Nel 1932 è completato il campo di tiro al
piattello, accanto al muro di Villa
Celestina. Il Segretario del Fascio di Castiglioncello,
Probo Magrini, locale medico condotto con
grande villa in Poggio Allegro, prefetto di
1a classe, «azzurro» della specialità nel
1928, (in pensione dal 1945), non lesina
sforzi per portare a compimento, proprio in
mezzo ai pini e davanti alla scogliera il
suo vagheggiato impianto sportivo, dotato
degli apparati più nuovi. L'inaugurazione
registra la disputa di una prova del
campionato italiano. Avviene domenica 25
luglio 1932 e l'evento sancisce l'importanza
della struttura. Probo Magrini è presente in
pedana, ma al termine della competizione
deve accontentarsi del secondo posto: ha
fallito un piattello. Vince, con uno
spettacolare punteggio di 50 su 50, il
bolognese Giuseppe Baldi. Al terzo posto
Angelo Colombo di Pisa, al quarto Giulio Adami, al quinto Giuseppe Quercioli.
Premia il commendatore Stacchini, delegato della Federazione
Italiana di Tiro. Una salva di fucileria di
un plotone militare saluta la fine della
cerimonia di premiazione.
Il campo di tiro al volo continuerà a lungo la
sua attività.
L'attività è gestita da un apposito
comitato.
Nei
pomeriggi del sabato e della domenica,
durante le gare gli scommettitori affollano
il betting, uno
spazio a loro riservato, protetto da una
tettoia. All'inizio degli anni '60
l'impianto del tiro al piattello viene dotato
della fossa olimpica e diventa uno dei più
frequentati dai migliori piattellisti d'Italia.
Nelle mattinate della domenica e del lunedì i
ragazzi si immergono nelle acque prospicienti
il campo di gara per recuperare i piattelli
sfuggiti alla mira. I piattelli possono essere
riacquistati per i tiri di prova. A volte c'è
il tiro al piccione o allo storno o al passero;
in mezzo al prato, cinque cassette di ferro
equidistanti dalla pedana, circa quindici metri:
al "via" pronunciato dal tiratore una
si dispiega, due colpi a disposizione per
abbattere l'animale. Le critiche lievitano e
porteranno alla successiva chiusura di questa
attività. Durante queste gare c'è lavoro per i
ragazzi, da quattro a sei, a ruotare in turni di
tre. Uno corre a chiudere la cassetta, uno porta
il 'vivo', il più svelto va meglio per
raccogliere l'animale che a volte può sembrare
morto e volar via; se preso in questa incertezza
non valutabile dalla giuria, la mancia fiocca
sicura, e si somma alle altre che usualmente
giungono a fine gara. La paga è buona e le
mance si dividono, qualcosa in più tocca ai più
'svelti'. Quando la gara finisce è il
tramonto.
Breve
sintesi da: "Quaderni
di storia" di Celati - Gattini. |