Vadasullaia/Villa Graziani |
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Villa Graziani (originariamente villa Fabbri) oggi agriturismo, sulla via per Rosignano. L'elegante edificio dalle linee classiche ha finestre timpanate al prima piano e corpo centrale superiore arretrato e merlato. | ||
Fattoria
il Pino - L'origine di Villa Graziani è relativamente recente, ma non per
questo povera di fatti e cronache che rendono notevole la sua importanza
storico-artistica per la storia toscana e locale. La Mensa Arcivescovile
di Pisa fu proprietaria dei terreni attorno alla villa fino al 1835, anno
in cui venne stipulato un contratto di enfiteusi che fece passare la
competenza della Tenuta di Vada sotto l'amministrazione dello Stato
Granducale di Leopoldo II di Lorena. L'ufficio delle Regie Possessioni
emanò nel 1839 la Sovrana Risoluzione, con la quale fu esibito per
concorso l'allivellamento della Tenuta di Vada divisa in 127 preselle con
un area di 3552 saccate, attuando così il programma di bonifica della
Maremma settentrionale. Questo concorso fu vinto in gran parte dalle
famiglie locali più importanti, come i Mastiani-Brunacci, i Caputi ed i
Fabbri, nella figura dell'avvocato Gaetano, che diede il via alla
costruzione dell'omonima villa. La famiglia Fabbri si aggiudicò 24
preselle tra il maggio e il settembre del 1841, sulle quali si impegnò a
costruire 23 case, di cui una entro il mese di gennaio, tre entro il
maggio e 19 entro il settembre del 1843, oltre al dissodamento e alla
piantificazione dei terreni entro l'anno 1844, impegno che riuscì
addirittura a mantenere terminando le opere in anticipo rispetto ai tempi
stabiliti e facendo gridare al miracolo gli scettici della bonifica della
Tenuta di Vada. L'insieme di queste costruzioni formarono la Fattoria del
Pino. La costruzione della villa e degli annessi non avvenne in un unico
momento. Il corpo principale fu edificato tra il 1841 ed il 1842, la
sistemazione del "torrino" fu frutto di due interventi successivi del 1850
e del 1874. L'avvenimento è commemorato da una lapide posta sulla facciata
dell'edificio che reca il testo: QUESTO EDIFIZIO ERETTO L'ANNO 1850 / DA
GAETANO FABBRI / FU ACCRESCIUTO E ABBELLITO NELL'ANNO 1874 / DAL SUO EREDE
/ CONTE COMM. LUIGI FABBRI.
Di forma rettangolare, è
composto anteriormente da piano terra e primo piano, con "torrino" merlato
che si eleva di un piano nella parte posteriore. L'edificio conserva al
piano terreno i locali della lavanderia e magazzini, mentre i locali
superiori erano originariamente destinati agli alloggi del personale di
servizio. Villa Graziani come casa padronale rappresenta il cuore
della Fattoria del Pino. La costruzione
risale agli anni della allivellazione della Tenuta di Vada 1841-43 (vedi
sezione specifica presella 27) ad opera del Granduca Leopoldo II di
Lorena, dal Conte Commendatore Gaetano Fabbri (mercante) sotto la
direzione dell'ing. livornese Felice Francolini (il progettista di fiducia
del Granduca e autore della chiesa e di piazza Garibaldi a Vada) e dell'ing. Municchi. L'edificio fu
costruito in muratura mista di pietrame locale e mattoni intonacati,
mentre il materiale da fornace proveniva dalla fornace di Cecina e gli
stipiti e gli architravi di porte e finestre furono eseguiti in travertino
di Rosignano, una pietra di origine sedimentaria-calcarea che proveniva
dalla cava posta sulla collina di Rosignano (Cave dell'Acquabona poi
sfruttate dalla Solvay fino al 1928). In seguito
vengono costruiti gli altri fabbricati annessi alla fattoria ed oggi
compresi nel parco della Villa. Nel '22 gli eredi della famiglia
Fabbri, i Ginori-Conti (di stirpe nobile anche senza poter vantare titoli
nobiliari, ma con un bisnonno principe), decisero di vendere la Tenuta del Pino, per
investire nella società elettrica di Larderello di proprietà della moglie
principessa De Larderel, ed in altre attività industriali del settore
vetrario (Richard-Ginori) comprando anche il palazzo nella piazza di
Castiglioncello. La fattoria passò così ai conti Magherini-Graziani attuali proprietari. La villa, disposta parallelamente
alla strada, ha il prospetto ordinato su due piani, con un ingresso
principale al centro e due ingressi di servizio ai lati di quest'ultimo,
ognuno di essi da accesso ad un vano scale interno separato.
Nel Salotto Rosso, sono presenti due caminetti in marmo bianco di
pregevole fattura. La cucina conserva intatto l'aspetto originario con
l'ampia cappa che occupa un'intera parete e il grande acquaio di marmo. Le
sette finestre del piano nobile sono sormontate da un frontespizio
triangolare realizzato in muratura intonacata. La parte posteriore
della copertura a padiglione, è sostituita dal corpo di fabbrica dei due
torrini, conclusi in alto da una serie di merli rettangolari. |
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