La ferrovia (Livorno - Vada)   

1940 - Rosignano Solvay - Stazione e ferrovia ormai elettrificata per l'intera tratta Livorno-Roma dal 14 novembre 1938. (Collez. G. Luppichini)

Quello della stazione ferroviaria fu uno dei primissimi problemi che la Solvay dovette affrontare, fin dal suo primo insediamento. Abbiamo visto come la scelta del sito, dove costruire la fabbrica ed il villaggio, era stata molto condizionata dalla presenza di un’importante linea ferroviaria, la Genova Roma. Per ferrovia arrivavano, infatti, i materiali e il personale per il grande cantiere e successivamente sarebbero arrivate le materie prime e partiti i prodotti finiti. Quindi, dai primissimi momenti della sua presenza, si avviò un fitto carteggio tra la società belga, il comune e le Ferrovie dello Stato. Lo scopo era quello di localizzare e realizzare una stazione ferroviaria ed uno scalo merci con i necessari raccordi per consentire il movimento dei treni all’interno della fabbrica. Un problema non secondario era poi quello di trovare il nome ufficiale, che doveva essere inserito nella carta ferroviaria italiana. Una stazione di Rosignano esisteva già ed era sulla linea Pisa-Vada, quindi non si poteva usare lo steso nome per quella nuova, ma era questo il nome che la Solvay pretendeva, in quanto, nel proprio ambito multinazionale, avrebbe identificato il nuovo stabilimento. Ne nacque un confronto con il Comune che terminò con la delibera del Consiglio Comunale del 20 giugno 1914, con la quale fu disposto che la nuova stazione si sarebbe chiamata “Rosignano”, mentre la vecchia, sulla linea Pisa-Vada, divenuta ormai di importanza secondaria, avrebbe assunto il nome di “Castellina Marittima”. Il responsabile Solvay in Italia, De Harven, dalla sua direzione milanese, ne dette notizia a Bruxelles, comunicando anche la fine della vertenza. Come abbiamo visto nella trattazione della parte storica, non ebbe fine la questione sul nome da dare al paese che stava nascendo, questione che si protrarrà assai a lungo prima di concludersi definitivamente con l’adozione del nome attuale di “Rosignano Solvay”. La stazione si è comunque sempre chiamata, e si chiama tutt’ora, “Rosignano”. Il confronto continuava però con le Ferrovie dello Stato e riguardava, prima di tutto, la scelta dell’ubicazione. In un primo momento la società belga l’avrebbe preferita più a sud, vicino a Vada, ma alla fine fu scelta l’attuale collocazione, tra la Via Vicinale della Quercioletta e il Botro Secco. Il progetto della stazione fu imposto dalle Ferrovie, in quanto doveva armonizzarsi con la loro tipologia standard. Per quanto riguarda poi il raccordo con lo stabilimento, problema di fondamentale importanza per il futuro, si prevedeva che sarebbero state le Ferrovie a realizzare le opere e a fornire i materiali, tutto naturalmente a spese della Solvay. Il progetto della stazione fu redatto a Bruxelles su precisa indicazione delle ferrovie italiane. L’incarico della costruzione venne conferito all’ingegner Rotigliano di Torino , che in quel periodo aveva iniziato la costruzione delle prime case di abitazione. I tempi e la qualità dei lavori non furono ritenuti soddisfacenti dalla direzione, che giunse alla rottura del contratto di appalto e affidò la loro prosecuzione a imprese locali, integrate da proprie maestranze. Da allora saranno proprio i costruttori locali a realizzare la parte delle opere edili. Il 6 novembre 1915 il Comune rilasciò il certificato di abitabilità e la stazione, che fa ancora oggi parte del patrimonio immobiliare Solvay, iniziò a svolgere il suo servizio. L’immobile si presenta ancora nel suo aspetto originario. Si tratta di un fabbricato a due piani con tetto a padiglione che ospita, al piano terreno, i servizi di stazione ed ai primi due alloggi, uno per il capo stazione e uno per il vice. L’aspetto architettonico, abbastanza anonimo, è in linea con gli standard delle ferrovie e non con quello che diventerà poi il villaggio industriale. Nel ‘33 le Ferrovie chiusero il passaggio a livello adiacente alla stazione e si avvertì la necessità di un collegamento pedonale tra le due parti del villaggio, altrimenti isolate. L’anno successivo fu costruita una passerella pedonale, in cemento armato, che metteva in collegamento la Via Re Alberto, oggi Via Aldo Moro, all’altezza della caserma dei Carabinieri, con la Via Aurelia, sovrapassando lo scalo merci e la ferrovia. La Solvay contribuì per un terzo alla spesa finale. La passerella è stata parzialmente demolita nel 2002, nella parte che riguarda la linea ferroviaria, dopo la costruzione di un sottopassaggio in stazione. (Testo di Mauro Cusmai pubblicato su Alando n° 18)
                                            
Adunanza 4 novembre 1912 - Stazione ferroviaria tra Caletta e Mondiglio
Il Sindaco da comunicazione che il Cav. Grandi ha concordato la vendita di un appezzamento di terreno alla società Fabbrica di Soda, la quale impianterà a Monte alla Rena una industria atta a dar lavoro a gran numero di operai e costruirà la stazione ferroviaria. Fa notare che quest'ultima appaga i desideri già molte volte espressi dal Consiglio Comunale e dalla popolazione di Rosignano. Il Consiglio è unanime nell'esprimere i suoi ringraziamenti al Cav. Grandi ed anche al Sindaco che si è fortemente adoperato per il raggiungimento dello scopo.

           Adunanza 15 settembre 1913 - Nuova stazione ferroviaria - Denominazione definitiva
Il Presidente comunica che la Direzione delle Ferrovie di stato ha concesso alla Ditta Solvay di elevare la stazione ferroviaria al "Monte alla Rena" per la quale al più presto verranno iniziati i lavori. Aggiunge che si agita ora la questione per decidere quale nome deve essere dato alla nuova stazione, ed ha chiamato perciò il Consiglio a emettere il proprio parere. Egli oscilla fra i nomi di Rosignano-Caletta e Rosignano-Mondiglio. Il Consigliere Nocchi costata che di tante stazioni ferroviarie esistenti nel Comune di Rosignano, non ce né una che porti il solo nome di questo Comune. Costata pure che la nuova stazione sarà la più prossima al Capoluogo e sarà di questo il naturale sfogo delle merci e viaggiatori. Crede inutile andare a cercare il nome antico della località che sarebbe "Mondiglio" o quello di Caletta che è un caseggiato di scarsa importanza di fronte a Rosignano e distante quasi quanto questo. Crede perciò che il nome naturale e conveniente da darsi alla nuova stazione sia quello di "Rosignano". e' sua opinione che anche la Ditta Solvay denominerà in tal modo lo stabilimento, perché situato in questo Comune a poca distanza dal Capoluogo, alimentato dal materiale da estrarsi proprio nel Capoluogo medesimo e mosso dalla mano d'opera che per necessità di cose dovrà essere per la massima parte richiesta a Rosignano.
Vari Consiglieri si associano al Consigliere Nocchi ed il Presidente accettandone la proposta la mette a partito dimodochè con voti 10 favorevoli, nessuno contrario, il Consiglio Comunale fa noto che il nome da darsi alla nuova stazione ferroviaria sia quello di Rosignano Marittimo. Non essendovi altro da trattare, il Presidente ha dichiarato sciolta l'adunanza. Fatto, letto, approvato, seduta stante viene firmato come appresso Il Presidente Barachini Caputi; Il Consigliere anziano Leonardi Boschi; Il Segretario Neri Lulli.

                         Adunanza 18 maggio 1914 - Ancora sul nome della stazione.
Il Presidente propone:
                                                                Il Consiglio
Riferendosi a precedente deliberazione con cui si invoca che alla nuova stazione ferroviaria da costruirsi a Monte alla Rena per parte della Ditta Solvay sia posto il nome di Rosignano.
Ritenuto che eseguendo ciò si rende inutile che l'altra stazione posta sulla vecchia linea Volterra - Pisa, prossima a Rosignano, ma situata in territorio di Castellina Marittima, continui a portare il nome di Rosignano-Castellina.
Veduto che la spesa da sopportarsi da questo Comune ascende a lire 180 le quali debbono essere prelevate dal fondo delle impreviste.

                                                                   Delibera
1°- Di consentire che all'attuale stazione ferroviaria posta sulla linea Pisa-Volterra sia tolto il nome di Rosignano perchè la nuova stazione da costruirsi dalla Solvay sulla linea Vada venga denominata Rosignano.
2°- Di sopportare la spesa di lire 180 prelevandola dall'art. 77 «Fondo spese impreviste» del bilancio in corso.
Nessuno prendendo la parola, il deliberato che sopra viene posto ai voti e risulta approvato per alzata e seduta con voti 6 favorevoli e uno contrario.

                        Adunanza 9 marzo 1922 - Stazione di Rosignano - Servizio merci.
Udito che la stazione ferroviaria a Rosignano, costruita alcuni anni or sono, in prossimità dello stabilimento Solvay, non è ancora aperta al servizio pubblico delle merci
Considerato che intorno ad essa è già sorto un ragguardevole agglomerato di case private, senza contare le numerose abitazioni attigue allo stabilimento Solvay e che la popolazione ivi dimorante ascende a 1500 abitanti
Ritenuto che sarebbe molto utile, dato il centro già formatosi e che è in continuo ingrandimento, l'apertura del servizio merci al pubblico, dovendo attualmente gli abitanti ricorrere alle stazioni di Castiglioncello e Vada
Ritenuto che ciò interessa moltissimo anche il Capoluogo del Comune di cui Rosignano è la stazione naturale, e che attende questo provvedimento per poter eseguirvi lo scambio delle sue merci, anziché ricorrere a quello di Castellina, più lontana dal centro e posta su una linea secondaria
Ritenuto che tale interesse diventerà ancora maggiore quando sarà costruita la strada diretta Capoluogo-Solvay, già progettata e approvata, ora dinanzi al Ministero per il mutuo
Attesoché il traffico a tale stazione sarà intensissimo, dato anche il movimento della Ditta Solvay la quale dal 1°dicembre al 24 gennaio, ha ricevuto e spedito un totale di 988 carri
                                                                       Delibera
di far voti affinché la stazione ferroviaria a Rosignano, la quale a breve si chiamerà Solvay Rosignano, venga aperta al pubblico servizio delle merci.

Alla fine degli anni '60 sul lato sinistro della foto sorge la pensilina dopo una gestazione ultra decennale, da parte delle Ferrovie dello Stato come dimostra l'articolo de "Il Tirreno" del 13 ottobre 1953. " Il brutto tempo ha cominciato ad imperversare sui tetti delle nostre case, ma non su una pensilina che avrebbe dovuto essere costruita alla locale stazione ferroviaria a riparo di quegli utenti delle FF.SS. che sono costretti a spostarsi in altre località. Infatti, sebbene da molto tempo si sia manifestato il bisogno di questo provvedimento salutare in tutti i sensi della parola, nessuno ancora si è mosso. Informiamo chi di dovere che gli studenti ed i lavoratori che sono costretti a prendere il treno nelle piovose mattine di inverno, costituiscono una buona parte della nostra popolazione. Sarebbe opportuno che venisse ormai soddisfatta questa loro giustissima esigenza".

Rosignano Solvay la ferrovia da Livorno a Vada