TESORI ROMANI SOTTO IL
SERBATOIO DELL'ETILENE
Ma l’area è vietata agli scavi, a meno
che il serbatoio non traslochi.
Sotto il bombolone Solvay,
sotto i tubi che dalle navi portano l’etilene al pontile, perfino sotto il
parcheggio gestito da Nuovo Futuro ci sono strutture risalenti al I secolo
dopo Cristo. Ne è certa la professoressa Marinella Pasquinucci, direttrice
degli scavi di San Gaetano, visitati ieri dal sindaco Alessandro Nenci e
dall’assessore Alessandro Franchi, accompagnati da dirigenti e
responsabili di uffici comunali. Con loro la direttrice del museo
archeologico di Rosignano Marittimo Edina Regoli. La certezza della
presenza di reperti sotterranei sotto gli insediamenti industriali deriva
dai materiali affiorati dal terreno che riportavano a una costruzione
sepolta. Vada Volaterrana, infatti, si estendeva originariamente dalla
zona del bombolone dell’etilene fino, presumibilmente, all’area dove oggi
sorge la chiesa di Vada. Ma in quei siti, fatta eccezione per il
parcheggio, al momento non è possibile scavare. A meno che non vada in
porto l’attuazione del progetto del terminal del gas che vedrebbe il
trasferimento del bombolone nel perimetro Solvay. In quel caso le aree
dismesse potrebbero diventare zona di scavo. Pasquinucci tiene a precisare
che «se è stato possibile portare avanti questo lavoro dal 1982 è
soprattutto grazie all’impegno dell’amministrazione comunale e al
contributo della società Solvay che - prosegue - ci viene incontro
collaborando attivamente». Durante il sopralluogo ai presenti è stato
mostrato il macellum (il mercato), delle dimensioni di quello di Pompei.
Di questo rimangono solo le fondamenta, anche se è ben visibile una vasca.
Alle spalle del macellum è spuntata una struttura con tre absidi, sulla
quale non sono ancora stati fatti accertamenti. Non è chiaro a cosa
servisse; si vede che era finemente decorata (sono emersi frammenti di
colore e pigmenti, anche di lapislazzuli, molto ben conservati). La
risposta si avrà forse il prossimo anno, quando si auspica una nuova
campagna di scavo. Si pensa intanto a come valorizzare gli scavi da un
punto di vista sia educativo che turistico. «Il nostro sogno - dice ancora
Pasquinucci - sarebbe proprio realizzare in questa zona un parco
archeologico».
In contemporanea a San Gaetano si sta scavando a Pian dei Lupi. «Questa -
spiega Regoli - è la terza campagna che portiamo avanti. Termineremo anche
noi a fine settimana. Siamo sempre più convinti che quanto abbiamo trovato
è una necropoli aristocratica, con tombe disposte a circolo (quest’anno ne
abbiamo trovate venti). È un insediamento di riferimento e per come sono
messe le tombe pare che si volesse ribadire l’appartenenza a quel nucleo
familiare probabilmente vissuto tra l’inizio del terzo secolo e la fine
del secondo avanti Cristo». In una zona periferica sono disposte invece
altre tombe, non facenti parte di questa aristocrazia e forse appartenenti
alla servitù. Tra gli oggetti trovati quest’anno spiccano vasellame,
oggetti d’oro (soprattutto fermatrecce), armi (punte di lancia e spade) ed
uno specchio decorato. I reperti andranno al museo archeologico locale.
(Chiara
Giannini da Il Tirreno del 23/9/2005)
SCAVI 2011
Il
quartiere del porto romano i cui i resti sono riemersi
dai trentennali scavi di San Gaetano, potrebbe regalare
nuove incredibili sorprese. Ecco perché, ormai da anni,
l'attenzione di archeologi e ricercatori si concentra su
nuove aree da setacciare all'interno ma anche
all'esterno dell'attuale sito (240 metri per 120): non
solo quella dalle vecchie terme verso il mare, che già
ha consegnato utili indicazione all'equipe della
professoressa Marinella Pasquinucci. Ma anche quella a
sud dell'attuale insediamento, verso il vecchio ponte e
l'abitato del Villaggio Fanfani. Solo che, prima di
portare ruspe e palette tra i cortili delle case, i
ricercatori dell'università di Pisa aspettano gli esiti
di ulteriori sondaggi geologici e dei responsi
diagnostici. Intanto, però, la campagna di scavi 2010
che si chiude in questi giorni, ci consegna nuove
importanti scoperte che si aggiungono a quelle che -
negli anni - hanno portato alla luce con i due complessi
termali, l'horreum (magazzino), un pozzo del 1 sec. Dc
ed il canale di raccolta di acque piovane, anche una
serie di reperti. A partire dalle 2150 monete (solo 700
leggibili) dell'età repubblicana fino al tardo impero,
fino alla statua marmorea di Attis (antica divinità),
per non parlare di vasi, anfore, i resti di uno
splendido mosaico ed altri oggetti di alto valore
archeologico. Oggi Francesca, giovane ricercatrice
impegnata sul campo di S. Gaetano, ci mostra una spatola
in bronzo (senza manica d'osso) usata per mescolare le
essenze o truccarsi, un vago (pietra) in vetro di
collana, diverse tessere di mosaico,il resto di un
cucchiaio in vetro, un incensiere del secondo secolo dc
ed altri innumerevoli oggetti che, una volta esaminati e
catalogati - come ci conferma la prof. Marinella
Pasquinucci - verranno conservati nel museo archeologico
di Marittimo, diretto dalla dottoressa Edina Regoli.
Museo che già custodisce preziose testimonianze del sito
di San Gaetano, dell'antico porto etrusco di Volterra,
di un insediamento termale e un villaggio cresciuto a
margine delle banchine dove si commercializzavano ferro
e sale oltre al prezioso vasellame e i prodotti della
natura. Sito commerciale di strategica importanza di un
territorio, la bassa Val di Cecina che risente
dell'influenza di nobili famiglie romane pisane e
volterrane (i Rasini, i Caecinae), Vada Volaterrana
custodisce ancora - sotto terra - segreti tutti da
esplorare che saranno protagonisti delle prossime
campagne di scavo. Ne sono sicuri i ricercatori del team
della prof. Pasquinucci che in queste due settimane
hanno lavorato approfittando dei mezzi messi a
disposizione dall'aministrazione comunale, con la
collaborazione delle società Solvay ed Ineos
proprietarie di alcune aree (a poche decine di metri a
nord del sito c'è lo stoccaggio dell'etilene). E il
sindaco Alessandro Franchi, presente alla chiusura della
campagna 2011, conferma l'impegno di palazzo civico
affinché - nonostante le ristrettezze delle risorse a
disposizione - si continui a fare ricerca per
valorizzare un sito archeologico di indiscusso valore.
(Il
Tirreno 18 settembre 2011) |