Vada il faro |
Il tunnel delle Secche di Vada a - 38m. |
Il Tunnel delle Secche di Vada Risalendo il territorio continentale verso nord il primo affioramento roccioso che incontriamo è quello delle Secche di Vada, un bassofondo roccioso segnalato dal Faro a 7,5 km dalla Punta del Tesorino, località più prossima al litorale nella carta Mar Tirreno. Dal punto di vista morfologico queste secche formano un vasto promontorio sommerso sul prolungamento della piana di Vada; il fondale non supera generalmente i -20 m e giunge quasi ad emergere nelle vicinanze del faro, circa 10 km ad occidente di Vada. Il raccordo con la piattaforma circostante (sui lati nord, ovest) avviene intorno all’isobata dei -60 m con un pendio rettilineo assai ben individuabile. Sul corpo delle secche sono state riconosciute delle zone morfologiche isopiche da terra verso il largo e cioè (secondo la denominazione dei pescatori locali): i Catini o fondo con depressioni subcircolari; gli Spartiti caratterizzati da affioramento di rocce stratificate; le Ricadute o piccole scarpate collegate a costruzioni biogeniche del Coralligeno; i Cigli o scarpate maggiori delimitanti i bordi delle secche. La zona interna delle secche, da circa 2 km dal Faro fino a circa 1 km dal litorale è coperta da un’ampia prateria a posidonia impiantata su mattes. Con lo studio geologico è stato riconosciuto che al fondo a catini corrisponde un substrato di Panchina del Tirreniano (= Pleistocene sup. marino), mentre agli spartiti corrispondono affioramenti di un Flysc calcareo marnoso del Cretacico sup. (Aiello et al., 1982; Bicchielli et al. 2010), secondo quanto rappresentato nello stereogramma di figura 3. Il Tunnel delle Secche di Vada - Alla profondità di circa 38 metri in direzione ovest, probabilmente sulla linea di faglia su rocce dell’alberese, si apre un ampio ingresso che attraverso un tunnel per circa 10 metri guadagna l’uscita. L’ambiente è tipicamente in penombra, ma la visibilità è buona. Il pavimento è costituito da sabbia organogena e il soffitto è coperto da Parazoanthus. Le biocenosi sono quindi quelle caratteristiche dei tunnel passanti. All’ingresso fa la guardia un “lupo” (Hommarus gammarus). (Da TALP n° 41 Rivista della Federazione Speleologica Toscana) |
Vada la torre, il porto, il fanale |
Torna alla copertina |