Castelnuovo  ieri
Interno della chiesa nella versione che ha preceduto l'attuale (1641) a Castelnuovo ieri

            LA «FABBRICA» DELLA CHIESA NUOVA
Intorno alla metà del XVII secolo il villaggio di Castelnuovo era ormai ampiamente cresciuto; non solo all'interno del castello, ma anche fuori dalle mura si erano sviluppati gli insediamenti umani: case, magazzini, stalle venivano continuamente costruite o ristrutturate per volontà della Misericordia a beneficio dei paesani. Di fronte a questo ingente sviluppo demografico e materiale, anche le strutture del culto dovevano essere ammodernate: dato che la chiesa di Castelvecchio era ormai completamente distrutta e quella di Castelnuovo era piccola e posta com'era all'interno del castello non aveva possibilità di essere ampliata, la Misericordia decise di avviare la «fabbrica» di una nuova chiesa fuori dalle mura castellane. La chiesa fu dedicata ai SS. Stefano e Giovanni Evangelista e gli ingegneri della Misericordia scelsero di erigerla in uno spazio aperto, posto proprio al centro del nascente paese; attorno ad essa nei decenni successivi continuarono a svilupparsi altre case, tanto da dare al borgo l'aspetto che ancora oggi conserva. Era il 22 novembre 1639: come ricorda una epigrafe nel muro della parrocchiale (vedi Castelnuovo oggi/Epigrafi), alla presenza dei Governatori fu posta la prima pietra del nuovo edificio religioso. Inoltre sui quaderni delle uscite della tenuta, si annotarono tutte le spese sostenute per la costruzione della chiesa e della canonica: accanto ai salari dei mastri muratori e degli artigiani, la Misericordia pagò le giornate di lavoro ai braccianti, ai lavoratori giornalieri ed alle donne che lavorarono a questa opera. Si trattò di scavare fosse per le fondamenta e di portare via la terra rimossa; successivamente i braccianti cominciarono a trasferire sul luogo della fabbrica le pietre, la calcina e l'acqua per l'erezione delle mura. Accanto ai mastri muratori lavoravano gli scalpellini, che dovevano «sbozzare» le pietre «di cantonata» e di facciata; questi personaggi non erano semplici braccianti, ma artigiani specializzati. Mentre i lavoratori giornalieri provenivano dai paesi vicini (Gabbro, Crespina, Colle Montanino, Orciano), i mastri erano tutti forestieri: tra gli scalpellini della fabbrica abbiamo Maestro Dionigi di Francesco da Cortona e Maestro Antonio Cionetti da Volterra. Tra i materiali da costruzione, i vetturali con i loro buoi o i cavalli portarono le pietre della vecchia pieve di Camaiano, che furono reimpiegate nella facciata e nelle cantonate...Un anno dopo, nel gennaio 1641 i lavori alla chiesa erano quasi ultimati poiché tra le uscite si annotarono le spese per numerose «fornaciate» di embrici e mezzane pagate al fornaciaio. Le indicazioni relative alla fabbrica dell'edificio terminano qui: dopo la fine dei lavori il rettore si trasferì nella nuova canonica che la Misericordia aveva fornito di mobili nuovi. Negli anni successivi abbiamo continue donazioni di oggetti di culto, abbigliamento per la liturgia e suppellettili per l'abitazione del parroco. In questi anni il rettore della parrocchiale era Andrea Grazi, che fu attivo a Castelnuovo da 1636 e fu quindi il sacerdote sotto la cui cura si svolsero i lavori di costruzione dell'edificio. Infine, il 9 maggio 1641, l'arcivescovo pisano Scipione Pannocchieschi consacrò la nuova chiesa dedicandola a Santo Stefano: venne cioè ripresa la titolazione della piccola cappella castellana.
.. L'esatta dedicazione della parrocchiale di Castelnuovo è S. Stefano (titolo appartenuto alla vecchia chiesa castellana) e S. Giovanni Evangelista (e non Battista, come erroneamente affermato in alcune pubblicazioni).  (Da: "L'evoluzione socio-economica di un territorio rurale del contado pisano: da Camaiano a Castelnuovo della Misericordia (secoli X-XIX ) " di Alessandra Potenti).
             12 luglio 1902 - Il sacerdote Caramelli chiede l'aumento della congrua.

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