IL CAMPO
SANTO
Giorno 7 ottobre 1850 l'ingegner Felice Francolini presenta al
Sovrintendente, cavalier Municchi, il bozzetto, corredato
dalla previsione delle spese necessarie, per la costruzione
del semplice piccolo Cimitero per la nuova comunità e il
giorno successivo il cavalier Municchi da il suo benestare.
La descrizione del Campo Santo
segue quella degli orti della canonica e completa la
presentazione della nuova chiesa:
"Nella medesima direzione di
ponente la detta strada del littorale conduce al Campo Santo,
cui si accede da una strada che diramasi dalla suddetta presso
il ponte delle Saracine.
Consiste il Campo Santo posto a circa 900 m. dalla chiesa, in
uno spazio di suolo della estensione di broccia quadrate
1600, recinto per ogni parte da muro, cui si ha l'ingresso da
un 'apertura decorata con pilastri in travertino e chiusa da
un cancello con architravatura di ferro. A capo di detto
recinto sorge una piccola cappella coperta da tettoia a
capanna e mattonata, nella quale si notano un piccolo altare
di materiale, due piccole finestre e la porta d'ingresso con
brachettone a cortina."
L'antico Cimitero, assai meno
esteso dell'attuale, misurava circa 544 metri quadrati. Padre
Francesco Meazzini, primo parroco di Vada, lo consacra con
solenne benedizione nel giorno 23 marzo 1851, per delegazione
del vescovo di Livorno, monsignor Gavi.
Con
"officinale" del giorno 8 maggio 1851 viene nominato il primo
becchino di questo cimitero, Sabatino Picchianti di Vada, al
quale vengono corrisposte annualmente 84 lire.
Il 30 marzo 1851 vi fu sepolto il primo defunto, Paoletti Maria Gelasia di
Leopoldo, di giorni due deceduta alle ore 9 del 30 marzo di detto anno.
Il Campo Santo verrà ampliato
nel 1939 e, successivamente, anche in tempi recenti.
Oggi vi si accede, da due cancelli di ferro. Esso è diviso in due reparti,
vecchio e nuovo. Nel primo reparto, oltre la Cappella principale, trovasi
quella della Famiglia Saggini Antonio, Barbieri, Repetto. Il monumento
venuto da Sestri Ponente (Savona) con la tomba Carlevaro, è una statua in
marmo di Carrara, pregevole opera dello scultore Roncallo, e rappresenta
il lavoro. La scultura fu trasferita a Vada da Sestri Ponente, insieme
alla salma di Emanuele Carlevaro (i cui figli sono dimoranti a Vada),
perché il camposanto di Sestri fu abolito per dar posto al Cantiere
Navale. Costruito per la Parrocchia, oggi non è più parrocchiale, ma
comunale.
(Sintesi da "Quaderni Vedesi" e "Vada nei secoli")
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