“L’alzaia” di
Signorini, eccezionale pezzo in mostra
L’apertura
internazionale del movimento macchiaiolo, il suo aggiornamento
sulle tematiche del realismo francese è al centro della mostra
“Da Courbet a Fattori. I princìpi del vero” aperta fino al 1
novembre 2005. L’esposizione promossa dal comune di Rosignano e
curata Francesca Dini prosegue la linea di valorizzazione
della pittura di macchia legata alla scuola di Castiglioncello
iniziata cinque anni fa. Dopo aver reso omaggio a Giuseppe
Abbati, sondato la maturità del movimento, riscoperto la
produzione al Gabbro di Silvestro Lega e la personalità di
Zandomeneghi, l’attenzione si rivolge in modo più mirato ai
legami con la cultura francese, puntualmente ricostruiti da
Francesca Dini e incentrati sugli scritti di Proudhon come
tramite ideologico con il realismo di Courbet. Il percorso
inizia infatti mettendo a confronto le opere dei paesaggisti
di Barbizon con quelle dei macchiaioli come Signorini nell’Uliveta
di Antignano e Costa, che avvicinano il gruppo ad un
sentimento della natura lontano dai manierismi accademici. Il
nucleo di opere di Courbet, caposcuola del realismo e figura
sottesa ai “Principi sull’arte e la sua destinazione sociale “
di Proudhon, mostra come l’adesione alle tematiche della
contemporaneità, della natura e dell’uomo anche negli aspetti
più umili, sia il tramite per un capolavoro come “L’alzaia” di
Signorini. Un pezzo unico, esposto dopo che se erano perse la
tracce dalla fine dell’Ottocento e ricomparso grazie al
favoloso acquisto in asta nel 2003 per 4 milioni di euro, che
vale da solo una visita alla mostra (entro il 25 settembre,
poichè la società proprietaria invierà il dipinto alla
Biennale internazionale d’antiquariato a Palazzo Corsini di
Firenze fino al 9 ottobre, quando tornerà a Castiglioncello
per essere di nuovo visibile dall’11). Lo stretto dialogo tra
i pezzi della sala in cui “verità, carattere, sentimento”
avvicinano la poetica macchiaiola ai fondamenti del realismo
francese, costituisce il nucleo dell’esposizione che riunisce
qui i suoi gioielli come “La portatrice” di Zandomeneghi,
altro dipinto ritrovato un anno fa ed esposto per la prima
volta dagli anni Trenta, il carro con i buoi realizzato da
Abbati a Castiglioncello, la celebre “Visita” di Lega e alcuni
pezzi di Fattori con cavalli scattanti sul litorale, che
richiamano i cervi nella neve di Courbet. Le sale che
terminano il percorso, oltre il seguito del naturalismo
toscano con Gioli, Ferroni e Cannicci, presentano gli sviluppi
delle maggiori personalità della macchia - Signorini a
Riomaggiore e Settignano, Lega al Gabbro e Fattori in Maremma
- con pezzi di grandissima qualità.
(Federica
Lessi da "Il Tirreno" del 7-9-2005)