Vada la torre
La Torre Faro terra

  La torre era assai angusta, nonostante la sua mole, ed aveva spazi appena sufficienti al presidio militare, al guardiano del faro e a tenervi qualche pezzo di artiglieria. Nel 1300 la luce di questo antico faro proveniva dall'accensione di un fuoco sopra la Torre, ottenuto bruciando fascine di legna.
Nel 1303 ai Capitani di Vada e Livorno la repubblica pisana  proibì di accendere qualunque altro fuoco di notte, da Vada a bocca d'Arno, perché i naviganti non potessero equivocare con la luce del faro.

Nel 1800 l'attività della Torre Faro risulta migliorata, in quanto cominciò a funzionare a carburo, che sprigionava luce dall'acetilene limpida e chiara. Secondo le informazioni avute dal signor Bruno Quintavalle, ultimo fanalista, furono impiantati due gasometri dove ogni sera si recava un addetto all'accensione che preparava 12 tazzine in cui poneva dei pozzetti di carburo; poi regolava l'acqua che gocciolava da beccucci collegati a dei tubicini. Ogni faro doveva avere delle caratteristiche particolari e modi propri per comunicare ai naviganti la localizzazione della secca. Anni '40. Fu proprio per installare un faro di maggiore portata che nel 1948-49 venne demolito l'originale tetto a padiglione, oggi ricostruito dopo un'accurata opera di restauro.
La Torre-Faro terra ebbe fin dal secolo scorso i suoi fanalisti che vi presero alloggio con la propria famiglia in una parte della torre adibita a loro appartamento. Una piccola scala stretta e interminabile da accesso a quella che era l'abitazione del fanalista, posta all'ultimo piano e costituita da quattro vani ristrutturati: una bella sala, una cucina e due camere.  

I I fanalisti non furono molti. Il primo fanalista fu il nonno di Tito Neri. Ci piace ricordare Teofilo Lauretani che era il fanalista titolare della Torre dove abitava con la famiglia. Brav'uomo, corpulento, con l'andamento calmo e tentennante, il suo dovere lo svolgeva in modo pignolo. Giovanni Quintavalle, padre dell'ultimo fanalista Bruno, il quale è stato una figura caratteristica di Vada. Nel 1967 il signor Giovanni andò in pensione e venne sostituito dal figlio, che vi restò con la sua famiglia fino al 1979, anno in cui il Faro mandò gli ultimi raggi della sua luce sostituita dal fanale di testa del pontile Solvada (17 luglio 1979). (Da:"Quaderni Vadesi")

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