Vada/il faro dal 1865 al 1959  
La 'Gabbia', primo fanale a traliccio in acciaio costruito sulla scogliera artificiale nel 1865  e sostituito nel 1959  (Arch. Graziano Lambardi) Il fanale nel 1948, più basso, ma identico al fanale della Meloria nella foto piccola del 1902 
(Arch. Caracciolo Turner) Il fanale a traliccio costruito sulla scogliera artificiale (Arch.P.Pagnini) 1920 - Gita al fanale Sotto la 'gabbia' nel 1936  (Arch. C.d.Frazione Vada) Anni '57-58 - Al fanale con i barchini
 
  La "Gabbia", primo fanale a traliccio in acciaio costruito sulla scogliera artificiale (1865/1959) 
  
1278 Venne costruito il primo faro di mare, o Fanale, come oggi viene chiamato, doveva essere solo una segnalazione diurna.
1865 A 4,5 miglia (~ 8 km) dalla punta del Tesorino la Regia Marina costruisce su una scogliera riportata, il Fanale delle secche con un traliccio metallico a sezione ottagonale e due stanzette ad uso del fanalista. 
1922 Entra in servizio l'accensione automatica del faro attivo ormai da 57 anni ed ormai in pessime condizioni e finisce la vigilanza di due fanalisti con turni di 15 giorni ciascuno. Funziona con azionamento meccanico sotto la sorveglianza di una torpediniera della Capitaneria di Livorno e di La Spezia per assicurarne il regolare funzionamento.
1959 Il vecchio faro delle secche, a traliccio detto "La gabbia" viene sostituito dall'attuale in cemento, ma è già automatico dal 1922 come scritto sopra. E' dotato di una lampada LABI da 100 Watt che emette due lampi bianchi ogni 10 secondi della portata di 12 miglia nautiche. La torre, che è stata restaurata tra il 2007 e il 2008, presenta alla sua sommità la lanterna metallica affiancata dai pannelli fotovoltaici che alimentano l'infrastruttura.
                              Il corallo delle secche di Vada
Nel 1700 Livorno fu un importante mercato e centro di lavorazione del corallo, del quale in novembre si teneva una fiera per la vendita, sebbene la pesca vera e propria venisse esercitata, anche in questo caso soprattutto da pescatori forestieri (napoletani, liguri, corsi), nei banchi di Corsica e di Sardegna. Conosciuti, anche se pochissimo sfruttati, furono i piccoli banchi corrispondenti ai «cigli» meridionali delle Secche della Meloria e delle Secche di Vada. Un tentativo di sfruttamento di questi ultimi fu eseguito dall’impresa del marchese Ginori al tempo della costruzione del suo palazzo a Marina di Cecina (1739).
(Da: "Il Capitanato Nuovo di Livorno" di Renzo Mazzanti)
3 giugno 1913 - Scrive brevemente "Il Telegrafo": "Il fanalista Roberto Vittori di cinquanta anni, mentre pescava su uno scoglio del fanale, cade battendo la testa. Soccorso dai familiari veniva trasbordato sulla torpediniera 98 S accorsa al comando del capitano Ardisson e trasportato all'ospedale di Livorno ove giungeva cadavere".
Negli anni 50 con i barchini messi a disposizione dalla Barcaccina di Catarsi, si facevano gare a premi dalla spiaggia fino al faro. Da queste gare partì lo spunto, da parte di un gruppo di giovani locali, per la creazione del Circolo Nautico, nato nel 1968 grazie a Vincenzo Catarsi (primo presidente) e ad altri appassionati della vela fra i quali Trento Paladini, Erberto Paola, Alessandro Silva, che dettero avvio al Circolo tuttora esistente che ha ereditato il logo originale disegnato dallo scomparso Franco Cagnoni. Nel 1988 altri cittadini e soci decisero rilanciare l’attività del Circolo Nautico Vadese rifondandolo per trovare una soluzione organizzativa e razionalizzare lo specchio acqueo divenuto insufficiente, ottenendo un'area di circa 12.000 mq. in cui sono stati predisposti circa 220 ormeggi attualmente a disposizione dei Soci.

Vada la torre, il porto, il fanale