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Cheti Gino. Dal militare, alla guerra, alla prigionia |
Un cavaliere di nome e di fatto. Si è svolta in Comune una
cerimonia cui ha partecipato il sindaco A. Nenci, inerente
l’assegnazione delle onorificenze all’ordine al merito della Repubblica
italiana a mio padre Cheti Gino. Mi fa piacere che, a seguito di una mia
missiva indirizzata al Presidente della Repubblica in cui raccontavo le
traversie di mio padre durante la II Guerra Mondiale, le istituzioni
abbiano deciso di conferirgli l’onorificenza di cavaliere della
Repubblica. Mio padre, spesso mi ha parlato di quei lunghi anni,
conservando una lucidità nel raccontare di quegli episodi legata ai
momenti dove, in nome dell’amore per la famiglia, in nome di un
sentimento che potesse costruire un paese migliore, ha resistito alle
angherie, alla crudezza ed all’assoluto non senso della maggior parte di
quei giorni passati in guerra prima ed in prigionia poi, in un campo di
concentramento in Germania. Nei suoi racconti di quel difficilissimo
periodo che mi hanno accompagnato da quando ero piccolo, ha sempre
scorto ed evidenziato il lato migliore di quegli anni passati nel campo
di concentramento e, credo di aver compreso che mio padre è riuscito
proprio in quel frangente, in mezzo alla cattiveria ed all’odio, a
costruirsi delle “isole felici”, a testimonianza, così mi ha sempre
detto, «che i valori della solidarietà e dell’amicizia possono vincere
anche le situazioni più brutte». Perciò, nell’occasione di questa
cerimonia, mio padre ha voluto fare dono al sindaco di Rosignano M.mo,
di alcune sue pagine, un breve e semplice scritto dove ricorda con
serena lucidità quel periodo, pagine che qui mettiamo volentieri a
disposizione del concittadini. |