LE GUARDIE DI MARINA
Il servizio di vigilanza lungo la costa
per prevenire le scorrerie dei pirati e Corsari Barbareschi era svolto nel
XVI sec. da Guardie di Marina ossia abitanti delle comunità limitrofe
che venivano comandati e stipendiati per tale servizio dai mesi
primaverili fino all’autunno.
Nel 1765 il Consiglio Generale della
Comunità di Rosignano scrisse una supplica al Granduca perché esonerasse i
suoi abitanti da tale compito...attesa la grave penuria di homini che ha
il Comune...che determina l’abbandono del lavoro nei campi proprio nella
stagione della raccolta.
Le guardie dette anche Archibusieri
della Marina per il tipo di armamento in loro dotazione, avevano a
disposizione alcune piccole case in cui sostavano al riparo delle
intemperie.
In precedenza, nel giugno 1557 ed in
seguito con la Legge del marzo 1566 il Duca Cosimo istituiva il corpo dei
Cavalli armati alla leggera ai quali fu assegnato uno stipendio mensile
di 2 scudi e mezzo, pagato dalla Banca Militare ed in più uno scudo
d’oro pagato ogni due mesi dalle comunità comprese nel territorio in cui la
compagnia era chiamata a vigilare. Inoltre, per la sostituzione dei cavalli
venne istituita la platta cioè un fondo comune alimentato dalle multe
comminate a chi non aveva fatto il suo dovere.
Un anno dopo, nel marzo 1567 veniva
decretata la creazione di una banda di buonomini d’arme (solo nobili
ed a cavallo) di quel numero che giudicheranno bastante per
corroborazione della sua cavalleria leggiera e anco delle fanterie in ogni
occasione...Questa nuova milizia, pagata ben 5 scudi al mese più 2 per
il vitto e 3 per ogni operazione militare compiuta, avrebbe permesso di
destinare contingenti di cavalli leggieri alla difesa costiera.
Nel 1592 il Granduca Ferdinando I,
memore del gravissimo sbarco di pirati sulla costa di Campiglia avvenuto
nella primavera dello stesso anno e che costò la prigionia a circa duecento
sudditi, istituì una banda di Archibusieri a cavallo delle Maremme di
Pisa e Volterra composta da soli abitanti del paese per non aggravare le
pubbliche finanze per il suo mantenimento. La banda ebbe la base operativa a
Rosignano ed operava sotto il comando del capitano delle Guardie delle
marine di Pisa.
Nel 1606 risultavano in tutto il paese
quattro corpi di Cavalleria per un totale di 331 uomini e tre corpi di
Archibusieri a cavallo per 893 unità.
Nel 1632 queste disposizioni furono
reiterate, logisticamente questi corpi erano foraggiati dalle
comunità, dagli Enti Ecclesiastici o dai privati che possedevano terreni e
fattorie lungo la costa battuta dalle guardie. I proprietari erano tenuti a
corrispondere ai cavalleggeri la paglia per i cavalli ovvero il
corrispettivo in denaro mentre la cancelleria competente pagava solo il
soldo mensile e la razione di pane e vino.
Lo strame, stoppe ed erba secca
che serviva da lettiera e da foraggio per i cavalli, era corrisposto
dall’ufficio di Fabbrica di Livorno e la spesa relativa annotata
scrupolosamente.
Il Granduca Cosimo III emanò il 20
agosto 1706 i nuovi Capitoli, Ordini e Privilegi delle Milizie Toscane
pedestri ed equestri, ricordando che non venivano più codificati né
tantomeno osservati scrupolosamente dal 1646, anno in cui erano stati
pubblicati da suo padre Ferdinando III. Fra i vari gradi della milizia,
stabiliti dai Capitoli, erano presenti quello di Archibusiere a cavallo
e Caporale di Archibusiere a cavallo, equiparato nel grado e
privilegi alla Corazza ossia poteva tenere due servitori che
possano portare spada e pugnale. Inoltre erano esentati dagli obblighi
delle comandate cioè dai lavori periodicamente svolti per la comunità
come per esempio il riassetto delle strade ed inoltre erano delle cariche e
gravezze pubbliche.
Il servizio di scorrere la marina,
ossia percorrere la strada lungo il littorale che collegava le varie torri e
posti armati, veniva svolto in due tratte, la prima dal Forte dei
Cavalleggeri di Livorno fino al botro del Malpasso, di qua dalla torre
de’ Mattaccini (Calafuria) e da detto luogo fino alla Torre di Vada da
quelli di Rosignano.
Arriviamo così al 1757 quando il
Consiglio di Reggenza emanò un Regolamento da osservarsi inviolabilmente
in qualunque tempo e da tutti li torrieri, castellani, posti di cavalleggeri
e soldati, per tutte le spiagge e marine del Gran ducato, di tipo
sanitario ma comprendente anche indicazioni circa l’eventualità di un
tentativo di sbarco da parte dei pirati barbareschi. I cavalleggeri in
questo caso erano indicati come la truppa di più rapido intervento da
inviarsi presso le torri ed i posti armati in rinforzo di quelle
guarnigioni.
Dieci anni dopo il Granduca, nell’ambito
di un altro riordino delle Milizie Toscane, sciolse il Reggimento
dei Dragoni e con ottantuno dei suoi migliori elementi forma un corpo di
Cavalleggeri Guardia Costa per il servizio della Marina sottoposto al
Governo di Livorno.
Anche il corpo dei cavalleggeri di
Rosignano continuò ad operare e da un’ispezione dello stesso anno, 1767,
eseguita dal Governatore di Livorno, Marchese Filippo Bourbon del Monte,
risultano presenti, da Ardenza presso Livorno fino alla Torre Nuova (60 Km
ca. di costa) 154 fanti e 71 cavalleggeri.
Comunque negli anni, in numerosi
documenti ufficiali, come le Relazioni sul Governo della Toscana del
Granduca Pietro Leopoldo di Lorena, venivano ancora indicati come dragoni
quei cavalleggeri di servizio lungo la costa, benché i primi avessero sempre
svolto attività di pattuglia nel piano di Livorno e non sulla costa, come
risulta da una deliberazione del Governatore di Livorno del 1762.
Dopo il 1779 in vari documenti risultano
esistere due tipologie di soldati, quelli fissi di stanza alle torri e forti
e quelli denominati cavalleggeri che avevano come base il loro forte
e i vari posti armati, fermo restando che tutti appartenevano per il
territorio di Rosignano alla Compagnia di milizia di Campiglia di S.A.R.
Dal 1789 ai cavalleggeri fu affidato
anche il servizio regolare di Lettere che svolgevano a staffetta da
Livorno a Torre Nuova.
L’editto del 25 agosto 1794 prevedeva
l’aumento di forze publiche dirette a consolidare maggiormente la
tranquillità dello Stato. Viene deciso di ammettere al servizio solo i
maggiori di anni 18 e non oltre i 50.
Con l’occupazione francese anche
l’organico dei militari di servizio lungo il littorale fu modificato con
l’istituzione di Compagnie di Milizie Guarda Coste del Littorale. A
Rosignano per esempio operò la 106° Compagnia Guarda Coste.
Nel 1810 vengono menzionate la
Compagnia di Cannonieri Guarda Coste ed i Cacciatori Guardia Coste. Alla
prima appartenevano i militari di servizio alle batterie di artiglieria
detta di costa al cui servizio erano un cannoniere, due primi serventi e due
secondi serventi per ogni cannone. Alla seconda categoria, quei cavalleggeri
che servivano di pattuglia da un posto armato all’altro, vigilando anche per
fini doganali e sanitari.
Con la Restaurazione la situazione
organizzativa non subì grandi cambiamenti tanto che con motuproprio del 1820
il Granduca rinnovò le istruzioni per le diverse autorità militari del
Granducato indicando che il comando e servizio militare del littorale
del continente Granducato, dell’isole di Gorgona e del Giglio per quanto
parte di tali luoghi possa essere compresa nella Giurisdizione Civile di
altri Governatori, sono nelle attribuzioni del Governatore di Livorno e che
quest’ultimo riconosce i respettivi comandanti dei battaglioni dei
Cannonieri Guarda Coste con loro aiutanti per il dettaglio del servizio del
littorale.
In un decreto del 1827 troviamo la
denominazione R.R. Cacciatori a Cavallo che risultano stanziati sulle
strade regie postali dal 1823 e che svolgeranno il loro servizio
lungo il littorale almeno fino al 1849. |