2006

Boldini, Helleu, Sem

Protagonisti e miti
della Belle Epoque

 

Per l'estate 2006 un nuovo appuntamento espositivo al Castello Pasquini di Castiglioncello, finalizzato ad indagare aspetti ancora inesplorati dell'arte italiana e francese fra Ottocento e Novecento.
Curata da Francesca Dini, la mostra propone un quadro sfaccettato, vivace e puntuale, dei complessi rapporti tra arte, letteratura e costume che contraddistinsero la temperie culturale della Belle Epoque, a partire da un punto d'osservazione inedito, ovvero l'amicizia tra Boldini, Helleu e Sem, brillanti protagonisti della vita culturale parigina di fine secolo. Tra i pittori italiani che condivisero le ricerche macchiaiole, e che decisero successivamente di stabilirsi a Parigi, Giovanni Boldini fu senz'altro l'artista che ottenne il più alto consenso da parte della società internazionale del tempo. La mostra prende avvio dagli spunti che la frenesia metropolitana e la mondanità civettuola della "ville lumière" offrirono al maestro italiano, per arrivare a delineare l'originale alchimia della sua pittura e documentare come essa attinse significativamente sia dal sentimento di eleganza di Helleu, che dall'istinto alla caricatura di Sem. Il nome di Paul Cèsar Helleu evoca tutta l'eleganza della Belle Epoque: a lui si ispirò Marcel Proust per uno dei suoi
personaggi, con lui Claude Monet condivise l'amicizia e alcune fra le più avanzate ricerche impressioniste. Le numerose opere eccezionalmente raccolte in mostra consentono di indagare per la prima volta la sua interessante vicenda artistica, dalla formazione sino agli esiti più intimi e familiari degli ultimi anni. Le diverse vicende pittoriche di Boldini ed Helleu, a dispetto della diversa età (Boldini era più anziano di 17 anni) e delle diverse origini e formazioni, si intrecciarono per un lungo periodo nell'ambiente culturale che gravitava a Parigi intorno al Conte Robert de Montesquiou, fine esteta e campione di eleganza dell'epoca.
Mentre i primi appuntamenti espositivi promossi al Castello Pasquini attraverso il Centro Martelli hanno permesso di approfondire i legami della pittura dei Macchiaioli con i luoghi della Toscana, le mostre recenti hanno indagato i rapporti tra la pittura italiana e la contemporanea arte europea. L'attuale progetto si inserisce in quest'ultima prospettiva e presenta una selezione di opere sceltissime, fra cui alcune inedite ed altre non più esposte da decine di anni. Articolata in sei sezioni, la mostra evoca la società parigina di fine secolo, spumeggiante e un po' fatua, che verrà definitivamente spazzata via dal primo conflitto mondiale. In questo ambiente, Boldini e Helleu si dedicano alla pittura partecipando con fervore alla vita artistica del momento, e approntando una innovativa tipologia di ritratto, che si impone per l'assoluta attualità del modello sociale e per una moderna espressività, inquieta e sensuale: da un lato la grazia e la leggerezza di Helleu, dall'altro la pregnanza "charmante" e guizzante delle donne di Boldini. Accanto a loro, e in stretto contatto, il celeberrimo autore di caricature Sem (alias Georges Goursat, 1863-1934), eternato da Boldini in uno dei suoi più bei ritratti. In mostra, una sequenza di oltre trenta litografie di Sem, che raffigurano il mondo della cultura, della finanza, delle corse della Parigi fine secolo. Tré artisti che interpretano lo stesso mondo con poetiche profondamente personali e diverse: il "defilé hilarant duTout-Paris" di Sem, le "femmes fleurs" di Boldini, "donne coi nervi a pezzi, affaticate da questo secolo tormentato", secondo le parole dello stesso Sem, il mondo di affetti familiari delicatamente descritto con i pastelli da Helleu.

Da La Stampa di venerdi 28/7/2006
Boldini, Helleu & C.  Viva la Belle Epoque
Il lussuoso dessert pittorico a cura di Francesca Dini dedicato all'incrocio parigino a cavallo fra '800 e '900 di Giovanni Boldini, di Paul-César Helleu e del grafico caricaturista Georges Gourçat, Sem, che evoca in sottotitolo la Belle Epoque, ha un altro protagonista, per nulla occulto: Marcel Proust. Nell'ambito delle tipiche e complesse tecniche combinatorie di memorie, incontri, psicologie con cui Proust ha creato i suoi personaggi il modello primario del pittore Elster, i cui quadri decorano le pareti di casa Guermantes, fu indubbiamente Helleu. Già prediletto dalla società parigina e londinese, ivi compreso il bon vivant Principe di Galles che lo salutava per primo da bordo dei reciproci yacht, egli venne presentato a Proust nel 1895 da Robert de Montesquiou, il dandy supremo sulla scena parigina, amatore d'arte e poeta decadentista, già modello del Des Esseintes in A rebours di Huysmans e futuro modello del conte Charlus nella Recherche. Questi si era presentato due anni prima al ventiquattrenne Proust recitando un proprio verso: «Io sono il sovrano delle cose transitorie».
Nel 1897 Proust si recò nella casa studio di Boldini in Boulevard Berthier per ammirarvi fresco di pittura il Ritratto di Montesquiou prima ancora della presentazione al Salon. In un saggio del catalogo Skira di Roberto Beretta Anguissola, in cui si rivendica il riscatto di Proust dall' accusa di Sartre di «frivolezza» elitaria borghese e, in parallelo, della limitazione critica della ritrattistica mondana di Boldini e di Helleu al di là delle sontuose o raffinatissime abilità pittoriche, viene citato proprio un articolo di Proust sul Figaro del 1907: «La pura frivolezza è impotente a risvegliare qualsivoglia impressione, anche quella della frivolezza. Un'opera frivola è pur sempre un'opera, e c'è comunque un autore che l'ha scritta». Per questo, per entrare nello spirito di fondo della mostra, inviterei il visitatore a rimandare ad un momento successivo la degustazione nella prime sale della fibrillazione preziosa del Boldini parigino degli anni 1870 e '80 e delle evanescenze bianche e azzurre del metaimpressionista monettiano Helleu per giungere subito al cuore ed emblema: appunto il Ritratto di Montesquiou del Museo d'Orsay. Il profilo tagliente del discendente dei Merovingi, baffi arricciati e pizzo, guarda con orgoglio distaccato l'impugnatura di porcellana celeste del bastone Luigi XV, acquistato all' asta delle collezioni dei Goncourt, impugnato dalla destra guantata di capretto argento. A parte il legno lucido del bastone e il pallore aristocratico della testa, gli unici altri colori oltre l'argento sono le tonalità fruscianti più chiare e più scure del grigio setoso del fondo e della veste e il nero dei capelli e della cravatta alla Lavallière «rubati» da Boldini a Frans Hals.
Al ritratto fanno corona un vero e proprio pendent, il profilo in controparte inciso a puntasecca da Helleu, e l'erotismo neosettecentesco della Leda e il cigno di Boldini, già su una parete della casa «bianca all'inglese» in Avenue Bougeaud di Helleu, maestro di stile nell'arredo e nella moda femminile. Montesquiou definì il piccolo quadro una «pochade libera e libertina» fra Fragonard e Giulio Romano, Proust lo citò in Albertine scomparsa, «studio fremente » di una donna immersa «in tutta la palpitazione specifica del piacere femminile». Di Helleu, gran maestro del pastello accanto a De Nittis, è esposto anche Le ortensie sullo sgabello con dedica a Montesquiou, fanatico dell'artificialità chimica dell' ortensia blu, tanto da dedicarle una raccolta di poesie che gli valse dalla linguaccia di Daudet il soprannome di «Hortensiou».
Mallarmè ammirava nel «gracieux Helleu» in rima con «bleu» il colore «sconosciuto/fra la delizia e il blu». Come perfetto contraltare una vetrina ospita la puntasecca, tracciata direttamente sulla lastra da Helleu il 19 novembre 1922, della testa di Proust sul letto di morte. La Belle Epoque è defunta da tempo, accanto a Helleu vi è Man Ray che scatta due fotografie. Insieme alle caricature del bel mondo di Sem, documento d'epoca, ricompaiono capolavori di Boldini già esposti a Padova, dall'«istantanea » di Visita domenicale alla trasparenza dinamica boccioniana della coppia in primo piano contro lo scenario statico di Place Pigalle e l'omnibus intorno al 1880. In Helleu la luminosità serica delle vesti e la vernice lignea sulle pareti di casa e sul fasciame degli yacht esaltano il contrasto con le chiome fulve di Madame Helleu en robe blanche e della Lionne aux hortensias bleus.
di Marco Rosci
  
Da Il Tirreno di  domenica  9 luglio 2006
Cento frammenti della belle époque  
Aperta la grande mostra su Boldini e i suoi legami con Helleu e Sem

«Opere straordinarie che i grandi musei ci concedono solo grazie alla nostra credibilità»
 
Alla presenza di un pubblico folto e interessato, è stata inaugurata la mostra “Boldini, Helleu, Sem. Protagonisti e miti della Belle Epoque”, sesta edizione della tradizionale esposizione estiva che richiama a Castiglioncello migliaia di visitatori. La mostra raccoglie nelle sale del Castello Pasquini cento opere provenienti da collezioni private e gallerie della portata del museo d’Orsay e degli Uffizi, ed è incentrata sull’esperienza artistica di Giovanni Boldini.
 Pittore di origini ferraresi che ebbe contatti con Castiglioncello e i Macchiaioli, e dei suoi legami con la Parigi di Helleu e Sem.
 “Si tratta di una mostra importante, che rappresenta un’occasione di cultura e di conoscenza, ma anche un fondamentale veicolo promozionale per la visibilità del territorio. Le opere esposte provengono - ha spiegato il sindaco di Rosignano, Alessandro Nenci - da collezioni e musei internazionali che non le avrebbero concesse se non riconoscessero questo di Castiglioncello come un evento di valore. Un valore difeso anche da questa amministrazione, che ha deciso di non tagliare il settore della cultura, fondamentale per la crescita qualitativa di un territorio”.
 “La mostra nel periodo estivo è ormai tradizione radicata. Quello di quest’anno - ha detto Alessandro Franchi, assessore alla cultura del Comune di Rosignano - è un appuntamento di livello culturale elevato, che ha un respiro più ampio. Ringraziamo collezionisti privati e musei che ci hanno concesso di esporre le loro opere”. Quella di portare a Castiglioncello l’opera di Boldini e di altri protagonisti della Ville Lumière potrebbe sembrare una scelta che si discosta dal percorso ideologico alla base delle esposizioni pittoriche degli anni passati, quando il castello che fu la residenza del mecenate Diego Martelli ha ospitato le tele di pittori toscani, principalmente di quelli legati alla corrente macchiaiola. “Non si tratta di una deviazione, ma anzi di un approfondimento che si inserisce in un’ottica più ampia. Vediamo come Boldini, il cui legame con Castiglioncello - ha sottolineato Francesca Dini del comitato scientifico che ha curato l’allestimento dell’esposizione - è testimoniato anche in un saggio inserito nel catalogo della mostra, muta le sue scelte pittoriche grazie alla frequentazione di Parigi e degli artisti che la abitavano. La mostra è incentrata su tre personaggi che vivono la Ville Lumière fatta di fervori culturali, ma anche fatua e mondana, e che si fanno interpreti di un’epoca di passaggio”.
 Anche Cosimo Ceccuti, altro membro del comitato scientifico, ha voluto elogiare le opere che rimarranno esposte fino al 12 novembre al castello Pasquini. “E’ una mostra straordinaria che ha insito un elemento di riflessione storica. Quando Boldini arriva a Parigi trova una città che esplode, la Parigi dei boulevards, dalle luci. Dopo il centenario della rivoluzione francese - ha spiegato Ceccuti - i rapporti tra Italia e Francia sono tesi, si rischia una crisi politica. Eppure la cultura italiana non teme le ritorsioni politiche, è aperta alle esperienze di una cultura francese che li accoglie così gioiosamente”. A sottolineare l’importanza e il forte valore artistico della mostra è stato anche un altro rappresentante del comitato scientifico, Carlo Sisi.
 «Questo appuntamento è indice di continuità nelle scelte culturali e di una forte credibilità, dimostrata dal fatto che musei e istituzioni internazionali - ha detto Sisi - hanno accordato il prestito delle loro opere. Una mostra che alza il tiro dal recinto delle arti locali verso un’avventura più ampia». ANNA CECCHINI
   Da Il Tirreno del 4 febbraio 2006
Arrivano i Macchiaioli della Bella Epoque
Anche per l’estate 2006 Castiglioncello avrà la sua mostra legata alla pittura Macchiaiola. Ad anticiparne il titolo è l’assessore alla Alessandro Franchi. «Per quest’anno - spiegato - il Comune promuoverà, attraverso il centro per l’Arte Diego Martelli “Archivi dell’800 e del ‘900” e con la consueta collaborazione della galleria d’arte moderna di Firenze, un nuovo appuntamento espositivo nelle sale del castello Pasquini di Castiglioncello, finalizzato a indagare aspetti ancora inesplorati delle relazioni nella ricerca artistica italiana e francese tra Ottocento e Novecento. Il titolo della mostra, curata da Francesca Dini, sarà “Boldini, Helleu e Sem. Protagonisti della Belle Epoque”».
 «Stiamo lavorando - precisa Franchi - per organizzare un evento che, così come la mostra dello scorso anno, possa coprire l’estate ma anche buona parte dell’autunno. Gli eccezionali risultati registrati nel 2005 con le affluenze del periodo successivo all’estate, confermano l’importanza di tenere aperta una mostra di così alto valore anche durante il periodo autunnale, in modo che possa funzionare da veicolo di promozione e attrazione turistica del nostro territorio nei mesi di bassa stagione».
 L’esposizione si preannuncia interessante. Attraverso la mostra del 2006 il tentativo è di accostare le opere di Giovanni Boldini a quelle degli inseparabili amici Helleu e Sem, uno pittore, l’altro caricaturista, entrambi protagonisti della vita culturale parigina di fine Ottocento e primi Novecento. La mostra offrirà un quadro inedito e sfaccettato dei complessi rapporti tra arte, letteratura e costume nella capitale europea della cultura al tempo della Belle Epoque.

20.000 visitatori con una media giornaliera di circa 160 persone e 1.231 cataloghi venduti

 vai alle opere di Boldini

Nella sezione Download del sito, puoi trovare i seguenti documenti relativi ai Macchiaioli:
Arte e Storia a Castiglioncello dai Macchiaioli al Novecento di Francesca Dini
Diego Martelli. L'amico dei Macchiaioli e degli Impressionisti di Francesca Dini
I Macchiaioli e la Scuola di Castiglioncello di Piero e Francesca Dini
 
Giuseppe Abbati di Francesca Dini e Carlo Sisi
 MACCHIAIOLI - Opere e protagonisti di una rivoluzione artistica 1861-1869 di Francesca Dini (Download parziale)
SILVESTRO LEGA - Da Bellariva al Gabbro di Francesca Dini (Download parziale)
IL MONDO DI ZANDOMENEGHI - Dai Macchiaioli agli impressionisti  di Francesca Dini (Download parziale)