La fabbrica/San Carlo   

1938 - Estrazione del calcare dalle cave a cielo aperto. 1940 - I frontoni di cava caricati con esplosivo provocando la 'volata', cioè lo sgretolamento di circa 15mila ton. di calcare 1940 - Panorama del villaggio Solvay e delle cave Paese e cave e di S.Carlo 1980 - San Carlo con i nuovi impianti sportivi, vista dalla cava Solvay 1940 - Il villaggio aziendale e la teleferica per il trasporto del minerale 1940 - La teleferica per il trasporto del calcare 1930 Vista del villaggio di San Carlo con la teleferica Costone calcareo Costone calcareo Anni '40 - I trasporti si fanno con i carrelli Decauville Anni '40 - I trasporti si fanno con i carrelli Decauville Anni '40 - I trasporti si fanno con i carrelli Decauville Anni '40 - I trasporti si fanno con i carrelli Decauville Anni '40 - I trasporti si fanno con i carrelli Decauville Anni '40 - I trasporti si fanno con i carrelli Decauville Anni '40 - I trasporti si fanno con i carrelli Decauville Anni '40 - I trasporti si fanno con i carrelli Decauville Anni '40 - I trasporti si fanno con i carrelli Decauville Anni '40 - I trasporti si fanno con i carrelli Decauville. Qui un ribaltatore per carrelli Anni '40 - I trasporti si fanno con i carrelli Decauville. Qui un ribaltatore per carrelli 1940 - Panorama parziale del villaggio Solvay Anni '40 - Generatori elettrici 1955 - Officina di San Carlo Stazione di partenza della teleferica per S.Vincenzo Stazione di partenza della teleferica per S.Vincenzo Anni '70 - Area di cava. Ora i mezzi sono stradali e moderni Anni '70 - Area di cava. Ora i mezzi sono stradali e moderni 1982 - Area di lavoro della cava 1982 - Nilo Papi prepara la miccia per le cariche esplosive 1982 - Nilo Papi prepara la miccia 1982 - Nilo Papi da l'allarme sonoro al personale 1982 - Il frontone di cava salta 1982 - La caratteristica 'volata' 1982 - Il calcare frantumato dall'esplosione 1982 - Mezzi meccanici frantumano i pezzi più grandi 1982 - Il calcare viene portato al frantumatore per raggiungere la pezzatura giusta 2004 - Panoramica delle cave; danno lavoro a circa 45 persone Le cave nel 2004 Le cave nel 2004 Le cave nel 2004 Anni '40 - Servizi Anni '40 - Servizi Anni '40 - Il Circolo aziendale 1938 - Il circolo aziendale di S.Carlo 1953 - Circolo Solvay Anni '30 - Autobus del Dopolavoro aziendale Solvay 1953 - La scuola Solvay di San Carlo con asilo e infermeria 1980 - Circolo e cinema di San Carlo Case per dipendenti Case per dipendenti Anni '30 - Case costruite dai dipendenti con mutuo Solvay Anni '30 - Case costruite dai dipendenti con mutuo Solvay Anni '30 - Case costruite dai dipendenti con mutuo Solvay Anni '30 - Case costruite dai dipendenti con mutuo Solvay 1980 - San Carlo, la chiesa

 

 Per fare la soda ci vuole il calcare   (Arch. Solvay, A.Pastacaldi, R.Pardini)

    PER FARE LA SODA CI VUOLE IL CALCARE

Dal 1929, esaurite le piccole cave di Rosignano-Acquabona, la Solvay ricava il calcare occorrente per lo stabilimento dalla Cava di S. Carlo, situata nel retroterra del paese di S. Vincenzo. Dal 1927 il calcare proviene dalla nuova cava di San Carlo, ed hanno luogo le prime assunzioni di personale. Vent’anni dopo lavorano presso la cava più di mille fra operai e impiegati. A seguito delle assunzioni, la Società comincia a costruire anche in questo caso, insieme agli alloggi per i dipendenti, alcune infrastrutture: la chiesa, l’asilo, il cinema, l’infermeria, il circolo, la mensa, impianti sportivi; nasce il villaggio di S. Carlo, che, col progressivo sviluppo del vicino paese di S. Vincenzo, si è integrato con esso. Le case perciò sono poi state quasi tutte vendute agli occupanti, a condizioni largamente favorevoli. Questa è, dopo l'estrazione del sale, l'altra attività mineraria dello stabilimento di Rosignano. Qui il lavoro è più spettacolare, perché si svolge tutto in superficie. Dalla spaccatura manuale dei blocchi di calcare, dai trenini Decauville caricati a mano dei primi anni, si è passati alle grosse caricatrici meccaniche, ai camions da 35 t, alla frantumazione completamente meccanizzata. La produzione annua supera agli inizi degli anni '80 il milione di tonnellate ed il trasporto da S. Carlo a Rosignano (40 km.) costituisce la parte onerosa di un ciclo di lavorazione che si svolge su 2 o 3 turni giornalieri. Per questo trasporto, la vecchia e gagliarda teleferica che porta il calcare alla stazione ferroviaria, ed i «treni bianchi>> che da qui lo portano a Rosignano, sono sempre gli stessi da decenni: almeno in apparenza, perché anche qui ci sono stati progressi nella tecnica e nelle condizioni di lavoro. La teleferica è un mezzo di trasporto ormai antiquato, ma ugualmente conveniente essendo ampliamento ammortizzato, richiede soltanto costi di manutenzione, essendo in funzione dal 1929. (Da "Solvay Notizie" febbraio 1982)

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Una delle materie prime fondamentali per la produzione del carbonato di sodio è rappresentata dal calcare, (carbonato di calcio). Quest'ultimo viene estratto da una cava di proprietà Solvay. Mediante l'esplosione di alcune cariche, si ottiene quella che in termini tecnici si chiama "Volata", ovvero lo sgretolamento di circa 15mila tonnellate di pietra calcarea. I blocchi, caricati su camion da pale meccaniche, sono condotti ad un impianto di frantumazione che li riduce nella pezzatura ottimale per le successive fasi di lavorazione in stabilimento. A questo punto, il calcare veniva caricato sui carrelli di una teleferica (foto 6-7 e 25-26) e trasportato a valle, a San Vincenzo, dove presso un apposito impianto nelle vicinanze della stazione ferroviaria, viene caricato sui vagoni del cosiddetto "Treno bianco" che fin dal 1930 raggiunge lo stabilimento distante 38 km. Due treni di 20 carri speciali ciascuno, compiono dai 4 ai 5 viaggi al giorno, per un trasporto di 800-1000 tonnellate di minerale a viaggio. Secondo il progetto "San Carlo 2003" tutto il percorso di trasporto del minerale, dalla cava allo stabilimento, viene oggi condotto su rotaia a partire dalla primavera 2008. Tutto ciò ha generato negli anni problemi non indifferenti quali rumore, polveri, sottovagliature (ottime per pavimentazioni stradali o cementifici), trasporto e modifiche paesaggistiche imponenti. Finalmente negli anni 2000 un investimento di 22 milioni di euro a favore di una rivoluzione logistica ha messo, per ora, fuori uso il vecchio silos a San Vincenzo ed eliminato la teleferica di trasporto del calcare dalla cava a valle. La costruzione del raccordo ferroviario fra la stazione FS di San Vincenzo e la cava di calcare, con la rimozione della teleferica, ha permesso notevoli benefici ambientali. Un progetto complesso, legato all’ampliamento del fronte di cava di venti ettari con concessione ventennale. Un binario unico che corre lungo la valle delle Rozze prima di raggiungere l’area di carico della cava. In tutto cinque chilometri per un tracciato che segue quello dell’attuale strada Solvay e ricalca il percorso ferroviario immaginato già negli anni Trenta del secolo scorso, e poi accantonato negli anni Cinquanta. E' stato realizzato un capolinea, in corrispondenza del nuovo silos di stoccaggio, un nastro trasportatore, che dalla cava porta il calcare al deposito e una galleria ferroviaria scatolare, che corre sotto l’Aurelia per 55 metri. Lungo la nuova ferrovia delle Rozze la locomotiva a gasolio, deve vincere una pendenza del 2,37 per cento, marciando a una velocità di 20 chilometri orari in salita e di 8 in discesa, con un carico di mille tonnellate di calcare.  (Fonte "Solvay notizie" 2008)

Rosignano Solvay la fabbrica