Castelnuovo  ieri    
Panorama
                                                  LA VIABILITA'
La Strada Maremmana, che era senza dubbio l'asse stradale più importante, nel Medioevo e nei primi secoli dell'età moderna, aveva la conformazione di una carrareccia sconnessa e praticamente inagibile in inverno per il fango e le buche che la coprivano. Possiamo quindi immaginare le condizioni in cui versavano tutti gli altri tracciati, più o meno antichi, che solcavano il territorio di Castelnuovo: strette mulattiere che si inerpicavano su per le colline e tra i boschi, infestate da animali selvatici, briganti e vagabondi. Tra queste, un percorso conosciuto fin da epoche molto antiche è la «via del Gabbro»; essa seguiva un tracciato abbastanza simile a quello attuale: si dipartiva dal castello e dopo aver attraversato il botro S. Giorgio giungeva a Cafaggio, e da qui a Cesari dove costeggiava l'antica chiesa di S. Martino. Proseguiva poi verso il botro Riardo dove esisteva un ponte ancor oggi visibile e da qui giungeva al Gabbro. Altre strade poi collegavano i diversi villaggi alla Strada Maremmana: una corrispondeva all'attuale via del Chiappino ed era chiamata Via Pisana; un'altra via incrociava la Via Pisana all'altezza della località «La Villetta» e si ricongiungeva alla Via Emilia all'altezza della località «Ciocconero», attraversando la zona denominata «Germano», da cui prendeva il nome. Altri tracciati collegavano Castelnuovo con i villaggi di Rosignano e Nibbiaia: la strada per quest'ultimo villaggio versava in pessime condizioni fino alla fine del XVIII secolo, tanto che spesso in inverno i contadini non riuscivano a raggiungere Castelnuovo neanche per seppellire i loro defunti.
(Da: "L'evoluzione socio-economica di un territorio rurale del contado pisano: da Camaiano a Castelnuovo della Misericordia (secoli X-XIX ) " di Alessandra Potenti)
L'isolamento venuto a determinarsi con il fatto di essere un territorio fortemente collinare e boscoso, ha notevolmente accentuato la situazione di suddivisione in attività agricole minime. L'asperità dei luoghi, ha di fatto mantenuto per decenni una rete viaria ancora a carattere di mulattiera e in gran parte in cattivo stato di manutenzione. Nel 1783 si rileva che la via di S.Antonio da Padova si protrae per alcuni chilometri oltre il borgo di Rosignano verso Castelnuovo e qui si ferma; mentre da quest'ultimo non risulta alcuna viabilità importante "verso Rosignano". Nel  1810 non esiste ancora alcuna strada definibile come tale, che colleghi direttamente Castelnuovo a Rosignano. Nel 1825
è risistemata la mulattiera che unisce Rosignano a Castelnuovo con la spesa di lire 1000(Da "Quella Fattoria di castello" di Stefano Rossi, Gianluca Biscini e Laura Melosi, scaricabile dal sito)
                      1943 - Problemi con servizi di trasporto


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