Appello della Hack «Ridiamo libertà a scienza e
ricerca»
Alla
domanda scherzosa se l'aver compiuto gli studi
al liceo classico Galileo Galilei di Firenze
racchiudesse un segno del destino, l'astrofisica
Margherita Hack giunta a Castiglioncello per
ricevere il premio Letterario sezione cultura
politica intitolato a Giovanni Spadolini per il
libro "Libera scienza in libero Stato", ha
risposto con l'ironia che la contraddistingue:
"Noi studenti, sotto il fascismo, lo avevamo
ribattezzato Galileo GaliVoi, visto che a quei
tempi era proibito rivolgersi alle persone dando
del Lei". Il titolo del suo libro "Libera
scienza in libero Stato", parafrasi della
celebre frase di Camillo Benso di Cavour,
racchiude tutto il pensiero di Margherita Hack.
Spontanea dunque la domanda. Per rimanere a
Galileo, cosa è cambiato oggi nel rapporto tra
Chiesa, Stato e Scienza? L'Italia è uno Stato
laico ed il Governo deve essere libero dalle
imposizioni della Chiesa. Invece abbiamo un
Governo pusillanime dove la scienza non è
libera. Siamo governati da persone ignoranti ed
egoiste che frenano la ricerca e la Chiesa
interferisce eccome. Esempio ne è la ricerca
sugli embrioni, sulle cellule staminali che
permetterebbe di trovare cure per malattie oggi
incurabili. Vogliono fermare la ricerca e
mettere il Paese in uno stato di inferiorità di
fronte ad altri Paesi che stanno studiando ed
andando avanti. Ma penso anche al testamento
biologico; oggi una persona è costretta a vivere
come un vegetale. Ma se un cittadino non è
credente perché deve essere obbligato a seguire
i dettami della Chiesa? Occorre dunque maggiore
cultura scientifica, come si può conciliare
questo, con i tagli alla scuola pubblica ed alla
ricerca con la conseguente fuga dei cervelli
dall'Italia? «Compiuto il dottorato di ricerca
si dovrebbe avere la certezza di ottenere un
posto da ricercatore. Invece non solo non ci
sono concorsi ma i ricercatori sono mal pagati e
senza una sicurezza. Dopo cinque o sei anni di
lavoro dovrebbero avere un contratto a tempo
indeterminato perché per fare ricerca ci vuole
tranquillità». Lei si è dichiarata favorevole al
nucleare, ma come risolvere il problema delle
scorie? «Le scorie sono un problema reale ma,
per esempio in Francia ci sono 35 centrali
nucleari ed il problema delle scorie
evidentemente lo hanno risolto. Dunque anche in
Italia si deve trovare una soluzione. Ci sono
studi che dimostrano la possibilità di
alimentare il nucleare anziché con l'uranio con
altri elementi radioattivi ma con vita più
breve. E' importante anche la ricerca, e in
Italia ne facciamo ancora molto poca, su altre
fonti energetiche ad esempio sull'idrogeno». Ma
Margherita Hack non risparmia qualche battuta
sui politici: "Ho accettato volentieri questo
premio intitolato a Giovanni Spadolini che non
ho conosciuto personalmente. Spadolini era un
politico serio, non come quelli d'oggi che fanno
leggi non pensando di risolvere i tanti problemi
del Paese ma solo per proteggere loro stessi".
Poi parlando di Castiglioncello "venivo qui
quando ero bambina ed invidiamo i ragazzi che
avevano le piccole barche a vela. Allora io me
le costruivo con i pinoli. Sono tornata a
Castiglioncello altre tre volte da adulta, e
qui, ho incontrato i compagni che giocavano da
bambini con me al "bobolino" nei giardini di
Firenze". Poi un ricordo di quando faceva parte
della squadra nazionale di atletica leggera,
salto in alto e salto in lungo "sportiva, eppure
son vegetariana da quando sono nata". La Hack è
deceduta a Trieste il 28/6/2013 a 91 anni. (Di
A. Bernardeschi per "Il Tirreno" dell'
8-7-2010)