Dal 19 luglio al 1 novembre 2009, gli spazi del Castello
Pasquini di Castiglioncello accolgono la mostra “Da Corot ai
Macchiaioli al Simbolismo. Nino Costa e il paesaggio
dell’anima”. L’iniziativa, promossa dal Comune di Rosignano
Marittimo, con la preziosa collaborazione della Galleria Nazionale di
Arte Moderna di Roma, rappresenta un nuovo appuntamento espositivo
finalizzato ad indagare gli ampi stimoli culturali che da questo angolo
di Toscana, nel corso dell’Ottocento, continuarono ad intrecciarsi con
la vita intellettuale italiana ed internazionale del tempo.
Curata da Francesca Dini e Stefania Frezzotti, l’esposizione si propone
di analizzare il fondamentale ruolo di mediatore culturale svolto da
Nino Costa nel panorama europeo, ripercorrendone l’intero arco creativo.
Grazie alla disponibilità di prestigiose collezioni pubbliche, tra le
quali ricordiamo il Museo d’Orsay e la Galleria d’Arte Moderna di
Firenze e di importanti raccolte private, saranno visibili per la prima
volta a Castiglioncello opere non più esposte dopo la mostra celebrativa
di Costa, tenutasi al Campidoglio nel 1927.
Fatto raro per l’Italia saranno presentati dipinti, mai veduti prima nel
nostro Paese, provenienti da Castle Howard e da altre esclusive
collezioni inglesi, francesi e d’oltre oceano.
La monografica prenderà le mosse dagli originalissimi studi sul
paesaggio eseguiti da Costa dal vero negli anni ’50 ad Ariccia e nella
campagna romana, si soffermerà sul sodalizio intellettuale con gli
inglesi George Mason e Frederic Leighton, attraversando il periodo
toscano, in cui il pittore venne a stretto contatto con il gruppo dei
Macchiaioli. Seguiranno poi le opere eseguite durante i frequenti
soggiorni inglesi, ispirate dall’ambiente preraffaellita e
caratterizzate sempre dalla progressiva trasmutazione del ‘vero
naturale’ in ‘paesaggio dell’anima’.
Circa 90 dipinti eseguiti nel corso dell’intera attività del pittore
romano e numerose opere di rinomate personalità della scena
internazionale, documenteranno attraverso un confronto diretto gli
influssi e le consonanze che legarono Nino Costa con Corot e i paesisti
della Scuola di Barbizon, gli inglesi Charles Coleman, Frederic Leighton,
George Mason e infine la cerchia degli artisti della Etruscan School,
fra i quali emerge la figura di George Howard, pittore, amico nonché
mecenate di Costa.
(www.ilreporter.it)
|