La storia dell’azienda ebbe inizio
intorno al 1928 grazie allo straordinario spirito imprenditoriale di Luisa
Spagnoli.
Nata a Perugia nel 1877 dotata di straordinaria modernità e di grande
creatività ha dato vita a due grandi aziende, la Perugina per la produzione
di cioccolato e poi la Luisa Spagnoli, che hanno svolto un ruolo primario
nel processo di industrializzazione dell’Umbria e dell’Italia stessa.
Nata da Pasquale
Sargentini, pescivendolo, e da Maria Conti, casalinga, poco più che
ventunenne sposa Annibale Spagnoli. I due rilevano una drogheria e, subito
dopo, cominciano a produrre confetti. Nel 1907, insieme a Francesco Buitoni
e Leone Ascoli, aprono una piccola azienda con sede nel centro storico di
Perugia, la Perugina, con quindici dipendenti. Con lo scoppio del primo
conflitto mondiale a mandar avanti la fabbrica rimane solo la signora
Spagnoli con due dei suoi tre figli, Mario e Aldo. A guerra finita la
Perugina è già una manifattura con più di cento dipendenti. Per Luisa, ormai
nel consiglio di amministrazione della Perugina, inizia anche l'impegno per
la costruzione di strutture sociali che migliorino la vita dei dipendenti.
Fonda l'asilo nido dello stabilimento di Fontivegge (considerato il più
avanzato d'Europa nel settore dolciario). Inventa il famoso cioccolatino
chiamato "Bacio Perugina". Alla fine della prima guerra mondiale, si lancia
anche in una nuova impresa: l'allevamento del pollame e dei conigli
d'angora. I conigli non vengono uccisi e neanche tosati, ma amorevolmente
pettinati per ricavare la lana d'angora per i filati. Nasce nel sobborgo di
Santa Lucia l'Angora Spagnoli per le creazioni di scialli, boleri e
indumenti alla moda. La segnalazione alla Fiera di Milano come "ottimi
prodotti" spingono Luisa a moltiplicare gli sforzi: sono 8.000 gli
allevatori che mandano a Perugia per posta il pelo pettinato via da almeno
duecentocinquantamila conigli. Fino ad allora, l'allevamento del coniglio
d'angora non aveva molto interessato gli allevamenti italiani. Nel nostro
paese era in vendita del filato di provenienza estera che, lavorato ai
ferri, forniva indumenti grossi e scarsamente considerati. Luisa Spagnoli,
già conosciuta per le sue molteplici attività industriali ed agricole, fu la
prima a rilevare queste deficienze. Luisa non riuscirà a vedere il vero
decollo dell'azienda che inizierà circa quattro anni dopo sotto la guida del
figlio Mario. Le viene diagnosticato un tumore alla gola. Giovanni Buitoni
la trasferisce a Parigi per garantirle le migliori cure e rimane con lei
fino alla sua morte, avvenuta nel 1935 all'età di 58 anni. Negli anni
quaranta, in un periodo in cui molti soffrono la fame e il freddo, gli
Spagnoli regalavano ai loro operai per Natale maglie, calze e lana per un
valore di 4.000 lire, una fortuna per quei tempi. Lo stabilimento di Santa
Lucia aveva una piscina per i dipendenti. Si costruiscono ai dipendenti
casette a schiera (tuttora esistenti), si organizzano asili nido per i
figli, si promuovono balli, partite di calcio, gare, feste. Luisa anticipò
di mezzo secolo l’evoluzione della presenza femminile nel campo del lavoro,
non solo per la sua figura di imprenditrice, ma anche per l’inserimento
della donna nell’attività industriale.
Le confezioni Spagnoli, per la consistenza del tessuto, la classicità e
l'eleganza delle linee e l'armonia dei colori, suscitarono subito il favore
dei compratori, sia italiani che esteri, i quali li giudicarono di gran
lunga superiori a tutti i manufatti di angora allora in commercio. Si
ponevano così i presupposti per un'attività nuova e prettamente italiana
atta a valorizzare le pregevoli caratteristiche di una materia prima
nazionale.
A seguito della scomparsa prematura di Luisa Spagnoli, nel 1935 la guida
dell’azienda fu assunta dal figlio Mario.
Nel 1953 la responsabilità dell’azienda passa nelle mani di Lino Spagnoli,
figlio di Mario, rafforzando il patrimonio che gli era stato affidato. Dal
1986 assume la guida Nicoletta Spagnoli. Oggi ricopre il ruolo
di Amministratore Delegato e Presidente della Luisa Spagnoli S.p.a
Da www.luisaspagnoli.it e Wikipedia |