PRESENTAZIONE -
Volendo collocare storicamente e
cronologicamente il materiale fotografico di questa
raccolta, si dovrebbe fare riferimento al periodo che va dai
primi anni del 1900 al 1930 circa. Ma la giusta chiave di
lettura di questa pur rapida e forzatamente superficiale
carrellata su un mondo per alcuni aspetti scomparso, non
deve essere quella della celebrazione manieristica di una
Castiglioncello borghese, artista, spensierata e gaudente,
ma piuttosto quella sociale che spinge, attraverso
l’immagine immediata, ad una riflessione più attenta sugli
aspetti più profondi di una società controversa e
contrastante, povera e ricca, profonda e superficiale. La
contraddizione presente negli abitanti, il loro mutare
costante, derivano probabilmente da un confluire e
stemprarsi di due culture profonde e vere; quella contadina
forte di tradizioni popolari, di verità antiche, della
sagacia istintiva dei contadini toscani, e quella marinara,
più scontrosa e piratesca, più immediata e mediterranea.
Elemento catalizzante di queste simbiosi è stata la presenza
di una borghesia sufficiente di ricchi, di nobili che
avevano scelto Castiglioncello a sede dei loro riposi e
svaghi. Ed ecco che tale elemento, estraneo alla cultura del
luogo, costituisce il modello, il punto di riferimento,
nascono così i nuovi abitanti, le nuove generazioni di
albergatori, di ristoratori, sagaci e bucanieri, svelti e
romantici, un popolo che si distingue dai cugini vicini per
uno sguardo sperduto negli occhi, per la fantasticheria con
cui condiscono la loro vita, spersa di ricordi lontani, in
aloni di aneddoti leggendari.
Ecco allora che i Fattori, i Marradi, i Conte Patrone non
sono più i «ricchi» ed i «signori» che nobilitano
Castiglioncello, ma sono gli abitanti di Castiglioncello. E
gli abitanti di oggi danno l’impressione di vivere in un
mondo divenuto troppo stretto, rumoroso, affollato, loro che
hanno vissuto i silenzi di punta Righini, della pineta
Marradi. Ed ecco che parlando con noi, raccontando, la loro
voce si attenua e si perde, nella convinzione che chi
ascolta non potrà mai capire. Forse, scorrendo queste note
fotografiche, anche noi che non abbiamo conosciuto
Castiglioncello in quegli anni, che non viviamo a
Castiglioncello, riusciremo a comprendere meglio quei
racconti, ad assaporare di più quelle sensazioni perdute.
Alessandro Nenci
L’itinerario
di immagini che compone questa raccolta, tracciato più sul
calco delle abitudini che secondo la logica dell’indagine,
segue il nascere del paese nei ricordi di chi ci è vissuto
da paesano o da villeggiante. Come l’impulso per la
raccolta, anche il tratteggio dei riferimenti aderisce alla
suggestione dei panorami o dei personaggi cui è andato
facilmente il pensiero o la curiosità, magari a scapito
della cronologia, per guardare nel particolare alla ricerca
dell’innesco di un ricordo o l’innesto per una storiella. La
combinazione di queste occasioni ha suscitato la struttura
dell’album diviso in undici sezioni, ognuna riguardante una
fascia di territorio. Interrompe la sequenza uno spazio a
parte, dedicato alle immagini di persone o scene di vita non
inseribili nei panorami parziali perchè rare e discontinue e
tuttavia aderenti al tessuto sociale del paese.
Si ringraziano della collaborazione il Sig. Vinicio Cantini,
i paesani ed i villeggainti che hanno procurato il materiale
di questo album, fornito indicazioni, riferimenti e
consigli. Claudio Castaldi
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