La fabbrica/1963: 100 anni del gruppo, 50 in Italia 

Pagina intera su IL TELEGRAFO del 16 ottobre 1963 16 ottobre 1963 - Breve saluto della Dirigenza agli ospiti Dalla Foresteria inizia la visita allo stabilimento Esterno della Foresteria, inizia la visita allo stabilimento Inizia la visita allo stabilimento Dalla terrazza del locale imballaggio del Polietilene Phillips Dalla terrazza del locale imballaggio del Polietilene Phillips Dalla terrazza del locale imballaggio del Polietilene Phillips I pullman per gli spostamenti interni delle 220 persone Visita alla Sala 3 Elettrolisi Il saluto ai convitati nella sala del Cracking in costruzione Il pranzo viene offerto nella futura sala strumentazione del Craking adattata allo scopo Il pranzo offerto dalla società Il pranzo offerto dalla società Lo spettacolo offerto nella pineta di via Forli Lo spettacolo offerto nella pineta di via Forli Lo spettacolo offerto nella pineta di via Forli

 

16 ottobre 1963 - Per i 100 anni del gruppo Solvay ed i 50 anni in Italia, la società invita l'ex Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi (dal 1955-1962) e l'ex Ministro dei Lavori Pubblici Giuseppe Togni (dal 1957-1963) entrambi di Pontedera, a visitare lo stabilimento. Spettacolo per i dipendenti nella pineta di via Forlì.
(Arch. Solvay, A.Pastacaldi, R.Pardini)

                                            16 ottobre 1963
               LO STABILIMENTO FESTEGGIA I SUOI CINQUANT’ANNI
 

Giorno di festa allo stabilimento Solvay, quella attesa, quella delle nozze d’oro. Tanti invitati, tanti visitatori, parlamentari, autorità civili e militari, esponenti dell’industria italiana, rappresentanti di quella straniera, gente che ha dimestichezza con le formule chimiche, con le provette, con gli alambicchi, con i forni a calce, con l’elettrolisi. Capacissima d’illustrarvi, in quatto è quattr’otto, il «processo Solvay» per la fabbricazione della soda caustica, e poi ancora quella del polietilene, della trielina, ferratissima nel campo della petrolchimica. E' gente che pur non avendo a che fare con cloruro di sodio se non quando lo usa come sale da cucina, è venuta volentieri a prender visione di tutto ciò che la Solvay coi capelli d’argento, ha saputo compiere nella nostra zona da quando vi installò i primi impianti (1913) ad oggi. I cinquant’anni di questo stabilimento hanno combaciato con i cento raggiunti dalla casa madre di Couillet in Belgio. Quindi ad una celebrazione, svoltasi a Bruxelles il 23 settembre scorso, ha fatto seguito quella di oggi a Rosignano. La coincidenza di date perciò, non poteva risultare più felice. Duecentoventi invitati. Fra questi i dipendenti più anziani della  società, l’impiegato Alfredo Miliani e l’operaio Guseppe Giorgetti, l’uomo che lavorò alla costruzione della prima ciminiera, del primo muro, che piantò forse primi pali di confine in un prato che da li in poi, doveva diventare off-limits al pascolo e all’aratro. Il 23 settembre scorso, Giorgetti ha partecipato alla festa del centenario a Bruxelles, ricevendo una calorosa stretta di mano da parte del Re Baldovino. Confrontando poi le date di assunzione con i colleghi di altre nazionalità, si rese conto che non lo batteva nessuno, avendo cominciato a lavorare con i pantaloni corti…Fra gli invitati i tecnici più giovani, coloro che fra breve comanderanno dalla "sala Amra", il cervello che farà funzionare il nuovo impianto per il “Cracking” dei prodotti petroliferi, ovverosia il reparto della modernità ora in costruzione. Quante cose son cambiate da quando Ernesto Solvay mandò ad esplorare la zona per costruirvi, da quando lanciò anche da questa sodiera il prodotto che già aveva conquistato un’infinità di mercati e già dimostrato - da anni - che il metodo Leblanc era superato!  “Processo Solvay”, "metodo Leblanc", sala-celle, forni, colonne refrigeranti. Si è parlato di tutte queste cose e gli ospiti hanno ammirato un impianto dietro l’altro, una sala controllo, poi un’altra sala controllo. Tanti manometri, tante lampade spia che si accendevano e si spengevano. Cose familiari a molti, rebus veri e propri per altri: per tutti però realizzazioni che fanno onore ai dirigenti, ai tecnici, alle maestranze. Il gerente barone Boel ha fatto gli onori di casa insieme all’ing. André Dassesse direttore generale, all’ing. Van Weyenbergh direttore dello stabilimento, al suo vive ing. Ugo Azzali, al dr. Belli, il quale ultimo è stato il deus ex machina dell’organizzazione sempre perfetta e signorile. Il ministro dell’Industria e Commercio on. Giuseppe Togni, l’ex Presidente della Repubblica senatore Giovanni Gronchi, il vescovo di Livorno mons. Emilio Guano, il vice presidente della Confindustria De Micheli, autorità delle Province di Livorno e Pisa e tutti gli altri ospiti hanno avuto modo di “misurare” la scrupolosità di questi preparativi. La cerimonia ha avuto inizio in perfetto orario, alle dieci e quarantacinque. Pochi minuti prima il treno rapido Roma-Parigi aveva effettuato una fermata straordinaria alla stazione di Rosignano per far scendere il ministro dell’Industria. Quindi gli ospiti hanno ricevuto il saluto dell’ing. Dassesse che ha illustrato il programma della visita. Alle dieci e cinquantacinque il corteo di macchine si è mosso. In testa le vetture con il barone Boel, il ministro, il senatore Gronchi, direttori e vice direttori della Solvay, poi alcuni pulman per gli altri invitati, su ciascuno dei quali un ingegnere ed un “cicerone”. Un viaggio rapido, ma molto molto interessante. Muovendo dal piazzale della Foresteria dello stabilimento, è stato mostrato il vicino laboratorio chimico della sodiera e la produzione della soda caustica, quindi la centrale termica e poi, più avanti, le officine (ove lavorano circa cento operai). I depositi delle materie prime (calcare: un milione di tonnellate all’anno di consumo, coke: 8 milioni di tonnellate), poi i forni a calce, il parcheggio locomotive ove si scarica appunto il calcare. Il cosiddetto “cuore”, della sodiera (cioè il reparto tradizionale della società, quello tanta caro ad Ernesto Solvay) è costituito dal grande fabbricato della distillazione che non dimostra davvero cinquanta anni. Dopo una visita all’impianto di produzione dell’ossigeno liquido ottenuto secondo il processo Linde, gli ospiti hanno potuto vedere il reparto refrigerante, poi quello dell’imballaggio automatico. Una volta uscito dalla sodiera, il lungo corteo di macchine ha infilato uno dei vialoni della pineta. Villini razionali dappertutto composti di due appartamenti, tutti naturalmente riservati ai dipendenti della società. Poi gli edifici ricreativi, il dopolavoro, il cinema, lo stadio, le scuole ed ancora case per i dipendenti. Ne sono state costruite millecento in questi cinquanta anni. Tante altre sono sorte con mutui e con le forme assistenziali più varie, passando così da villaggio iniziale a cittadina. Rientro nello stabilimento e visita alla “consociata” Aniene ove con il processo elettrolitico si ottengono soda, cloro e derivati. La costruzione dell’Aniene iniziò nel 1940, proprio quando stava per scoppiare la guerra. Anche qui vicino un villaggio razionale e nuovi impianti per la fabbricazione della trielina e del cloruro di vinile, le sale elettrolisi con più ordini di celle. Un altro piccolo mondo di tubi e sale enormi appunto "sale controllo" con pareti piene di strumenti che seguono tutte le apparecchiature degli impianti consentendo ai tecnici di tenere tutto “sott’occhio”. E’ infatti il “salone dell’occhio magico” questo ambiente, si ottengono reazioni “a bacchetta” schiacciando un pulsante o azionando un interruttore. Tecnici in cappa bianca, telefoni che squillano ed ancora lampade spia che segnalano immediatamente il più piccolo inconveniente. Come sembrano lontane le esperienze pionieristiche di Ernesto Solvay, che non diventò mai ingegnere come voleva il padre, “cavatore di sale”, ma che dette il “la” a questa grande opera…Ultima tappa prima della colazione, agli impianti delle nuove fabbricazioni dove è stato mostrato il polietilene Philips ed il nuovo Ternario in costruzione poi tutti a tavola nella “sala Amra” del nuovo Craking dove fra quindici giorni inizierà il montaggio della strumentazione. Un salone lungo quarantaquattro metri, largo dieci, tutto bianco ed isolato in ogni senso. Al levar delle mense ha preso la parola il gerente della “Solvay & Cie” barone Boel, che in francese, dopo aver ringraziato i convenuti, ha illustrato il cammino percorso dalla società belga nei suoi cento anni di vita e ciò che a realizzato specificatamente a Rosignano, a Ponteginori, a S. Carlo e S. Vincenzo in mezzo secolo. Il barone non ha dimenticato di sottolineare il carattere familiare che la Solvay ha mantenuto in tutto questo tempo ed ha poi brindato ai futuri successi che spera di ottenere con l’aiuto dei tecnici e delle maestranze. Al barone Boel, un tipo energico, distinto, con tanto di baffi, ha risposto con parole di circostanza, il ministro dell’Industria e Commercio Giuseppe Togni, indi ha pronunciato un breve discorso il rappresentante dell’ambasciata belga, monsieur Vaes. Successivamente, per gli ospiti è stato proiettato un documentario sull’attività dello stabilimento «Solvay e Consociate». Gran parte della pellicola è stata naturalmente dedicata agli impianti di Rosignano, San Carlo ecc. Nel tardo pomeriggio, quando lasciavamo la fabbrica, ove nemmeno nel giorno di gran festa si è interrotta la produzione, abbiamo buttato gli occhi su una lettera scritta dalla madre di Ernesto Solvay nel quasi leggendario 1860 e conservata nel diario della famiglia belga: “Ernesto sta conducendo numerose esperienze che richiedono impiego di fondi, ma che forse porteranno alla creazione di uno stabilimento tale da assorbire, nel futuro, l’attività di ambedue i fratelli…” Ci siamo voltati un attimo verso le ciminiere: “signor soda caustica, lo avrebbe immaginato un successo dl questo genere quando arrivò in Toscana a far piantate i primi pali di confine che, da allora segnano l’off-limits al pascolo e all’aratro? Ermanno Benedetti (Il Telegrafo 17/10/1963)

                                 Un periodo determinante
Il cinquantenario sottolinea un periodo storico a cavallo tra gli anni Cinquanta e la prima metà dei Sessanta, assai importante per l’affermazione del gruppo a Rosignano. Le trasformazioni avvenute in questi anni, modificano profondamente la fabbrica, contribuendo ad intensificare lo sforzo produttivo degli stabilimenti, senza però che all'aumento della produzione segua un aumento del personale come era accaduto in passato. Un incremento del numero di addetti vi era stato a Rosignano, tra il 1953 e il 1957 e, ancora in misura più rilevante, tra il 1962 e il 1965, ma il peso percentuale dei dipendenti sul totale degli occupati nel Comune di Rosignano M.mo diminuisce dal 1951 al 1961, passando rispettivamente dal 52% al 42%. Inoltre, cambia anche la tipologia dei dipendenti in quanto va assumendo importanza strategica il peso di tecnici qualificati, indispensabili per il tipo di sviluppo industriale intrapreso con i nuovi impianti. Nel 1959, infatti, questi ultimi rappresentavano, presso lo stabilimento di Rosignano, il 63,5% dell’intera categoria, seguiti dagli operai comuni (32,8%) e i manovali comuni (3,7%). Le assunzioni riguardano in particolare, giovani periti delle principali specializzazioni (meccanici, chimici, elettrotecnici) assunti con corsi di prova post-diploma di 50 giorni. E' l’ Istituto Tecnico Industriale di Livorno che fornisce il maggior numero di diplomati.
Va aggiunta anche la diminuzione dell’incidenza percentuale dell’imposta pagata dalle società del gruppo Solvay sulle entrate del bilancio comunale. Tale situazione è il risultato dell’affermazione dei nuovi settori del turismo e dei servizi nell’economia locale. In pratica il polo chimico non ha più un ruolo esclusivo nel comune di Rosignano, come invece era stato nel periodo precedente. Inizia così dagli anni Sessanta un nuovo tipo di sviluppo (a Rosignano e nei comuni della Vai di Cecina) che caratterizzerà i decenni seguenti con importanti conseguenze, dal punto di vista economico, sociale e politico.
                                         Salari e Stipendi
Alle ragazze che si fidanzavano con un giovanotto che lavorava in fabbrica venivano consigliate senza ambiguità o mezzi termini:   “Bimba cosa aspetti a sposalo, è un bel giovane è un buon partito e ha un lavoro fisso nella Società Solvay!”
Che dire di questi, a quel tempo il sistema era paternalistico e poi lentamente si è trasformato, grazie al Sindacato dei lavoratori in un organismo economico di uguaglianza rappresentando le parti sociali e lavorative strettamente e solamente per il diritto al lavoro di ciascuno. In questo modo è venuta a mancare la parte umana, intellettuale e affettiva dei lavoratori. Il lavoro dopo un periodo più o meno lungo di avventiziato diveniva definitivo e poteva cessare solo per dimissioni volontarie, per raggiunti limiti di età o per licenziamento a seguito di furto o altro. Raggiunto il sessantesimo anno, si continuava volontariamente il lavoro per altri due anni con lo stipendio maggiorato dalle spettanze delle marchette che non venivano versate all' Inps ma restituite totalmente al lavoratore.
Sia il salario che lo stipendio usufruivano della contingenza per rimanere periodicamente aggiornate con la svalutazione. Vigevano, ma non solo, i quattordici scatti biennali che facevano crescere lo stipendio durante la vita lavorativa. Erano in uso le due curve salariali dove il lavoratore poteva far fluttuare la sua remunerazione a seconda del rendimento che gli veniva assegnato dal superiore. Ogni anno i dipendenti indifferentemente colloquiavano almeno una volta l'anno con il diretto superiore per la valutazione e le aspettative relative alla propria carriera. Tutto ciò è andato scomparendo poiché i rappresentanti Sindacali contrattavano biennalmente il tutto e per tutto il territorio nazionale con la Confindustria. Le tre zone salariali vennero eliminate e furono rese uguali in tutto il territorio nazionale. Si passò negli anni da 48 a 40 ore lavorative con la prospettiva di raggiungere le 36 ore settimanali. Le ferie passarono da 12 giorni annui a 24 ma scomparvero diverse festività religiose. Il lavoro del sabato fu soppresso essendo state introdotte nuove normative e perchè ricordava il noto sabato fascista del ventennio. Secondo la disponibilità e la professionalità venivano concesse gratuitamente ai lavoratori le abitazioni corredate di orto e giardino con l'obbligo di tenerle sempre produttive e ordinate. La società secondo prestabilite regole erano periodicamente imbiancate. Era concessa gratuitamente l'acqua potabile e quella per i giardini. Una parte del reddito societario della produzione doveva essere reinvestito sul territorio in opere sociali come Circoli ricreativi, Teatri, Cinema, Biblioteche, Campi sportivi, Spacci aziendali ed altro. Il trasporto delle maestranze dai paesi limitrofi per recarsi al lavoro veniva gratuitamente organizzato e gestito dalla Società con orari differenti in rispetto ai tempi di lavoro sia dei turnisti che dei giornalieri. Tantissimi operai usavano la bicicletta per recarsi in stabilimento e all'orario di uscita alle ore 12 e alle 17,00 i ciclisti occupavano completamente l'intera carreggiata scampanellando festosamente.  Secondo i meriti ma principalmente agli impiegati che lavoravano in produzione venivano assunti a contratto dopo un periodo specifico. Al termine dell'attività lavorativa, la società versava per 5 anni 1/5 dello stipendio al pensionato purché rispettasse le regole contrattuali. C'erano anche altri benefit che posso aver dimenticato o non conosciuto poiché silenziosamente sono stati eliminati per volontà comune sia datori di lavoro che del sindacato. Quando fui assunto al PLT vi trovai un'abitudine particolare, l'uso di stringersi la mano per salutarci sia al momento dell'incontro o del commiato, cosa che non ho trovato quando fui trasferito nella vecchia fabbricazione della Sodiera più consona al mio modo di essere più diretto e sincero.
Gli impiegati riscuotevano in Direzione allo sportello dell'Ufficio stipendi una volta al mese solo nel giorno stabilito del mese lavorativo che di norma era il 28. 
Gli operai venivano pagati a quindicina e riscuotevano il salario 2 volte al mese.
Alcuni operai turnisti potevano usufruire dei 12 giorni di ferie con due diverse metodologie.
Ferie da povero: venivano segnati i giorni spettanti secondo l'orario del suo proprio turno.
Ferie da ricco: venivano segnati i giorni secondo l'orario dei lavoratori giornalieri.
Con la segnatura delle ferie da ricco si consumavano 10 giorni di ferie, mentre con le ferie da povero si sottraevano solamente 9 giorni anziché 10, quindi un giorno in meno che veniva regolarmente retribuito nella quindicina.
Quando nel tuo portafoglio avevi una banconota da lire 10,000 ti sentivi ricco e pieno di soldi per realizzare i tuoi sogni giovanili.
Classificazione del personale
Operai
Manovale                   Operaio di basso livello per lavori comuni e semplici.
Qualificato                 Abile a svolgere lavori su una parte dell'impianto sotto il suo controllo.   Specializzato               Esperto in lavori più complessi e addetto al controllo dei suoi aiutanti.
Capo operaio                Organizza i subalterni conoscendo tutte le loro mansioni.
Impiegati
Assistente                  Buon conoscitore del lavoro e adatto al coordinamento e comando subalterni                              ed aiuto del capo turno.    
Capo turno                  Addetto all'organizzazione di una squadra di lavoro conoscendone tutte le                              mansioni prendendo decisioni in merito alla conduzione di un impianto produttivo anche complesso.
Capo fabbrica              Responsabile di una struttura industriale ed abile a dirigere le squadre del                                       personale giornaliero e turnista di vari livelli.
Ing. Aggiunto               Ingegnere addetto al controllo, alle modifiche e la miglioramento della                               produzione dell'impianto sotto il suo controllo.
Dirigenti

Capo servizio               Ingegnere competente della struttura affidatagli e referente verso i livelli                              dei suoi superiori.
Capo divisione              Ingegnere dirigente responsabile di una serie di impianti produttivi                              sia per il coordinamento che per la produzione degli stessi. Direttore                  Responsabile civilmente e penalmente della struttura industriale posta nel                              territorio e referente al consiglio della dirigenza amministrativa della                              società.
(G.Zanoboni)

 

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