Le prime costruzioni
intorno alla nuova piazza
Il piano generale del paese seguiva un modulo architettonico
settecentesco, con la grande piazza come elemento centrale a rispettare
una futura espansione ed alla sua funzione di nodo viario previsto. Il
terreno su cui la piazza doveva sorgere fu preventivamente prosciugato,
rialzato e diviso in appropriate ubicazioni sulle quali costruire con
1’obbligo di seguire il disegno di progetto. Erano previste cinque
costruzioni iniziali poste sulle quattro direttrici: verso Livorno,
verso Cecina, verso la via Emilia e verso il porto. Nel 1850 fu
costruita la porzione est dai Conti fratelli Fabbri al nord della
piazza. Nel 1862-63 la parte nord-ovest: sempre dai Fabbri e venduta nel
1880 ai Bernini. Nello stesso periodo furono costruiti locali
sull'Aurelia, verso Livorno (Locanda Smith). Sempre dai fratelli Fabbri
fu fatto costruire un palazzo a tre piani all’angolo della piazza verso
la via della Torre detto lo “stradone” lato Livorno, quello che nel 1944
i tedeschi fecero saltare, ma che prima di allora era comunemente
chiamato “palazzo dei diavoli” per la turbolenza di chi vi abitava.
Al finire del 1846 i due terzi delle opere di bonifica previste per i
terreni fra Vada e Cecina erano praticamente ultimati.
(Da "Con Vada in quegli anni" di
Vinicio Bernini scaricabile dal sito) |