La fabbrica/Nuove fabbricazioni  

1964 - Vista da sud degli impianti del Polietilene a destra e dei Perossidati a sinistra (Foto Aringhieri) 1964 - Polietilene Philips e Acqua Ossigenata visti dal reattore del polietilene ternario in basso con la sala controllo a dx e le colonne di distillazione  settore S a sx. A dx gli essiccatoi del solvente, più avanti i serbatoi degli alluminioalkili e la riserva dell'esano. 1964 - PE phillips settore S 1964 - PE Phillips settori P C R S 1964 - PE Phillips settore E + RS Cicloesano S24 1964 - PE Pillips Sala R. A dx SH e CL SV al centro settore E SH  etilene a sx 1964 - PE Phillips Sett R a dx sala controllo R+S+E al centro, SH Etilene a sx 1964 - PE Phillips: Sala C e Settore P 1964 - PE Phillips Sett P con DT Pressage 1964 - PE Phillips Settore P e Sala C 1964 - PE Phillips Sett F Sala G. Silos e TRG PE a dx RS antincendio 1964 - PE Phillips Sala G Attiv.Catalizzatore silos e Laboratorio a sxSn 1964 - PE Phillips: Sala F, Sala G a dx. Sala R. Riserve etilene sul fondo. Riserve cCicloesano S24 1965 - Pe Fillips completo . La foto è stata presa dai perossidati (H2O2). 1964 - PE Phillips Sett P e SalaC, a sx Sala R 1964 - PE Phillips Sett R, sala controllo R P S E, dietro il Settore S 1964 - PE Phillips Sala Controllo R P S E, SH Sv Etilenet e dietro Sett S 1964 - PE Phillips. Vista generale da Est 1964 - PE Phillips dal tetto Sala G settore P settore C, a dx il reparto Acqua Ossigenata Zona Carico Perborato H2O2 1980 - PE Ternario Reattore R711

Nel 1959 la Solvay costruisce gli impianti del Polietilene, acqua ossigenata e perborato.
(Arch. Solvay, A.Pastacaldi, R. Pardini, didascalie P.Vivaldi)

              Le difficoltà del dopoguerra ed i conflitti sindacali
Notevoli furono le difficoltà incontrate dall'azienda negli anni successivi al conflitto mondiale.  Gli impianti risalivano ormai al momento della costruzione della fabbrica, la concorrenza internazionale iniziava a farsi sentire in modo pesante in particolar modo per la soda caustica. Da Bruxelles si riteneva obbligata una riduzione di personale unitamente ad una ristrutturazione degli impianti. A Rosignano secondo la Direzione Nazionale Italia (DNI) di Milano, si prevedevano circa 1.000 licenziamenti anche a causa degli esuberi conseguenti alle assunzioni legate alle riparazioni dei danni di guerra. Le organizzazioni sindacali dal canto loro ritenevano arbitraria tale decisione e pur ammettendo che i costi di produzione erano elevati, imputavano il problema all’arretratezza e all’insufficienza degli impianti, dando come priorità la revisione degli impianti ed il loro adeguamento agli sviluppi tecnologici. Prendeva quindi il via una lunga lotta tra la società ed il movimento sindacale, soprattutto dal 1950, quando si ricorse in misura intensiva al lavoro a cottimo e agli straordinari divenuti regola quotidiana e non occasionale. Situazione quindi in contrasto con gli esuberi dichiarati dall'azienda. Occorre segnalare anche che la situazione politica del momento alimentava l'attività sindacale non solo nel settore chimico, ma parimenti in tutti campi industriali ed agricoli, tanto da creare forti momenti di tensione all’interno e fuori dello stabilimento con problemi anche di ordine pubblico. All'inizio del 1950, nel cantiere di San Carlo, tre operai dopo che erano stati condannati dal tribunale per reati comuni (danneggiamento, resistenza alla polizia) commessi durante lo sciopero per l’attentato a Togliatti, erano stati licenziati. Sebbene il licenziamento per i reati comuni fosse previsto dal contratto nazionale i sindacati chiesero di soprassedere, vista l'azione sindacale che aveva coinvolto i lavoratori. La Solvay invece, confermò il licenziamento, inasprendo le regole di sospensione del lavoro e prevedendo la soppressione del salario per un intera giornata, se lo sciopero non fosse stato comunicato con adeguato preavviso a
lla Direzione. Il clima, divenne quindi rovente, provocando la mobilitazione generale. Lo sciopero riguardò tutti i reparti, compreso l’arresto delle operazioni di carico dei prodotti. La reazione non si fece attendere ed oltre al licenziamento di altri sette operai, compresi due sindacalisti, il personale del carico fu sostituito da alcuni operai fatti giungere dal bergamasco. L’operazione era autorizzata dal Questore di Livorno e prevedeva che i lavoratori nuovi alloggiassero a Pisa e fossero trasportati a Rosignano sotto scorta dalle forze dell’ordine. La tensione con gli scioperanti fu tale che lo stabilimento venne occupato da 800 carabinieri, ma la situazione, non precipitò. Alla fine, grazie alla maturità e alla fermezza dei dirigenti sindacali e alla decisione presa dalla società belga di autorizzare l’allontanamento delle forze dell’ordine dalla fabbrica, ripresero le trattative tra le due parti in causa e vennero risolte alcune questioni come il riconoscimento ai membri delle Cooperative di lavoro e di produzione, incaricate di appalti all’interno della Solvay, della parità di trattamento rispetto ai dipendenti Solvay. Per questi lavoratori, infatti, era previsto un trattamento economico ben al di sotto di quello vigente per i dipendenti. Restavano tuttavia sul tappeto molte questioni aperte tra cui il miglioramento delle condizioni lavorative all’interno della fabbrica e i innalzamento del tenore di vita da attuare attraverso aumenti salariali.
Nel frattempo la Solvay aveva provveduto ad una consistente riduzione del proprio organico, passando da complessivi 4.567 addetti nel 1948 a 4.054 nel 1952.
(Sintesi da:
"90 anni di movimento sindacale alla Solvay di Rosignano" di Gabriele Paolini, scaricabile dal sito)  

  Il 1957 aveva segnato una svolta importante negli orientamenti produttivi della Società. L'iniziativa si indirizzava, infatti, verso il vasto campo della petrolchimica, con la costruzione di un primo reparto a ridosso del terreno utilizzato dalla sodiera, per la fabbricazione di polietilene con processo «Philips» a bassa pressione, allora tra i più avanzati. Il reparto è stato messo in esercizio nel 1959, potenziato successivamente con altri processi a catalizzatori ternari (1964), e supportato (1969), entrambi messi a punto dai laboratori di ricerca della Società e negli impianti pilota di Rosignano. Dopo i primi anni di esercizio del reparto, durante i quali tale materia prima (etilene) viene acquistata dalla Edison di Mantova, la Società costruisce, nel triennio 1962-'65, un proprio impianto di Cracking, assicurandosi l'autoproduzione di 50 Kt. all'anno di etilene, materia prima del polietilene. Il processo adottato (brev. Montecatini), fornisce oltre all'etilene, 15 Kt. all'anno di acetilene per il cloruro di vinile e 10 Kt. all'anno di metano, materia prima per i clorometani. Quale stabilimento integrato dobbiamo considerare appartenente al settore petrolchimico, lo stabilimento messo in marcia nel 1970 per la produzione di filati sintetici polietilenici, comunemente Multifili. Nel 1959 viene messo in servizio un impianto per la fabbricazione di acqua ossigenata e perborato che vedrà in seguito ampi sviluppi.
In tempi più recenti nel 2004 infine il Polietilene di Rosignano (produzione e ricerca) è stato ceduto a British Petroleum (BP), con la nascita della nuova società Olefine & Derivati Italia Manufacturing S.p.A.

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