Villaggio di poveri pescatori ai margini estremi dell'impero etrusco,
segue le sorti di Volterra. Di questo periodo, della potenza etrusca,
rimane una testimonianza quanto mai raffinata nell'urna cineraria in
alabastro, risalente al II sec. a.C., ritrovata proprio nella necropoli di
Castiglioncello. Fu per secoli località tranquilla ed isolata. Situata in
posizione privilegiata dal punto di vista panoramico, lontana dalle grandi
vie di comunicazione, è rimasta fino all'epoca moderna sconosciuta e
incontaminata, con le sue lussureggianti pinete e le sue spettacolari
scogliere.
I Medici vi fecero costruire una bella torre, come parte dei sistema di
fortificazione eretti a protezione dei litorale contro le frequenti
scorrerie piratesche. La Torre di Castiglioncello fu il primo edificio
costruito sul promontorio di Castiglioncello ed aveva funzione di difesa
ed avvistamento dalle scorrerie dei pirati saraceni. Fu edificata per
ordine di Cosimo I dei Medici fra il 1530 ed il '50, con lo stesso stile architettonico della
torre gemella di Calafuria, che ancora conserva le caratteristiche
originarie dato che a quella di Castiglioncello furono aggiunti i merli
alla sommità quando fu costruito l'adiacente castelletto Danieli ad inizio
'900, secondo la moda della villa merlata lanciata da Fausto
Lazzaro Patrone nel 1891 con il Castello Pasquini.
La caserma dei soldati, attigua alla torre, è oggi scomparsa, restano
ruderi.
La fortuna turistica di Castiglioncello inizia nella seconda metà
dell'800, quando per la mitezza dei clima e la bellezza dei paesaggio,
Diego Martelli, critico d'arte e mecenate, vi stabilì la residenza nella
villa ereditata.
Qui invitò in maniera continuativa fino alla fine del secolo, quasi tutti
i pittori, divenuti poi famosi, dei gruppo dei macchiaioli dando origine
ad un periodo artistico celebre come la "Scuola di Castiglioncello".
Ma il fondatore indiscusso resta il barone Patrone che dopo
aver comprato a metà prezzo i beni di Martelli, per 33 anni
tentò di creare su un promontorio brullo e deserto una nuova
Portofino ed in gran parte vi riuscì, anche grazie alla
ferrovia Livorno-Vada inaugurata nel 1910. Se pittori come
Corcos, autori come Fucini, archeologi come Luigi Milani e
un'ampia schiera di professionisti qui costruirono ed
abitarono per primi, si deve alla politica del dono di
porzioni di terreno, qualche volta con villa, che il barone
mise in atto, unitamente ad una importante serie di
interventi urbanistici che vanno dalle strade,
all'illuminazione all'acquedotto.
Oggi è una delle più rinomate località del Tirreno, conosciuta in
Italia e all'estero per le bellezze del paesaggio, per la qualità e
raffinatezza dei servizi che essa offre e per le iniziative culturali ed
associative di alto valore che promuove.
L'ospitalità turistica di Castiglioncello comprende 33 esercizi
alberghieri, 800 alloggi privati, 17 ristoranti, 20 stabilimenti balneari,
ritrovi notturni, campi da tennis, cinema, minigolf, parchi giochi per
bambini. Tra gli appuntamenti culturali e sportivi principali si
ricordano: il Festival della Danza, Musica e teatro dell'Atelier della
Costa Ovest, il Premio letterario Castiglioncello-Costa degli Etruschi, le
Regate Veliche, la Festa dei pesce di Caletta che ricorre la
seconda domenica di giugno ed è un appuntamento di successo che si
rinnova ogni anno, infatti con il padellone dalle ciclopiche dimensioni,
piazzato sulla spiaggia di Caletta, che praticamente prende il via la
stagione turistica.
Da vedere, oltre alla già citata Torre Medicea, la vicina chiesetta di S. Andrea costruita nel 1621 ed il Castello Pasquini.
L'interno dei castello, recentemente ristrutturato, accoglie nell'arco
dell’anno numerose manifestazioni espositive e convegni, mentre
l'esterno vede la presenza di un teatro dove vengono organizzati
concerti e spettacoli di vario tipo. Tra le manifestazioni culturali, sono
da ricordare i convegni sui temi dell'infanzia, del disarmo, di studi
semeiotici e della comunicazione. Questa è anche la sede di premi
letterari e filosofici. Il recente Centro per l'Arte Diego Martelli
costituisce un punto di riferimento nazionale per la conoscenza della
maggiore corrente pittorica dell'800, quella dei Macchiaioli. |