La galleria che si trova sotto piazza della Vittoria non fu
eseguita come traforo, ma come fossa a cielo aperto per essere
poi ricoperta. Questo sistema di scavo favorì il ritrovamento
dei numerosi reperti citati sotto.
(Da
Castiglioncello un secolo di immagini di Castaldi-Marianelli-Scaramal)
Nel maggio 1905, dopo
il ritrovamento, a Castiglioncello, di numerosi reperti etruschi
tra cui una ricca tomba col sarcofago di Velia Carinei,
intervengono i carabinieri a seguito di una denuncia: sembra che
molti oggetti dei corredi funerari siano stati trafugati dagli
operai che lavorano nel cantiere. Le indagini si protrarranno
per pochi mesi, alcuni oggetti di dimensioni più grandi
verranno restituiti, ma dei più piccoli e preziosi non si
troverà più traccia. Il 29
maggio 1905 il
Prefetto di Pisa chiede al Sindaco di intensificare le indagini sulla
scomparsa di reperti archeologici durante i lavori della ferrovia. Nel
1907, nel tratto tra la stazione di
Castiglioncello ed il botro Quercetano compresa la galleria,
vennero alla luce molto tombe ed urne cinerarie, che
costituivano una vera necropoli etrusco-romana... Il Prof.
Luigi Milani, Regio Sopraintendente ai musei e scavi d' Etruria,
raccolse diversi oggetti degli scavi durante la costruzione
della ferrovia e li depose in un piccolo museo creato
appositamente sul «poggetto» ove forse in antico era collocato
un tempio pagano. Il museo è di proprietà comunale, costruito
su terreno ceduto gratuitamente dal barone Fausto Patrone al
Comune di Rosignano. Le spese di costruzione furono sostenute
dalla Regia Soprintendenze dei musei e da concorso privato. Il
museo ha la forma esterna di un'urna etrusca. Vi sono collocate
le suppellettili di circa 200 tombe, la maggior parte delle
quali a incinerazione, e spettanti ai secoli III°; II° e I°
avanti Cristo. Sono vasi cinerari e di corredo funebre, dipinti,
verniciati neri (campano - etruschi) e greggi di forme svariate;
armi e strumenti di ferro, bronzo e vetro; cippi e stele di
pietra ed una bellissima urna di alabastro nella quale è
scolpito il ratto di Elena. Fa bella mostra pure un'ara
circolare dedicata al dio Robigus, che sarebbe stato il
protettore delle messi ed a cui erano sacrificate pecore e
cagne. Il contorno dell'ara è istoriato con figure in
bassorilievo, alcuna delle quali richiama quelle egiziane.(Nencini
1925).
Il museo è stato chiuso negli anni '50 perchè "indifendibile" ed
i reperti sono stati immagazzinati al Museo Archeologico di
Firenze, tranne i maggiori custoditi nel Museo Archeologico di
Rosignano marittimo. (N.d.R.). |