Nonostante Castelnuovo sia
passato con Rosignano dal 1776, persiste una reale condizione di non
integrazione che va oltre le condizioni di isolamento stradale. Ma quali
possono essere le cause di una così persistente " separazione " tra i due
paesi, (per molto tempo), unici centri abitati? La principale fra tutte è
la condizione di essere un territorio egemonizzato direttamente dalla Pia
Casa della Misericordia, la quale ha senz'altro favorito un certo tipo di
sviluppo sia agricolo che sociale: uno sviluppo agricolo di carattere "
privativo " che non utilizza manodopera dipendente esterna o "forestiera",
(verso la quale la Pia Casa della Misericordia è costantemente diffidente
e sono forestieri anche quelli di Rosignano), tanto è che il valore
percentuale di opranti pagati a giornata risulta dimezzato rispetto a
quello di Rosignano. Esiste tuttavia una piccola fascia di "contadini
stabili", di fatto mezzaioli, fortemente indebitati con la Misericordia,
la quale esercita su di loro una politica apparentemente di tipo
paternalistico, ma di feudataria memoria: si controllano i matrimoni, si
obbligano i contadini ad effettuare lavori in cambio di un alloggio
decente, e di tutta una serie di piccole apparenti agevolazioni che
rendevano, agli occhi estranei, "invidiabile" il vivere in tale
territorio, nonostante le poco lusinghiere note espresse dal Granduca.
Dalle allivellazioni, indirettamente, si venne a creare tutta una rete di
piccole proprietà di "contadini" di "lavoratori di terra" i quali, nel
dazzaiolo della tassa di famiglia (1835 e seg.) risultano censiti come
esercitante la professione di " logaiolo ": (da logo) il logo è un
appezzamento di terreno, di modesta estensione -per lo più di 1/4 di
ettaro, coltivato da proprietari contadini, residenti nel paese - i
logaioli -, che quotidianamente raggiungevano la loro terra fuori paese,
spesso sull'asino, dall'altra parte i possidenti con una più vasta
estensione di terra, per lo più di estrazione cittadina, ma che risiedono
pressoché stabilmente in campagna nella loro proprietà.
(Da "Quella Fattoria di castello" di
Stefano Rossi, Gianluca
Biscini e Laura
Melosi, scaricabile dal sito alla sezione Scaricolibri) |