L’iniziativa, organizzata dal Comune di Rosignano Marittimo con la
collaborazione del Servizio Attività Culturali e originata da un'idea di Alberto Lami,
riesce a mescolare con successo l’aspetto turistico, naturale e storico.
L’ultimo sabato di luglio e per tutti i sabati del mese di agosto è
stato possibile ripercorrere lo stesso itinerario che i pittori
Macchiaioli seguivano quando, ospiti dell’amico Diego Martelli, andavano
a visitare i conoscenti che villeggiavano sulle colline circostanti.
Questa passeggiata storica ha preso il via alle 8.00 dal Centro per l’arte
Diego Martelli in Piazza della Vittoria. Il programma prevede un
percorso che da Castiglioncello si snoda fino a Castelnuovo della
Misericordia. Passando per la via delle Spianate viene raggiunto a piedi
Poggio Pelato, per poi proseguire fino alla Fattoria di Castello. I
Macchiaioli percorrevano la stessa splendida campagna incontaminata per
andare a dipingere e a volte si fermavano a dormire in questi splendidi
boschi. Più tardi è stata percorsa nei due sensi ogni giorno da giugno a
settembre, dalle donne di Castelnuovo che per decenni sono scese alle
ville di Castiglioncello con il cuffaro in testa e sopra la grande cesta
carica di frutta. La passeggiata, lunga circa 7 Km è mediamente impegnativa, dura
approssimativamente due ore e mezzo e prevede un punto di ristoro con
bibite per difendersi dalla calura estiva. La parte in salita è
sconnessa, ma larga alcuni metri e segue il tracciato della antica
"Strada Vecchia della Marina". Oltre il poggio, in discesa, è assai
più stretta e sconnessa, ma sempre facilmente transitabile, seguendo un
altro antico percorso, la "Via che va a S.Quilico" che termina sulla
strada asfaltata del Vaiolo. Dopo la proiezione, presso la
Fattoria di Castello, di un breve documentario su Diego Martelli e i
suoi amici pittori viene il momento di gustare prodotti rustici in una
sorta di ottima e completa merenda-pranzo a base di bruschetta all’olio e pomodoro,
assaggi di formaggi e salame toscano, zuppa toscana, frutta, dolci e
buon vino. Un pullman riporta i partecipanti dalla Fattoria di Castello
a Piazza della Vittoria a Castiglioncello. Seguendo i passi degli stessi artisti,
visitando i luoghi che hanno ispirato le loro pennellate, il turista
può percepire il loro amore per la natura e comprendere come la
bellezza che li circondava accendeva la scintilla della fantasia. Ogni
una delle 5 escursioni organizzate ha raggiunto il massimo numero di 50
partecipanti consentito.
Da un articolo di Raffaella Mariotti per Il Tirreno del
7/7/2005 con note di redazione
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Il Club
Alpino Italiano sul percorso dei Macchiaioli. L' 8 dicembre 2011, ben cinquanta persone e la dirigenza Cai, si sono
ritrovate al castello Pasquini. «La passeggiata - diceAlberto Lami - è iniziata
proprio dalla Virgola, ossia dallo stesso punto dal quale partivano
Diego Martelli ed i suoi amici pittori della macchia, per raggiungere Castelnuovo della Misericordia». Lami ammette che l’ispirazione di
organizzare questa passeggiata, gli è venuta dopo aver letto una «bella
lettera che Diego Martelli scrisse a Gustavo Uzielli e nella quale lo
stesso Martelli raccontava la prima passeggiata, avvenuta il 18 giugno
1863, per andare a trovare gli amici intellettuali a Castelnuovo della
Misericordia. Ispirandomi a questa lettera proposi la passeggiata
all’allora assessore alla cultura Nicoletta Creatini, prematuramente
scomparsa». Ed è così che dal 2003, Alberto Lami durante le sue
passeggiate diventa il mecenate di Castiglioncello; perché le sue
passeggiate nei viottoli che si aprono attraverso la macchia salmastra
di Poggio Pelato, non sono un semplice camminare tra amici ma si
trasformano in tuffo nella storia che ha reso famosa la località già
nell’800. Passo dopo passo, durante la passeggiata Lami racconta di
quando Diego Martelli arrivò per la prima volta a Castiglioncello: «era
il quattro agosto del 1861 - dice Lami - ed era accompagnato da Cabianca,
Abbati e Tedesco i quali, dopo aver visto la località, dissero che
Martelli aveva ereditato un paradiso». Una passeggiata che ripercorre i
luoghi che, seppur mutati nel tempo, si ritrovano sulle tele dei pittori
della macchia, che riscopre vecchi legami «come quello tra Telemaco
Signorini e Giovanni Fattori con Renato Fucini». Foto ed immagini
scattate durante il percorso e così «abbiamo raggiunto la Fattoria di
castello a Castelnuovo dove l’accoglienza è stata fantastica». Qui il
gruppo Cai, che ha sostenuto tutte le spese relative all’iniziativa, ha
potuto vedere il documentario su Diego Martelli ed ascoltare le
narrazioni di Lami che, tra l’altro, ha recitato una sua poesia scritta
in vernacolo dedicata alla passeggiata e un sonetto dell’amato Renato
Fucini “Er sogno bello”. Dopo una ricca colazione con prodotti tipici
locali, i componenti del gruppo Cai guidato dai dirigenti del Club, sono
ritornati un autobus a Castiglioncello.
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E bene sapere che si
attraversa un comprensorio, vasto circa 820 ettari, classificato
nell'aprile 2000 dalla Regione Toscana: "Sito di Interesse Nazionale",
dove la flora e l'avifauna con le 35 specie di uccelli presenti,
assumono un valore ambientale di grande rilievo. Il riconoscimento
attribuito a quest'area si deve al Progetto
Bioitaly che, in attuazione della Direttiva Europea Habitat (92/43),
è andato a ricercare le "ultime isole di
natura dove salvare i naufraghi di un pianeta che un tempo conciliava
presenza umana e diversità della natura".
Chi decidesse di inerpicarsi lungo l'ascesa al "Poggio" per andare ad
ammirare un panorama "unico", può farlo abbastanza agevolmente, seguendo
la strada di servizio alla torretta (che dal piazzale si stacca sulla
sinistra), con la raccomandazione - superflua per gli amanti della
natura - di rispettare la vegetazione spontanea che cresce su questi
substrati particolari (rocce verdi o ofioliti);
qui, infatti, la flora annovera specie di grande
interesse scientifico (endemismi).
Le fioriture primaverili della
gariga colonizzatrice delle
serpentiniti (la
serpentinite, insieme ai gabbri ed ai
basalti, è una roccia magmatica appartenente alla classica trilogia
ofiolitica o delle pietre
verdi), rappresentano una bellezza
incantevole, meritevole del più alto rispetto.
(Da: "Strade di pietra, vie d'acqua e di vento" di Giuseppe Milanesi e
Roberto Branchetti)
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Foto 7 - La stazione automatica di rilevamento
antincendio sulla sommità (378m.), ha sostituito la precedente rudimentale cabina (foto in alto), ma il
rilevamento con telecamere è andato presto fuori uso, finché la struttura
è stata modificata e dotata di telecamera a 360° con trasmissione dati
alla centrale VF di Livorno. Il traliccio precedente che si alzava
sulla “macchia”, era una torretta di avvistamento costruita all'inizio
anni '80 dai tecnici comunali per tenere sotto controllo i focolai di
incendio. Lassù, nei tre mesi estivi si alternavano in turni che
coprivano tutta la giornata, i volontari della Pubblica Assistenza. Due
alla volta, muniti di binocolo e ricetrasmittente. Al primo bisbiglio di
fumo, l’allarme che faceva accorrere il mezzo antincendio con altri due
volontari: un intervento modesto, ma sufficiente se il fuoco non ha
avuto tempo di propagarsi. Nei casi più gravi, via radio, si chiamavano
i soccorsi: i “Forestali”, gli “Uomini del Comune”, i "Vigili" che
arrivano con mezzi più adeguati, ma trovavano già sul posto, pronte a
combattere le fiamme con loro per ore, a volte per giornate intere, le
squadre antincendio dei volontari della Pubblica Assistenza. Così, in
modo determinante, questi ragazzi hanno a lungo contribuito a tenere
sotto controllo gli incendi nei mesi caldi. Poi è arrivata in forze la
tecnologia...Nelle foto piccole del maggio 2010 è visibile la stazione
di rilevamento recintata posta sulla sommità, con i pannelli
fotovoltaici di alimentazione elettrica, la telecamera ruotante e le
"trombe" di trasmissione verso Livorno.
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