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Pozzi, cisterne e forni |
Pozzi
e cisterne. L'acqua, elemento indispensabile alla vita di uomini, piante ed animali, ha sempre assunto, in tutte le civiltà contadine, un carattere di vera e propria sacralità. Per soddisfare i bisogni della famiglia colonica, abbeverare il bestiame e annaffiare l'orto, era necessario che il contadino avesse l'acqua vicino al resedio rurale. In corrispondenza dell'abitazione si trovavano così pozzi o cisterne, di diverso stile e forma, con una vasta gamma di coperture (cupoliformi, piramidali, a capanna, ecc.), ed una zona organizzata con particolari attrezzature per l'uso dell'acqua stessa (es. il lavatoio e l'abbeveratoio). Dal pozzo, che captava la falda del sottosuolo, si attingeva acqua potabile per bere. Dalla cisterna, che raccoglieva e conservava l'acqua piovana caduta sui tetti delle case vicine, quella per fare il bucato e per lavarsi. All'occorrenza, il sistema degli approvvigionamenti idrici utili al podere, poteva essere integrato dal borro selvatico, dalle fonti e dai lavatoi pubblici. Forni Annesso ad ogni casa colonica stava il forno, attrezzatura indispensabile per la cottura dell'alimento base della famiglia contadina: il pane. Il calore del forno serviva anche per altre necessità: seccare la frutta (es. i fichi), fare la schiacciata all'olio o con l'uva, cuocere i pomodori da trasformare in conserva, ecc. Nel resedio rurale, il forno poteva trovare sistemazione nel sottoscala della casa colonica o essere del tutto separato dall'edificio come in questo caso. Per altre notizie sui pozzi chiusi vedi Rosignano M.mo. oggi/Pozzo Macchiaverde. (Da: "I segni storici del paesaggio rurale" di Roberto Branchetti) |
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