La discarica di Scapigliato

Novembre 2015 - Il nuovo biostabilizzatore.

                                  Il biostabilizzatore

Nuovo step per il ciclo dei rifiuti all'interno del polo impiantistico di Scapigliato. Inaugurato il 30 novembre l'impianto di biostabilizzazione, che permetterà di trattare i materiali organici che arrivano in discarica (mischiati ai rifiuti urbani indifferenziati) per ottenere una sorta di compost (tecnicamente Fos, frazione organica stabilizzata), da utilizzare come copertura dei rifiuti stoccati a Scapigliato. «Si tratta di un importante investimento - spiega Alessandro Giari, amministratore unico di Rit (Rosignano impianti e tecnologie) - di circa 3 milioni di euro, fatto dal Comune, per adeguare la struttura esistente al trattamento dei rifiuti solidi urbani». Il primo livello di separazione dei materiali raccolti, avviato a Scapigliato nel 1996, attua una selezione, ossia una divisione dei rifiuti indifferenziati (Rsu) tra parte secca (che prioritariamente viene avviata ad un impianto di termovalorizzazione) e parte umida. «L'impianto inaugurato il 30 - prosegue Giari - rappresenta il secondo livello e sviluppa un ulteriore trattamento della frazione umida». In pratica (nel box in alto sono riportati gli aspetti tecnici del nuovo impianto), la biostabilizzazione riguarda esclusivamente l'umido (ottenuto come detto dopo aver suddiviso i rifiuti urbani), che viene immesso all'interno del nuovo impianto e trattato per circa venti giorni. «Il trattamento - dice ancora Giari - prevede che questa parte di rifiuti, già triturati, siano insufflati con aria che arriva da alcune canalette sotto la pavimentazione con lo scopo di favorire la trasformazione biologica del rifiuto. Terminato il trattamento, il materiale perde le sue caratteristiche organiche e diventa Fos da usare appunto come materiale di copertura del fronte di discarica». Un risultato che permette «di contenere il cattivo odore, dato che l'organico così lavorato non emana vapori maleodoranti, e allo stesso tempo evitiamo di acquistare prodotti naturali per la copertura dei rifiuti: una soluzione corretta anche dal punto di vista ambientale». Per quanto concerne la quantità di rifiuti che possono essere trattati nel nuovo biostabilizzatore, Giari ricorda che «ogni anno arrivano a Scapigliato tra 100 e 120mila tonnellate di Rsu e rifiuti urbani trattati, di queste circa 40mila raccolte sul territorio rosignanese, in Garfagnana e in parte in Lucchesia, hanno passato solo il primo vaglio (umido-secco) e quindi sono destinate al nuovo impianto». Dopo aver dettagliato l'utilità dell'impianto di stabilizzazione aerobica dell'organico, Giari spiega gli obiettivi futuri della società che è stato chiamato ad amministrare poche settimane fa. «Rit ha la sua autonomia di sviluppo - spiega l'amministratore unico - il Comune darà indirizzi ma la gestione e la tempistica delle attività adesso spetta alla società». Giari assicura che «Rit sta già collaborando e collaborerà con il polo tecnologico della Magona come del resto con quello di Navacchio (di cui l'amministratore di Rit è stato a capo fino a poche settimane fa), e con tutte quelle realtà che grazie all'innovazione permettono l'abbattimento dell'impatto ambientale». Rit ha in cantiere, entro due anni e mezzo, la costruzione di un impianto di compostaggio e biodigestione anaerobica che permetterà di trattare direttamente i materiali organici ottenuti da raccolta differenziata (e non più misti al resto). «C'è già l'autorizzazione della Provincia - dice Giari - e stiamo lavorando al progetto definitivo di una impianto che ha un costo di almeno 10 milioni di euro. Una volta terminato, potremo trattare questo tipo di rifiuto proveniente anche dai territori dell'Ato Costa e produrre compost di qualità».  (Il Tirreno 20
Rosignano M. Il trattamento RSU di Scapigliato