per difficoltà di gestione, agli inizi degli anni '70, il Museo Archeologico Nazionale di Castiglioncello ha riaperto in via definitiva, andando ad accogliere proprio gli oltre 1.200 reperti che originariamente erano ospitati nella struttura. Autore di due ampie campagne di scavo governative, Milani rinvenne oltre 350 tombe, databili tra la fine del IV e gli inizi del I secolo a.C., e si battè strenuamente per la costruzione del piccolo, ma innovativo Museo che riuscì ad erigere su un terreno donato a tale scopo dal barone Patrone, grazie ad una sottoscrizione cui lui stesso aveva contribuito. Esempio pionieristico di decentramento in un’epoca caratterizzata dall’accentramento nei grandi musei, il Museo di Castiglioncello da un lato rappresenta la memoria storica dell’archeologia di questo territorio, dall’altro si inserisce pienamente in quella congerie culturale di fine secolo che rese Castiglioncello meta ambita di personaggi del mondo della letteratura, dell’arte, della cultura e in seguito, del cinema, dandogli quei caratteri di unicità che ancora oggi la connotano e che devono essere preservati. Sono stati gli sforzi congiunti della Soprintendenza e del Comune, sostenuti dalla Regione Toscana, a permettere il restauro ed il riallestimento del Museo di Castiglioncello finalmente restituito in via definitiva alla comunità. All’interno del Museo è stato creato un sistema di scaffalature sopra alle quali saranno esposti i reperti. |
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