Le piccole terme (A)
Le piccole terme (A) si affacciavano ad Ovest sulla spiaggia e si
appoggiavano, ad Est, agli horrea. Si articolavano in ambienti di servizio
(fra cui i praefurnia/forni 1,2,3,6,12, con accessi esterni indipendenti)
e in vani a disposizione del frequentatori. Quelli riscaldati erano
caratterizzati da spessi pavimenti in cocciopesto sostenuti da colonnine
in mattoni quadrati (cm 22x22), alte cm 60 (2 piedi romani), che
permettevano la circolazione dell'aria calda proveniente dai forni; questa
saliva ai comignoli attraverso intercapedini realizzate con tegole (mammatae)
e/o attraverso tubuli in terracotta a sezione quadrangolare, che
foderavano le pareti. Il pubblico accedeva alle piccole terme da Est;
tramite il vano 9 degli horrea entrava in un portico (15) curvilineo,
affrescato, leggermente sopraelevato rispetto all'area scoperta, grosso
modo semicircolare, della palestra (16), pavimentata in opus signinum e
bordata ad Ovest da blocchi di panchina nei quali è incavato un canaletto
per convogliare l'acqua piovana in direzione del fognolo (17). Dalla
palestra si accedeva al vestibolo (9); qui, o nell'attiguo vano 11 (apodyterium:
spogliatoio) i clienti lasciavano gli effetti personali prima di iniziare
il percorso termale entrando nel vano 8 (laconicum/sudatio) che,
riscaldato dal forno 6, funzionava come una sauna. Da qui si passava nelle
stanze per le abluzioni con acqua tiepida (7: tepidarium) o calda (5:
caldarium), dove erano due vasche, murate lungo i lati Ovest e Nord,
servite dal serbatoio metallico per acqua (testudo) poggiato sul basamento
al centro dell'ambiente 1. Dopo il bagno caldo si tornava nel vestibolo
(9), per immergersi nella vasca di acqua fredda (1O:frigidarium) il cui
canaletto di deflusso, aperto verso Ovest, era regolato da un chiusino (cataracta).
Ad uso dei bagnanti era un altro vano (13), le cui successive, radicali
ristrutturazioni hanno obliterato le tracce della destinazione originaria.
Si tratta di un vasto ambiente, cui si accedeva tramite il probabile
apodyterium (11): qui i clienti potevano forse detergersi, ungersi,
sottoporsi a massaggi e poi, eventualmente, raggiungere il mare tramite
l'apertura ubicata sul lato Nord-Ovest. Nell'attigua abside (14), forse
non afferente alla fase edilizia originaria delle terme, doveva essere
ubicata una vasca. Nell'edificio sono evidenti ristrutturazioni e restauri
di cui possiamo individuare soltanto la cronologia relativa. E' certo uno
scambio di funzioni fra l'ambiente 8 e l'11: la sauna 8 cessa di essere
riscaldata dal praefurnium 6 quando lo spogliatoio 11 diviene un ambiente
riscaldato in seguito alla costruzione del praefurnium 12. Gli ambienti 3
e 4, che in origine erano probabilmente ripostigli o depositi, vennero
trasformati in epoca tardoantica in un grande praefurnium che riscaldava
il caldarium (5). L'edifìcio conserva resti di pavimentazione a mosaico e
rivestimenti in marmo (lunense o campigliese), in cui sono evidenti
"restauri" antichi, cioè la sostituzione di lastre marmoree con mattoni.
Nel complesso termale sono evidenti anche interventi di età medievale:
nell' ambiente 13 venne scavata una cavità cilindrica (cisterna?) profonda
m 1,50 circa, pavimentata con tegole fratte e rivestita di un intonaco
molto povero. La presenza di materiale concotto e vetrificato lungo le
pareti della struttura indica che essa successivamente venne utilizzata
come calcara: forni per la produzione di calce erano particolarmente
frequenti nelle aree ricche di materiale edilizio e, in particolare, negli
edifici abbandonati.
Dal fascicolo:
"Vada Volaterrana"
coordinamento scientifico della prof.ssa Marinella Pasquinucci |