Progetto Leonardo
Il 15 ottobre
2007 è stato
inaugurato il nuovo impianto
di Elettrolisi a Membrana,
dopo alcuni mesi di messa a
regime e arresto della sala
precedente, con
recupero totale del
mercurio fino ad ora in uso.
Un impianto da 60 mln di
euro. Sotto il profilo ambientale,
oltre alla definitiva
scomparsa del mercurio dopo
quasi 70 anni, il nuovo
impianto tecnicamente
all'avanguardia consente un
risparmio di circa 400.000 mc di acqua all'anno ed un
risparmio di energia del 18%
rispetto al precedente.
Inoltre l'impianto
affiancato per la produzione
di acido cloridrico,
destinato a contribuire alla
riduzione dei residui solidi
della Sodiera fino al 70%
permette di far fronte
all'Accordo di Programma del
2003.
Breve descrizione del
processo
Abbiamo già visto che la
salamoia estratta a
Ponteginori arriva
tramite una tubatura di quasi 40 km, all'interno della Sodiera.
Qui, viene depurata e
utilizzata in parte per la Sodiera
stessa ed in parte
inviata alla fabbricazione Elettrolisi.
La salamoia in arrivo contiene delle impurità, presenti sotto
forma di elementi solidi disciolti quali solfati, carbonati,
iodio, calcio e magnesio che rendono necessaria la sua
purificazione. Un primo trattamento in Sodiera, prevede la filtrazione per
rimuovere solidi sospesi e insolubili. Poi la salamoia è sottoposta a decarbonatazione,
quindi nelle colonne per la rimozione di
Iodio, Calcio e Magnesio al fine di poter rispettare le
specifiche previste per l’alimentazione delle celle a membrana
ed evitare danni irreversibili per le membrane stesse.
La deiodazione è un trattamento che è stato sperimentato e messo
a punto dal Laboratorio Ricerca di Rosignano, e per la prima
volta al mondo su scala industriale, è stato applicato nel nuovo
impianto di Elettrolisi. Si passa poi alla deammoniazione e debromazione, per poter garantire le specifiche necessarie per il
cloro e i suoi successivi impieghi. La salamoia così trattata
arriva nella sala celle a membrana che rappresenta il cuore
dell’impianto.
Qui, sfruttando l’energia elettrica, si converte in cloro,
soda caustica e
idrogeno. Questo processo avviene
all’interno di quattro celle elementari composte ciascuna
di 3 parti: un anodo, un catodo ed una membrana.
Anodo e catodo sono gli elettrodi che permettono il passaggio
della corrente; la membrana, in quanto elemento selettivo,
consente la produzione di cloro in forma di gas all’anodo, soda
caustica (liquida) e idrogeno (gas) al catodo. La salamoia
cosiddetta “esausta”, in uscita dalle celle, non può essere
recuperata come tale, ma deve essere riconcentrata e riportata
alla saturazione. Per permettere questa operazione è necessario
preventivamente eliminare le tracce di cloro attivo e clorati per
evitare di avere dei fenomeni di corrosione negli utilizzi
successivi. Tale depurazione è realizzata in due nuovi settori
distinti: la declorazione e la decloratazione.
La riconcentrazione della salamoia avviene in un impianto che
sfrutta la ricompressione meccanica del vapore per
riportarne la concentrazione da 18% a 25%, permettendone il
reinserimento nel ciclo produttivo della Sodiera. Le acque di
condensa prodotte da questo impianto vengono totalmente
recuperate nel processo contribuendo al risparmio scritto
all'inizio. Da segnalare che la riconcentrazione
della salamoia è la prima esperienza per il gruppo Solvay a
livello mondiale, mentre la decloratazione rappresenta anch’essa
una novità per i quantitativi di salamoia trattata.
La soda caustica prodotta dalla sala celle ad una
concentrazione del 32% viene in
parte inviata in un riserva di
stoccaggio per i consumi
interni e le vendite al 30%,
mentre la restante, passa
alla concentrazione fino al
50% richiesto dal mercato,
finendo in altra riserva.
Usi: detergenza, tessile,
alimentare, ambiente,
cartiere, sintesi chimiche.
Il cloro in uscita dalla sala celle, viene inviato in parte (fino
ad un max di 120.000 t/anno),
verso la liquefazione e in parte al nuovo impianto
di produzione di
acido cloridrico
per sintesi diretta di cloro e idrogeno. Il
settore cloro liquido gestisce il carico
dei carri ferroviari cisterna destinati ai
clienti finali esterni allo stabilimento e la fornitura di cloro
rievaporato al vicino impianto
dei Clorometani.
L ‘acido cloridrico prodotto con la
nuova sintesi (57.000 t/anno) è destinato all’utilizzo
interno in Sodiera per la riduzione dei
residui solidi, fino alla misura del 70% come
prescritto dall ‘Accordo di
Programma del 2003.
La maggior parte dell‘idrogeno prodotto nella sala celle
è compresso, per essere inviato agli
utilizzatori interni di
stabilimento, come l’ Unità Perossidati che lo
utilizza per la fabbricazione dell'Acqua Ossigenata. Il restante
idrogeno è utilizzato direttamente all’uscita della sala celle
per la produzione dell’acido cloridrico della nuova sintesi.
(Sintesi da
informativa Solvay 2007) |