Come è nata la
celebrazione dell’8 Marzo
La prima giornata della Donna era stata celebrata il 28 febbraio 1909
negli Stati Uniti su iniziativa del Partito Socialista
Americano. Fra i numerosi eventi storici, si commemora
l'incendio della fabbrica Triangle (New York, 25 marzo 1911) che
fu il più grave incidente industriale della storia di New York,
dove 148 persone persero le loro vite, per la maggior parte
giovani operaie di origine italiana e dell'est europeo. Nella
conferenza internazionale femminile che si svolse a Copenaghen
nel 1910, presieduta da Rosa Luxemburg, nota antinazista e
sindacalista tedesca, fu fatta la proposta di creare una
giornata dedicata alle donne da celebrare in tutto il mondo.
All'alba del 20° secolo quando la rapida industrializzazione e
l'espansione economica portò a molteplici proteste sulle
condizioni di lavoro. Esiste una famosissima leggenda
metropolitana secondo la quale alcune donne di fabbriche tessili
e di confezioni avrebbero condotto tali proteste l'8 marzo di
tutti gli anni a partire dal 1857 nella città di New York, non
ci sono prove sull'effettiva storicità di tale leggenda. Le
lavoratrici protestavano contro le poverissime condizioni di
lavoro e i bassi salari. Le contestatrici furono sempre
attaccate e disperse dalla polizia. Queste donne costituirono il
loro primo sindacato dei lavoratori nello stesso mese due anni
dopo. In Italia, nel secondo dopoguerra, la giornata
internazionale della donna fu ripresa e rilanciata dall'UDI
(Unione Donne Italiane) associando nel contempo alla data dell'8
marzo l'ormai tradizionale fiore della mimosa. Ma vediamo meglio
quali realmente erano le condizioni di lavoro che portarono alla
giornata di solidarietà femminile. La Triangle Shirtwaist
Company produceva le camicette alla moda di quel tempo, (le
cosiddette shirtwaist). Occupava i 3 piani più alti del palazzo
a 10 piani. Alcune donne avevano 12 o 13 anni e facevano
turni di 14 ore per una settimana lavorativa che andava dalle 60
ore alle 72 ore. Il salario medio per le lavoratrici andava dai
6 ai 7 dollari la settimana. La Triangle Company era già famosa
fuori dall'industria tessile prima del 1911: il massivo sciopero
delle operaie tessili iniziato il 22 novembre 1909, conosciuto
come protesta delle 20.000, iniziò come una protesta spontanea
proprio alla Triangle Company. La International Ladies' Garment
Workers' Union negoziò un contratto collettivo di lavoro che
copriva quasi tutti i lavoratori dopo uno sciopero di 4 mesi, ma
la Triangle Shirtwaist rifiutò di firmare l'accordo. Le
condizioni della fabbrica erano quelle tipiche del tempo.
Tessuti infiammabili erano immagazzinati per tutta la fabbrica,
scarti di tessuto sparsi per il pavimento, gli uomini che
lavoravano come tagliatori a volte fumavano, l'illuminazione era
fornita da luci a gas aperte e c'erano pochi secchi d'acqua per
spegnere gli incendi. Il pomeriggio del 25 marzo 1911, l'
incendio iniziò all'ottavo piano. Poiché la fabbrica occupava
gli ultimi piani di un palazzo di dieci, 62 delle vittime
morirono nel tentativo disperato di salvarsi lanciandosi dalle
finestre dello stabile, non essendoci altra via d'uscita. I
proprietari della fabbrica, Max Blanck e Isaac Harris, che al
momento dell'incendio si trovavano al decimo piano e che
tenevano chiuse a chiave le operaie per paura che rubassero o
facessero troppe pause, si misero in salvo e lasciarono morire
le donne. Il processo che seguì li assolse e l’assicurazione
pagò loro 445 dollari per ogni operaia morta: il risarcimento
alle famiglie fu di 75 dollari. Migliaia di persone presero
parte ai funerali delle operaie.
(In parte da Wikipedia) |