La fabbrica/Pontile Solvada |
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1979 - Pontile Solvada per lo scarico di etilene liquida verso il Polietilene (Foto da materiale illustrativo aziendale) |
Perché
il pontile
La decisione di costruire il nuovo pontile ha rappresentato un evento importante nella vita della Societa Solvay Italia. Indica infatti una scelta strategica ben precisa: quella di continuare l’attività petrolchimica a Rosignano basandola essenzialmente sull’etilene proveniente dai centri produttori per vie d’acqua e di terra. Attività che altrimenti avrebbe dovuto completamente cessare per due fondamentali ragioni: — l’indilazionabile arresto del cracking acetilenico a Rosignano in marcia dal 1965, perché ormai obsoleto e assolutamente fuori scala con i moderni cracking; — la impossibilitò di assicurare allo stabilimento un adeguato rifornimento di etilene da centri di produzione collegabili con pipe-line. Il nuovo pontile pone Rosignano nelle migliori condizioni per ricevere idrocarburi semilavorati da tutto il bacino del Mediterraneo ed in modo particolare dai poli nazionali insulari. Abbandonata la possibilità di costruire tempestivamente un grosso cracking in Toscana, si erano esaminate in primo luogo le soluzioni offerte dai Porti di Livorno e di Piombino, certamente, a prima vista, più logiche per l’afflusso dell’etilene, ma anche queste furono abbandonate per obbiettive ragioni tecniche e funzionali. La struttura portuale e logistica di questi porti rendeva impossibile la realizzazione di un terminale adatto agli scopi e soprattutto nei tempi previsti. Nasceva, così, l’idea di un pontile proprio, sul mare prospiciente Rosignano, vicino allo stabilimento ed avente le caratteristiche tecniche indispensabili, una dinamica operativa, con ogni garanzia di sicurezza e in grado di far fronte alle prospettive di sviluppo industriale del gruppo. Si è trattato di un impegno importante anche per un’azienda come la Solvay che si è affidata, fin dai primi studi di fattibilità e agibilità e poi nelle fasi di progettazione e realizzazione, ad esperti e società di grande competenza a livello mondiale (Politecna Harris, Montubi, CMF di Livorno per esempio). - Maggio 1975. Viene presentato il progetto del nuovo pontile. La località scelta è la rada di Vada, dove la Solvay gestisce in regime di concessione demaniale il complesso portuale realizzato nel 1938. E' prevista la costruzione delle seguenti infrastrutture, per un investimento complessivo di 9 miliardi di lire: un pontile di 1.700 metri, con pescaggio all’ordine di 15 metri, idoneo all’attracco di navi di 12.000 tonnellate; uno stoccaggio di circa 10.000 tonnellate per l’etilene allo stato liquido, con annesso impianto di gassificazione e compressione; un etilenodotto comprendente due tubazioni dalla testata del nuovo pontile al serbatoio di stoccaggio ed un’altra fino agli impianti utilizzatori. In pratica risulterà: il più lungo d'Europa con i suoi 1720 m. (un miglio) con 52 campate. Quattro anni di studi e due di lavori, dal giugno 1977 al luglio 1979. Sono stati posizionati 168 pali costituiti da un cilindro di acciaio lungo quaranta metri, piantato con una battipali per trenta metri nello strato di arenaria del fondale. L'ultimo fu piazzato il 31 ottobre 1978. Poi furono poste in opera le varie campate tra maggio ed dicembre 1978. L'altezza sul livello del mare è tre metri a terra e cinque metri in testa. In tutto cinque milioni di chili di acciaio, per 32 miliardi di lire di allora. Consente lo scarico di navi etileniere fino a 3.000 ton. L'etilene stoccato nella riserva a terra da 5000 ton. e 24 m. di diametro, è utilizzato dal Polietilene. Fino alla riserva di stoccaggio deve essere tenuto a 140°C sotto zero (liquefà alla temperatura di -103,9 °C, a pressione atmosferica) per mantenerlo liquido lungo i 2800m. di tubazione fino al serbatoio, dal quale dopo passaggio allo stato di gas viene compresso per raggiungere lo stabilimento. A giugno 1979 la visita della Commissione Interministeriale di controllo. La prima nave ha attraccato il 17 luglio del 1979 alle 18,30. Si chiamava Elisabeth e proveniva dalla raffineria di Laverà, in Francia. Per due anni le navi sarebbero giunte dalla Francia, poi dalla Sicilia, grazie all’entrata in funzione dello steam cracking dell’ANIC a Priolo. Il nome SOLVADA (Solvay+Vada) è uscito dalla fantasia di una bambina di 10 anni della scuola elementare R. Fucini di Portovecchio (Chiara Borella) durante un apposito concorso scolastico tenutosi nella primavera del 1980. La nave etileniera attracca alla piattaforma di testa del pontile che si trova a 1700 m. dalla riva e può definirsi la centrale operativa. Da essa infatti si tiene sotto controllo ogni operazione ed ogni meccanismo: manovre di attracco, ormeggio, disancoraggio, tempi e flussi di scarico, imponenti servizi antincendio.
Allo stato liquido e alla
temperatura di -140°C l'etilene viene trasferito dalla nave
cisterna allo stoccaggio che si trova a terra, attraverso due
tubature di circa 2800 metri situate lungo il pontile. Il
magazzino di stoccaggio E 101 ha un diametro di 24 metri e può
contenere circa 9mila metri cubi di etilene allo stato gassoso
(l'equivalente di 5mila tonnellate); una capacità che tiene
conto anche di eventuali sviluppi futuri nelle fabbricazioni di
materie plastiche a Rosignano. Dotato dei più aggiornati
dispositivi di sicurezza e di protezione, come del resto il
pontile, il serbatoio è in grado di sopportare qualsiasi tipo di
sovrappressione o depressione accidentali. E antisismico ed è
dotato di un sistema di raffreddamento che entra in funzione
automaticamente e con immediatezza. E' collegato con lo
stabilimento da un gasdotto lungo 2500 metri. Riportare il
liquido allo stato gassoso è condizione indispensabile per
inserire l'etilene nel sistemi di sintesi e di lavorazione.
L'etilene viene quindi ripreso dal serbatoio, pompato a circa 40
atmosfere, “riscaldato” fino alla temperatura ambiente
trasformandolo quindi in gas e trasferito, mediante una
tubazione, da Vada al Polietilene dove viene depurato da
sostanze nocive attraverso colonne al rame e all’allumina e,
dopo questa depurazione, va nei reattori di polimerizzazione per
la reazione con i catalizzatori. L’etilene non polimerizzata
viene recuperata. Viene così trasformato in PLT alta densità, l’ELTEX,
materia plastica ben nota per le sue notevoli caratteristiche
che ne permettono l’uso anche nelle applicazioni più sofisticate
quali tubi e films.
(Solvay Notizie febbraio
1982) - Lunghezza pontile: m. 1720 (dalla piattaforma di testa al suo «attracco» alla terra ferma) - Larghezza pontile al livello del mare: m. 7 - Larghezza struttura orizzontale: m. 10,80 - n. 52 campate - Lunghezza campate della struttura: m. 32 - Parte carrabile: m. 2,80 - Pendenza pontile: 1% - Larghezza complessiva passaggio pedonale: m. 7 - Altezza sul mare: m. 3 a riva, m.5 alla piattaforma di testa - Capacità serbatoio: 5000 tonnellate, volume: 9000 mc, diametro 24m. - Lunghezza dei tubi dal fondale: m.10 (con un diametro di mm. 1015 e mm. 16 di spessore) - n. 2 condotti per l'etilene - Lunghezza complessiva dei pali di sostegno: km. 7
- Diametro dei pali di
sostegno (in ferro): mm. 1016 - Sono stati impiegati circa 5 milioni di chili di ferro API-5LX ad alto snervamento - Il nuovo pontile è orientato di 56 gradi rispetto al vecchio V. Veneto, con un'altra conversione di 18 gradi nel suo tratto terminale in pieno mare. (Solvay Notizie febbraio 1982) |
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