I Tommasi, dinastia livornese di nascita, di cultura
macchiaiola per il legame con Silvestro Lega,
permette al visitatore di viaggiare nel tempo
attraverso la personalità tardo-macchiaiola di
Adolfo Tommasi (Livorno 1851 - Firenze 1933, tra i
frequentatori della Villa Martelli a Castiglioncello),
proseguire con le esperienze di Angiolo (Livorno
1859 - Torre del Lago 1923, pittore naturalista tra
i protagonisti della scuola di Torre del Lago legata
alla figura di Giacomo Puccini) e approdare alla
vicenda post-macchiaiola di Ludovico (Livorno 1866 -
Firenze 1941 che, a parere di chi scrive, è la
rivelazione della mostra).
Nel 1881 la famiglia di Luigi Tommasi si trasferisce
da Livorno a “La Casaccia” di Bellariva (villa
fiorentina nota per le incursioni pittoriche di
Abbati e Signorini nel decennio aureo della
“Macchia”) proprio per favorire le inclinazioni
artistiche di due dei cinque figli, Angiolo che si
iscrive all’Accademia di Belle Arti e Lodovico che
entra in Conservatorio, per diplomarsi in violino.
Già dal 1877, Adolfo (cugino di Angiolo e Lodovico)
aveva introdotto in famiglia Silvestro Lega, di
fatto la base formativa dei tre artisti livornesi e,
grazie a mamma Adele, il salotto dei Tommasi diviene
fra i più frequentati con le presenze di Giosuè
Carducci, Enrico Panzacchi, Anna Franchi oltre ai
pittori Adriano Cecioni, Francesco e Luigi Gioli,
Vittorio Corcos, Eugenio Cecconi, Giovanni Fattori,
Telemaco Signorini e ricordato anche per aver
ospitato la rinascita del non più giovane Lega.
Sono, appunto, gli anni delle divergenze tra Lega e
Fattori per le critiche di quest’ultimo alla
tendenza liberamente “impressionista” assunta
dall’arte toscana, un dibattito dove i Tommasi sono
schierati al fianco del loro maestro come si
evidenzia chiaramente nei dipinti di Angiolo "In
giardino" e "Lavandaie sull’Affrico" o
i "Pescatorelli" di Lodovico.
Per chi desidera approfondire i tanti aspetti, tipo
le polemiche di "Dopo la brina" di Adolfo
che nella descrizione delle foglie dei cavoli
imbiancati riecheggia l’Assommoir di Zola, il
catalogo edito da Skira, oltre a quello della
Curatrice, offre saggi di Silvestra Bietoletti,
Rossella Campana ed Eugenia Querci.
La mostra quindi, partendo dall'antefatto sopra
descritto e dalle comuni origini culturali
macchiaiole dei tre cugini, evidenzia i singoli
percorsi e i linguaggi pittorici autonomi e
caratterizzati, articolandosi in tre sezioni che
sono tre retrospettive parallele e nel video
Francesca Dini vi offre una panoramica orientativa.
Fino a ieri, dei tre Tommasi, Ludovico era
certamente il meno conosciuto, ma sono stata rapita
dalla sensibilità del violinista capace di
trasferire sulla tela tutta la belleza e i fermenti
di quegli anni... vedere per credere!
(Da: www.artearti.net)