E' nata come
Caletta di Castiglioncello. In antico dislocata sulla strada
litoranea "dei Cavalleggeri" che avevano una caserma a Monte alla
Rena o, forse secondo alcuni al "Villone" su quello che oggi è il
"viale Trieste". Fino a fine '800 in Caletta c'era una stazione di
posta. Dislocata, poi, lungo la via Aurelia, tra Castiglioncello e
Rosignano Solvay, fino a pochi anni or sono Caletta era considerata
appendice di Castiglioncello e il Monte alla rena ne segnava il
confine nei confronti di Rosignano Solvay, quando il viale Trieste,
che, come ora, iniziava da Crepatura, finiva più o meno come nella
foto a destra. Solo negli anni '50, scomparso del tutto il Monte alla
Rena e prolungato il viale Trieste fino allo Scoglietto ed ai
Canottieri, l'intero viale è incluso in Rosignano Solvay e quindi
Caletta, a sud finisce col Botro Crepatura, determinato dalla
confluenza del Botro Jurco e del Botro Crocetta. Negli anni 30 del
'900, Caletta si allinea al fervore generale. Registra il sorgere di
fabbricati e di nuove villette, aumenta i suoi negozi, amplia la
spiaggia che abbraccia la località. Intanto il Comune prende accordi
con la famiglia Berti-Mantellassi (vedi) per risolvere, lungo la costa, i
problemi di Crepatura e dell'attraversamento del fosso, realizzato a
lungo con una passerella in legno e migliorare i collegamenti con il
Viale Trieste ed il Monte alla Rena. Viene aperto nel 1935 l'attuale viale
Trieste con una spesa di 53.000 lire in parte a cura e spese del
Fascio locale e con 20.000 di parte comunale (vedi sotto). Lungo le fossette laterali due
file di pini alternati con oleandri. Il muro di cinta a destra
nella foto piccola è oggi su via Donizetti, l'ultima villa sulla sinistra
lato Crepatura "Villa Tirrenia" è di proprietà Solvay, come pure la
casa alta, semicoperta a destra che nel dopoguerra è stata anche
sede del primo Commissariato di P.S, con il molto discusso commissario
Alongi, cedute ai dipendenti negli anni '70. La prima a sinistra è
la
villa di Vittorio Taddeini con la moglie Vittoria e 8 figli. Nella stessa casa abitava
anche Giovanni Simoncini con la moglie
Sabina e 8 figli. Adiacente villa Agostini-Galeotti, che nei primi
anni quaranta ha funzionato come albergo-celibi della società Solvay
con la gestione della famiglia Vivaldi. In evidenza il "Villone" dei Berti sul lato destro.
Nel campo in primo piano saranno costruite le case oggi Bigazzi e
Roberti negli anni '30/50 ed ancora
ville e villette: dei Cassigoli, degli Arcangeli, dei Sorel, dei
Fiaschi, dei Talanti, dei Caciagli, dei Pazzaglia e quella imponente
del prof. Scaglietti con casa del casiere Belcari (oggi condomini) ecc...Nel
2008 lavori di manutenzione straordinaria del viale e adeguamento della
pubblica illuminazione per una spesa di 70mila euro.
13 Novembre 1934 - Costruzione di una strada fra
Monte alla Rena e Caletta. (Viale Trieste)
Adunanza 5 ottobre 1926 - Viale Trieste - Passo al mare di pubblica
utilità.
Il Consigliere Petrucci narra che ha visitato il
Viale Trieste in Caletta e ha costatato che vi manca un passo al
mare nel punto centrale.
Vari cittadini locali gli hanno riferito che ci sono state molte
preghiere al proprietario Arcangioli di cedere al Comune una
striscia di terra, ma hanno avuto una repulsa. Crede occorra
procedere alla espropriazione, perché non vi è alcun dubbio che non
trattasi di utilità.
Il Presidente è anch'esso di opinione che debbasi procedere con atti
coercitivi e propone il seguente partito
Il Consiglio
Considerando che nel viale Trieste a Caletta necessiti un passo al
mare nel centro e precisamente sulla proprietà Arcangioli,
Considerato che trattasi di costruzione di una strada per il
pubblico e di conseguenza è evidente la pubblica utilità
Delibera
di fare istanza all'Ill.mo Sig. Prefetto affinché voglia dichiarare
ai sensi dell'art. 10 della legge 29 giugno 1869 n. 2359, la
pubblica utilità di una strada da costruire tra il viale Trieste in
caletta e il mare, lunga circa 30 metri e larga m.3 sulla proprietà
Arcangioli.
Nessuno domandando la parola, il deliberato che sopra viene portato
ai voti e resulta approvato all'unanimità dai 16 Consiglieri per
alzata e seduta.
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Nel 1943 un'aereo tedesco
(vedi sotto) cadde nel
campo retrostante l'abitazione di Ugo Cassigoli con un'ala
all'interno della proprietà, prendendo fuoco. L'incendio causò danni
alla villa e la distruzione del pollaio e delle galline contenute.
Indenne il pilota lanciatosi con il paracadute. (Cecilia Cassigoli)
1944 - Rastrellamento ordigni
esplosivi
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1944 -
Zone minate fra Viale Trieste e
via Aurelia
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1943 - La Società Solvay
protesta con il Podestà per le condizioni igienico-sanitarie del
Viale Trieste.
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Il Podestà riconosce il
problema.
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1950 -
Ricostruzione del ponte sul botro Crepatura distrutto per cause
belliche.
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1950 -
Ponte sul botro Crepatura - Travata - Sezione trasversale.
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Oggi si supera
il botro Crepatura (Unione dei fossi Jurco e Crocetta) su un ponte
stradale senza farci alcun caso, ma non è sempre stato così:
12 ottobre 1955 - Crepatura ed il ponte dei sospiri
Sono sospiri di desiderio anche quelli degli abitanti
di Caletta e del viale Trieste che vorrebbero assai volentieri veder
ricostruito il ponte che deve riunire le due località dando nuovo
impulso allo sviluppo balneare della zona e che in ogni periodo
dell'anno è prezioso per gli abitanti del viale Trieste che orbitano
su Caletta per le loro necessità giornaliere, essendo più disagiata
e sconnessa la strada verso Monte alla Rena. Dopo vari anni di
attesa e di egoistiche discussioni di proprietà, sembrava si fosse
arrivati al punto di partenza, infatti l'impresa ha preparato il
cantiere per questa opera, compresa fra i lavori di ricostruzione
dell'ultima alluvione del botro. In complesso si tratta di un
piccolo ponte ad una luce che dovrebbe essere pronto prima della
stagione delle piogge. Inoltre fatto il ponte è sperabile che
l'Amministrazione Comunale provveda a fare bitumare il tratto di
strada che unisce via Marradi al viale Trieste, ordinando nello
stesso tempo lo sgombero di tutte le baracche di legno che furono il
complemento allo Stabilimento Bagni. Un'accozzaglia di capanne
semicadenti che danno una impressione penosa, assai diversa da una
visione di lungomare che si rispetti.
(Da: Il Tirreno
Livorno 1955)
RICORDO
Ricorda Alfredo
Roberti che negli anni 40 abitava vicino alla foce, sul lato destro
del fosso. Nel 1949 l'ultima alluvione del Crepatura ci portò
via la casa. Io e mamma eravamo all'ospedale Solvay e babbo che
lavorava in fabbrica nel Servizio Vigilanza, si salvò per caso
sentendo il cane guaire. Si alzò dal letto, ma l'ondata di piena
travolse il cane e babbo si mise in salvo. La mattina alle 6 sotto
la finestra dell'ospedale dette alla mamma la notizia del
disastro...la casa era sparita. |