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Argia a Castiglioncello |
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E' passato ormai parecchio tempo da quando la mia fantasia si sbizzarriva ad inventare di dame e cavalieri, di fate e di folletti, di draghi e "draghe", come diceva il mio nipotino, che amava tanto sentire i miei racconti. E ogni volta che rimaneva ammirato, che le mie novelle lo divertivano in maniera entusiasmante, mi diceva tutto serio: "Nonna, scrivi un libro!" La cosa mi faceva sorridere. Ora è grande, alunno del liceo, segue le battaglie di Argia e mi ripete: "Nonna mettile in un libro!"Anche Enzina Conte, la mia maestra di dizione e recitazione, la persona alla quale va un mio grazie particolare, mi ha incoraggiata calorosamente a raccogliere questi miei racconti. Ma la molla che mi ha dato il là è stata quando un' amica mi ha invitata a una cena. Quando ci siamo alzati per prendere il caffè sulla terrazza, è arrivata con un pacchetto di pagine ritagliate da "Darsena Toscana". Le mie scenette di Argia e Pilade, di Argia con le bimbe etc., erano tenute insieme da due mollette rosse per tendere i panni. La mia amica mi ha detto: "Molte delle persone che sono qui presenti questa sera sono livornesi che abitano ormai lontano da Livorno. Ho promesso loro una sorpresa: tu, che ora leggerai queste avventure, sei la mia sorpresa!" Non avrei mai creduto di avere così successo! Il nostro "deh", i nostri modi di dire, lo spirito di Argia, il suo grande amore per tutti e sette i figlioli e per "vello stramaledettissimo natoduncane di Pilade", ha fatto ridere ed anche commuovere il "mio" pubblico e tutti in coro mi hanno detto: "Fanne un libro!" Liafranca. |