Da Casa
le Serre dove ci troviamo, percorriamo ora la Strada vecchia della Marina, strada
che abbiamo riscoperto grazie al lavoro di “assemblaggio” dei
plantari settecenteschi, che hanno reso possibile la ricostruzione
dell'antico percorso,
collegamento fra Castelnuovo ed
i porticcioli di Castiglioncello e Quercianella, dove venivano
caricate per Livorno grani, legname e carbone
prodotti nelle fattorie della Misericordia di Pisa. Stando alle mappe
del Catasto Toscano del 1823 la
strada risulta già abbandonata ai primi dell’Ottocento e
sostituita dalla nuova Via che da Castiglioncello va a
Castelnuovo. Lasciata la strada delle Serre, si va a
sinistra in direzione del mare, passando davanti alla ex-cava di gabbriccio di Monte Pelato.
Subito dopo, al primo bivio ancora a sinistra. E la via più diretta per Case le Spianate. L’altra diramazione
aggirando Poggio il Tedesco, fa un percorso più lungo per
raggiungere lo stesso posto. Dopo circa 700 m di discesa, alla prima curva
a sinistra, l’antica strada proseguiva
dritto fino al Sodo della Casina, dove oggi si trova l’omonima
casa. Il percorso in più punti si perde nel bosco.
Rimanendo sul percorso agibile, arriviamo ad un crocevia di
strade acciottolate, dal quale possiamo prendere tre direzioni.
Da qui per gli appassionati di pittura non sarà difficile, riconoscere alcuni dei paesaggi
dipinti dai
Macchiaioli che negli anni ‘60 dell’Ottocento frequentavano la
residenza di Diego Martelli, nonostante i mutamenti evidenti.
Gli
esperti sarebbero in grado di individuare filari di lecci, tamerici, fabbricati rurali,
raffigurati nelle tele di Sernesi, Abbati e Fattori.
Prendendo a destra arriviamo a Casa Casina, dove ritroveremo l’antica
strada e potremmo visitare le vicine Cave di magnesite di Castiglioncello (Fig.
1) sul Botro Masaccio, attive
con fasi alterne dal 1914 al 1943. Le lavorazioni a
cielo aperto di queste miniere distrussero un buon tratto della
strada (1795) che dal “Sodo della Casina”, passando dalla
“Grotta del Pipistrello” sul Botro dell’Arancio e dal “Fornello
per Monella del Belletti”, andava in San Quirico.
Superato il ponte sulla Variante Aurelia
incontriamo la prima delle Case le Spianate, due vecchi
fabbricati rurali ristrutturati (il secondo è l’agriturismo
Casale del Mare). Andando oltre, lasciati gli ultimi campi (Fig.
2), la strada attraversa la macchia e scende fino alla baia del Quercetano, da dove si può ammirare il promontorio di
Castiglioncello da nord (Fig. 3), con le sue abitazioni sotto la pineta
fatta impiantare dal barone Patrone nella seconda metà
dell’Ottocento e l’inconfondibile torre medicea (sec. XVI)
restaurata nel 2002.
Prendendo a sinistra, si va verso Campofreno e quindi a
Castiglioncello.
Prima di superare il ponte sulla Variante ed entrare nell’area
urbana delle
Spianate, consigliamo un’ultima visita alla vicina cascata di
Capelvenere (Fig. 4) sul Botro Grande.
Ma ritorniamo alla Casa della Casina, per percorrere la Strada
vecchia della Marina. La
strada ricomincia a mostrare segni di acciottolato ed attraversa
campi abbandonati sui quali sta ricrescendo la macchia
mediterranea. Ancora un ponte sulla Variante da superare; da ora
in poi la strada, tutta in dolce discesa, entra nel bosco e vi
uscirà solo fra circa un km, al ponte della ferrovia in località
Le Forbici. La vegetazione ha chiuso alcuni tratti, ma il passaggio resta possibile per il transito
dei cacciatori. Quando la strada lascia la Formazione delle
Argilliti e calcari silicei “Palombini” ed entra nel substrato
delle Serpentiniti, la macchia mediterranea si abbassa
rapidamente, segno evidente che le condizioni ambientali si sono
mutate e si sono fatte più difficili per le piante. Il percorso ora
è su roccia (Fig. 5), lungo il crinale che fa da
spartiacque fra il Botro Masaccio a nord ed il Botro Forbici a
sud. Il panorama è sempre più ameno, man mano che scendiamo
verso la marina (Fig. 6).
Sulla sinistra della strada, alcune
strutture in pietra seminascoste dalla vegetazione (Fig. 7). Muri a secco che racchiudono due piccoli vani
rettangolari ed uno più grande di forma circolare, ma non
siamo in grado di dare spiegazioni su questo
ritrovamento; tuttavia, considerando l’antica origine della
strada, il sito meriterebbe uno studio più esperto.
Circa
200 m più in basso, la strada invita a salire sulla sommità
di un rilievo consentendo allo sguardo di perdersi lontano, in tutte le
direzioni (Fig. 8). Chi ci ha seguito fin qua non rimarrà deluso dalla bellezza del
paesaggio (Fig. 9). Siamo quasi arrivati, l’antico
percorso andava a finire sulla Strada
del Littorale (o dei Cavalleggieri, poi Aurelia). Siamo quindi in località Le
Forbici, sotto il ponte della ferrovia, ed arriviamo nella sottostante insenatura a veder un mare
cristallino con i caratteristici Scogli Neri, una serpentinite di
colore molto scuro con filoni biancastri (cristalli di
Vesuvianite, Clorite e Aragonite) messi in rilievo dall’erosione
marina (Fig. 10).
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