Dal
castello di Rosignano
Chiaro è il mattino
e qui, nell’aria tersa, volto a oriente
vedo la tavolozza controsole
delle crete dei colli del pisano
odorosi di sulla e fieno greco.
Ritraendo lo sguardo qui d’attorno,
è tutto un saliscendi
dei rossi tetti dell’antico borgo
che, come un vecchio cane accovacciato,
si scalda al primo sole del mattino.
Il mare, ad occidente, è arabescato
dai toni più svariati dell’azzurro,
chiazzato dalla bolla opalescente,
cascame del progresso,
che tanto fa Maldive.
E a riva, nella piana
che un tempo fu Maremma,
convivono in simbiosi
binari, capannoni e ciminiere,
col vasto caleidoscopio delle case
d’una città-giardino
affogata nel verde di pinete
orlate da un tripudio d’oleandri.
Al largo, sopra l’onde,
fa guardia l’Arcipelago Toscano,
ove galleggia la Gorgonia e l’Elba
e in mezzo la Capraia,
dietro cui incombe e nella grigia bruna
par tendere le braccia
la Corsica rapita ed adottata
dai cugini d’oltralpe.
Dove nasce lo sa, non dove muore
ognun di noi, perciò son grato al fato,
che, delle sorti umane tessitore,
in questo luogo m’ha depositato.
Antonio Bitti Giugno 2013
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