La piazza di Vada nasce compasso e righello, il 21 gennaio 1843...
21 gennaio 1843 - Il Granduca da all'ing.
Felice
Francolini
l'incarico di
progettare la piazza di
Vada oltre a
quello della chiesa e
canonica già
assegnatogli il 7 settembre dell'anno precedente.
- Il 24 aprile 1843, Francolini invia al Soprintendente alle Regie
Possessioni una breve relazione corredata da disegno nella quale si legge:
"...Ho preso nuovamente in
esame la distribuzione dei fabbricati progettata per il nuovo villaggio di
Vada". La nuova ideazione, "assumendo per dato indeclinabile l'attuale
direzione delle tre vie principali", modifica la forma della piazza e delle
strade del circondario in modo da eliminare " i fuori squadra degli
allineamenti esterni "e dare una forma regolare alle preselle.
Il criterio fondamentale per la suddivisione dei terreni è quello di
"assicurare a ciascuna presella un tale spazio in cui potesse farsi una
buona casetta, senza restare incomodati dalle costruzioni del vicino ".
"....la lunghezza più comune delle preselle sulle vie in cui corrispondono è
fra le 25 e le 30 braccia, quindi capace di tre stanze perlomeno. Non
mancano però preselle di maggior fronte e sono nelle posizioni più pregevoli
alle quali è da prevedersi il concorso dei più facoltosi attendenti".
Per ogni abitazione è predisposta la terra per l'orto, immediatamente sul
retro della costruzione oppure a poca distanza.
- Il 23 maggio dello stesso
anno 1843, è un sabato, il granduca compie una perlustrazione in loco e
segna personalmente sul suolo gli spazi dove far sorgere chiesa e villaggio.
Sarà
finalmente la progettazione definitiva.
Un documento, diretto al Sovrano da parte della Soprintendenza generale alle
Regie Possessioni, illustra i disegni e la relazione
dell'ingegner Francolini.
"....La variazione arrecata nella conformazione del villaggio ha avuto causa
principalmente dalle tre seguenti condizioni.
I ) Dalla opportunità di costruire la nuova chiesa piuttosto che sul locale
dell'antico magazzino del sale, come era in primo tempo proposto, in testa
del villaggio, di fronte al grande stradone di tre miglia che qui viene
direttamente dalla strada regia Emilia, e, relativamente, in cima alla
piazza del nuovo villaggio.
2) Dalla convenienza di accrescere il numero delle preselle fabbricative
dalle N. 48, come già erano ripartite, fino a circa cento, tutte fornite di
competente spazio di terreno per uso d'orto.
3) Dalla congruità, ed amenità di fare attestare alla Piazza le tre grandi
vie che ivi fanno capo cioè il primo tratto della Regia del Littorale da
Livorno a Vada, che ivi arriva in una sola linea dal ponte della Fine, il
tratto di essa proseguente che in altra gran linea si conduce alla regia
Emilia presso le case di Colle-Mezzano, ed il nominato stradone di tre
miglia che quella nuova popolazione ha denominato Stradone dei poderi."
La relazione è accompagnata " dal disegno del nuovo villaggio semplicemente
tracciato in pianta " e da un "prospetto estimativo del nostro sotto
ispettor Marchi", che preventiva in lire 16.724 e 84 centesimi la spesa per
"preparare la piattaforma, aprire i fossi di scolo, costruire i nuovi
ponticelli e comporre, massicciare, e guarnire di zannelle le strade, e
piazza del nuovo villaggio ".
Qualora i progetti sottoposti "alla suprema saviezza " del Sovrano
"venissero onorati della sua approvazione" si
richiede che i fondi per le spese, a carico della Regia tesoreria, ossia
dello stato, vengano messi a disposizione tramite la Cassa della Regia
Dogana di Livorno con un piano di stanziamento in due anni "da qui a tutto
ottobre 1845 "
Infine, nello stesso documento, viene dato consiglio al granduca di
ritardare la pubblicazione del concorso per l'assegnazione delle preselle
fabbricative del villaggio "...fino a che non fosser avanzati i lavori della
spianata, delimitata la piazza e le strade, staccati dal suolo i muri della
chiesa e canonica, cioè plesso a poco fino al futuro marzo..... " (ossia al
marzo 1844)
La risposta arriva il 13 dicembre dello
stesso 1843, da parte della reale Segreteria delle Finanze: il granduca ha
"abbracciato" le disposizioni proposte e con un "veneratissimo dispaccio"
dello stesso giorno 13 dicembre, ha disposto l'erogazione dei fondi
richiesti...
Nello stesso documento...viene data informazione che "Sua
Altezza Imperiale e Reale è nella clemente disposizione di accordare
gratuitamente le preselle fabbricative con i rispettivi orti pel nuovo
villaggio di Vada, salve le opportune cautele da prescriversi per
l'osservanza delle condizioni che saranno imposte ai concessionari".
Vada nasce secondo un disegno ancora oggi perfettamente leggibile, ispirato
da schemi ereditati dall'architettura settecentesca che fa della grandissima
piazza l'elemento generatore del paese e della ricerca pianamente geometrica
l'elemento ispiratore che governa la suddivisione del suolo e la creazione
di nuovi spazi. Nel disegno definitivo i 5 corpi di edifici (non più 6, come
progettato nella primissima proposta), si addensano intorno alla piazza che
nel progetto originario misurava 220 metri per 166 metri, mentre oggi misura
255 metri per 145 metri circa. Essa ha l'asse maggiore perpendicolare al
mare al quale il paese volge le spalle, quasi a sottolineare la sua natura
di punto di aggregazione per gli insediamenti umani sparsi nelle campagne e
luogo di convergenza di strade che sembrano risolvere i loro percorsi nella
vastità della piazza stessa.
Secondo le disposizioni granducali che abbiamo visto, i terreni intorno alla
piazza, che sono i più ambiti, vengono concessi gratuitamente. Sono
assegnati preferibilmente a quei possidenti livellari delle campagne
dell'antica Tenuta, che si sono distinti nella cura delle coltivazioni e nel
miglioramento dei fondi, come il Fabbri, concessionario insieme ad altro
possidente di 24 lotti, per ben 540 saccate, pari a 273 ettari. I1 Fabbri
nel 1847 costruisce "all'ingresso del paesetto una grande casa a tre piani"
Tuttavia la costruzione del paese progredisce lentamente. Così, quando dal
1854 al 1855 il Padule viene finalmente prosciugato col metodo del
sollevamento meccanico delle acque mediante una idrovora a vapore. La
zona bonificata viene concessa in piccoli appezzamenti con l'obbligo per i
concessionari "della costruzione di una casa su quello che è destinato a
diventare e diventerà il piazzale della borgata di Vada".
Intorno al 1860 il panorama della piana di Vada si è trasformato
radicalmente e la sua identità è prevalentemente agricola...
E' un paesaggio completamente nuovo costruito secondo ritmi che riconoscono
nella regolarità e nella simmetria un modo di vedere il territorio e di
trasformarlo a misura d'uomo. La lezione di armonia che la civiltà toscana
ha ricevuto dal Rinascimento e ha interiorizzato a tal punto da essere
un'esigenza naturale, traspare anche in questa sorta di "architettura
dilatata" che è il paesaggio agricolo, che pur rispondendo innanzitutto a
scopi pratici e produttivi, non sfugge al bisogno di ricerca estetica,
perseguita con naturalezza anche dai tecnici delle allivellazioni e della
fondazione di Vada. E' in segreto del fascino tranquillo e accogliente che
ancora oggi questa zona riesce a comunicare.
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