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                  Questo 
      fabbricato era un mulino e ha dato il nome alla località posta subito a 
      Nord della Mazzanta, area di recente 
      urbanizzazione situata al confine con il Comune di Cecina. L'edificio, che 
      più tardi avrebbe ospitato il mulino, venne fatto costruire intorno alla 
      metà dell'Ottocento dal Governo Granducale dell'epoca per assolvere le 
      funzioni di "stalla" per i cavalli impegnati nel servizio postale lungo la 
      Marina (mediante la Strada del Littorale o 
      dei Cavalleggieri). L'immobile, fin dalla 
      sua origine, è sempre appartenuto agli Enti Demaniali i quali ne decisero 
      la sua riconversione prima in "Mulino con 
      due macine da grano" e poi in "Casa per la macchina idrovora" 
      probabilmente per soddisfare le crescenti richieste di farina da parte dei 
      mezzadri che con l'appoderamento della ex Tenuta della Mensa 
      arcivescovile, stavano colonizzando in gran numero il piano di Vada. Il 
      Catasto Fabbricati del 1876 lo censiva, con 
      una consistenza di piani 3 e vani 18, fra le proprietà del Demanio dello 
      Stato da questi passava poi (1888) al Consorzio per le bonifiche di Vada e
      Collemezzano. Testimonianze raccolte sul 
      posto ci informano che ai primi del Novecento la grande ciminiera del 
      mulino era ancora presente, ma tutta la struttura risultava abbandonata e 
      in precario stato di conservazione. Oggi l'unico elemento superstite 
      dell'opificio, recentemente ristrutturato e ancora ospitante l'idrovora è 
      rappresentato dal portone in legno che nel 1927 fu donato al nonno di 
      Giuliana Bensi il quale lo installò alla 
      porta di un magazzino dove ancora oggi si trova. La signora Bensi abita 
      ancora l'edificio vicino all'ex mulino. 
		(Da: Strade di pietra, vie d'acqua e 
      di vento di Giuseppe Milanesi e Roberto Branchetti)
		 
              
		Adunanza 28 luglio 1921 - I lavori di bonifica accollati all'avv. Zolli 
		non partono. 
		Il Presidente comunica infine che si è occupato delle 
		bonifiche a Vada affinché vengano eseguite a mezzo dei provvedimenti 
		straordinari del Governo di imminente pubblicazione e ne ha interessato 
		il Prefetto. 
		Il Consigliere Gotti ritiene che l'ostacolo principale sia l'avv. Zolli 
		il quale ha preso l'accollo, ma non si decide ad iniziare i lavori. Ad 
		esso si associa il Consigliere Saggini e ambedue presentano il seguente 
		ordine del giorno. 
                                                                        
		Il Consiglio 
		dopo aver costatato che da decenni si attende invano l'inizio dei lavori 
		della bonifica di Vada resasi sempre più urgente per l'accrescersi del 
		numero dei colpiti da febbri malariche. Riconoscendo che causa 
		principale del ritardo dell'inizio dei lavori è dovuto al fatto che le 
		bonifiche a Vada sono state accollate all'avv. Zolli il quale non da 
		nessun affidamento ne ora ne poi di volerla eseguire. 
                                                                          
		Delibera 
		a chiedere che le autorità governative dietro desiderio nostro, diano 
		allo Zolli il più breve termine possibile per l'inizio dei lavori e che 
		in caso diverso il lavoro delle bonifiche venga dato ad altra persona 
		che dia assicurazione dell'immediato inizio dei lavori i quali 
		occuperebbero un rilevante numero degli attuali disoccupati, facendo 
		così opera doppiamente meritoria. Nessuno domandando la parola l'ordine 
		suddetto viene posto all'ordine del giorno, quindi ai voti e viene 
		approvato all'unanimità per alzata e seduta. 
		
		  
              
		Adunanza 6 agosto 1923 – Bonifica di Vada - Interrogazione del 
		Consigliere Barbieri. 
		Il Consigliere Barbieri lamenta che da molti anni si parli della 
		bonifica del padule a Vada, ma che non si giunga mai a una conclusione. 
		Fa la storia delle ultime vicende del progetto e da infine notizia che 
		esso è stato rimandato dal Ministero al Genio Civile per alcune 
		correzioni. 
		Il Presidente narra di essersi occupato molto della questione e da vari 
		particolari in proposito non è contento che il progetto sia ritornato al 
		Genio Civile temendo che vi sia trattenuto molto tempo.  
		Il Consigliere Barbieri costatando che la bonifica è una necessità 
		locale e ha per fine anche un bene nazionale, propone il seguente ordine 
		del giorno: 
		                                    
		Il Consiglio Comunale di Rosignano M.mo 
		 
		considerando che trovasi da molto tempo presso l’on. Ministero il 
		progetto di bonifica del padule di Vada e che ancora non sono stati 
		iniziati i lavori, 
		Ritenuto che la loro esecuzione rappresenta il benessere di quelle 
		popolazioni, sia dal lato economico, sia da quello igienico, essendo 
		certi che la bonifica farà cessare il terribile flagello della malaria, 
		Ritenuto che la detta bonifica costituisca inoltre un interesse 
		nazionale di primo ordine perché mette in produzione una grande 
		estensione di terreno attualmente improduttivo, 
		Ritenuto che la spiaggia di Vada eliminato il pericolo della malaria può 
		divenire un luogo di incantevole villeggiatura data l’attraenza e la 
		comodità della spiaggia, 
		Attesochè nei lavori debbano essere compresi anche quelli della 
		adattabilità delle strade,  
		                                                  
		Fa voti 
		
		che 
		il Ministero Nazionale attui la promessa fatta molte volte e mai 
		mantenuta dai passati Ministeri e dia esecuzione alla bonifica in 
		parola, assumendosi totalmente la spesa e dando intanto ordine al Genio 
		Civile, affinché il progetto oggi ivi inviato per correzioni, venga 
		subito approntato. 
		
		
		  
		
      Ad inizio 2008 sono stati eseguiti 
		lavori di consolidamento del ponte in via dei Cavalleggeri. Si è 
		trattato di rifare il ponte che scavalca il fosso del Molino davanti 
		alla sede del Consorzio di Bonifica, che per larghezza e capacità di 
		carico, costituiva una strozzatura alla viabilità comunale nella zona 
		della Mazzanta. Di larghezza ridotta, il ponte non era in grado di 
		sopportare il carico dei camion che non potevano usarlo.  Il ponte 
		è stato demolito e ricostruito 
		con un costo di circa 
		230mila euro ed una 
		larghezza carrabile di 7 metri, più un marciapiede lato monte, 
		contenente al suo interno anche i servizi pubblici (acqua, luce, gas, 
		ecc.). L‘intervento ha 
		avuto anche lo scopo di decongestionare in estate la viabilità 
		litoranea, critica per la presenza degli stabilimenti balneari e 
		predisporre marciapiedi protetti per i pedoni, particolarmente numerosi 
		nella stagione estiva.  |