ITINERARI EXTRAURBANI

Dalle Serre di Castelnuovo M. al mare



 

Facile percorso dalle Serre di Castelnuovo della M.dia fino al mare (Km. 3,3)
Cave di magnesite di Castiglioncello Panorama da Case le Spianate Vista del promontorio dalla collina del Sorriso La cascata di Capelvenere sul Botro Grande.
 Il percorso su roccia lungo il crinale fra il Botro Masaccio a nord ed il Botro Forbici a sud. Il panorama è sempre più ameno, man mano ci avviciniamo alla costa Ignote strutture in pietra seminascoste dalla vegetazione Panorama costiero verso nord
 Panorama verso monte Gli Scogli Neri alle Forbici
  Clicca sulle foto per ingrandirle     (Per gentile concessione del prof. Roberto Branchetti)

Da Casa le Serre dove ci troviamo, percorriamo ora la Strada vecchia della Marina, strada che abbiamo riscoperto grazie al lavoro di “assemblaggio” dei plantari settecenteschi, che hanno reso possibile la ricostruzione dell'antico percorso, collegamento fra Castelnuovo ed i porticcioli di Castiglioncello e Quercianella, dove venivano caricate per Livorno grani, legname e carbone prodotti nelle fattorie della Misericordia di Pisa. Stando alle mappe del Catasto Toscano del 1823 la strada risulta già abbandonata ai primi dell’Ottocento e sostituita dalla nuova Via che da Castiglioncello va a Castelnuovo. Lasciata la strada delle Serre, si va a sinistra in direzione del mare, passando davanti alla ex-cava di gabbriccio di Monte Pelato. Subito dopo, al primo bivio ancora a sinistra. E la via più diretta per Case le Spianate. L’altra diramazione aggirando Poggio il Tedesco, fa un percorso più lungo per raggiungere lo stesso posto. Dopo circa 700 m di discesa, alla prima curva a sinistra, l’antica strada proseguiva dritto fino al Sodo della Casina, dove oggi si trova l’omonima casa. Il percorso in più punti si perde nel bosco.
Rimanendo sul percorso agibile, arriviamo ad un crocevia di strade acciottolate, dal quale possiamo prendere tre direzioni. Da qui per gli appassionati di pittura non sarà difficile, riconoscere alcuni dei paesaggi dipinti dai Macchiaioli che negli anni ‘60 dell’Ottocento frequentavano la residenza di Diego Martelli, nonostante i mutamenti evidenti. Gli esperti sarebbero in grado di individuare filari di lecci, tamerici, fabbricati rurali, raffigurati nelle tele di Sernesi, Abbati e Fattori.
Prendendo a destra arriviamo a Casa Casina, dove ritroveremo l’antica strada e potremmo visitare le vicine Cave di magnesite di Castiglioncello (Fig. 1) sul Botro Masaccio, attive con fasi alterne dal 1914 al 1943. Le lavorazioni a cielo aperto di queste miniere distrussero un buon tratto della strada (1795) che dal “Sodo della Casina”, passando dalla “Grotta del Pipistrello” sul Botro dell’Arancio e dal “Fornello per Monella del Belletti”, andava in San Quirico.
Superato il ponte sulla Variante Aurelia incontriamo la prima delle Case le Spianate, due vecchi fabbricati rurali ristrutturati (il secondo è l’agriturismo Casale del Mare). Andando oltre, lasciati gli ultimi campi (Fig. 2), la strada attraversa la macchia e scende fino alla baia del Quercetano, da dove si può ammirare il promontorio di Castiglioncello da nord (Fig. 3), con le sue abitazioni sotto la pineta fatta impiantare dal barone Patrone nella seconda metà dell’Ottocento e l’inconfondibile torre medicea (sec. XVI) restaurata nel 2002. Prendendo a sinistra, si va verso Campofreno e quindi a Castiglioncello.
Prima di superare il ponte sulla Variante ed entrare nell’area urbana delle Spianate, consigliamo un’ultima visita alla vicina cascata di Capelvenere (Fig. 4) sul Botro Grande.
Ma ritorniamo alla Casa della Casina, per percorrere la Strada vecchia della Marina. La strada ricomincia a mostrare segni di acciottolato ed attraversa campi abbandonati sui quali sta ricrescendo la macchia mediterranea. Ancora un ponte sulla Variante da superare; da ora in poi la strada, tutta in dolce discesa, entra nel bosco e vi uscirà solo fra circa un km, al ponte della ferrovia in località Le Forbici. La vegetazione ha chiuso alcuni tratti, ma il passaggio resta possibile per il transito dei cacciatori. Quando la strada lascia la Formazione delle Argilliti e calcari silicei “Palombini” ed entra nel substrato delle Serpentiniti, la macchia mediterranea si abbassa rapidamente, segno evidente che le condizioni ambientali si sono mutate e si sono fatte più difficili per le piante. Il percorso ora è su roccia (Fig. 5), lungo il crinale che fa da spartiacque fra il Botro Masaccio a nord ed il Botro Forbici a sud. Il panorama è sempre più ameno, man mano che scendiamo verso la marina (Fig. 6).
Sulla sinistra della strada, alcune strutture in pietra seminascoste dalla vegetazione (Fig. 7). Muri a secco che racchiudono due piccoli vani rettangolari ed uno più grande di forma circolare, ma non siamo in grado di dare spiegazioni su questo ritrovamento; tuttavia, considerando l’antica origine della strada, il sito meriterebbe uno studio più esperto.
Circa 200 m più in basso, la strada invita a salire sulla sommità di un rilievo consentendo allo sguardo di perdersi lontano, in tutte le direzioni (Fig. 8). Chi ci ha seguito fin qua non rimarrà deluso dalla bellezza del paesaggio (Fig. 9). Siamo quasi arrivati, l’antico percorso andava a finire sulla Strada del Littorale (o dei Cavalleggieri, poi Aurelia). Siamo quindi in località Le Forbici, sotto il ponte della ferrovia, ed arriviamo nella sottostante insenatura a veder un mare cristallino con i caratteristici Scogli Neri, una serpentinite di colore molto scuro con filoni biancastri (cristalli di Vesuvianite, Clorite e Aragonite) messi in rilievo dall’erosione marina (Fig. 10).