LA «FABBRICA» DELLA CHIESA NUOVA
Intorno alla metà del XVII secolo il villaggio di Castelnuovo era ormai
ampiamente cresciuto; non solo all'interno del castello, ma anche fuori
dalle mura si erano sviluppati gli insediamenti umani: case, magazzini,
stalle venivano continuamente costruite o ristrutturate per volontà della
Misericordia a beneficio dei paesani. Di fronte a questo ingente sviluppo
demografico e materiale, anche le strutture del culto dovevano essere
ammodernate: dato che la chiesa di Castelvecchio era ormai completamente
distrutta e quella di Castelnuovo era piccola e posta com'era all'interno
del castello non aveva possibilità di essere ampliata, la Misericordia
decise di avviare la «fabbrica» di una nuova chiesa fuori dalle mura
castellane. La chiesa fu dedicata ai SS. Stefano e Giovanni Evangelista e
gli ingegneri della Misericordia scelsero di erigerla in uno spazio
aperto, posto proprio al centro del nascente paese; attorno ad essa nei
decenni successivi continuarono a svilupparsi altre case, tanto da dare al
borgo l'aspetto che ancora oggi conserva. Era il 22 novembre 1639: come
ricorda una epigrafe nel muro della parrocchiale (vedi Castelnuovo oggi/Epigrafi), alla presenza dei
Governatori fu posta la prima pietra del nuovo edificio religioso. Inoltre
sui quaderni delle uscite della tenuta, si annotarono tutte le spese
sostenute per la costruzione della chiesa e della canonica: accanto ai
salari dei mastri muratori e degli artigiani, la Misericordia pagò le
giornate di lavoro ai braccianti, ai lavoratori giornalieri ed alle donne
che lavorarono a questa opera. Si trattò di scavare fosse per le
fondamenta e di portare via la terra rimossa; successivamente i braccianti
cominciarono a trasferire sul luogo della fabbrica le pietre, la calcina e
l'acqua per l'erezione delle mura. Accanto ai mastri muratori lavoravano
gli scalpellini, che dovevano «sbozzare» le pietre «di cantonata» e di
facciata; questi personaggi non erano semplici braccianti, ma artigiani
specializzati. Mentre i lavoratori giornalieri provenivano dai paesi
vicini (Gabbro, Crespina, Colle Montanino, Orciano), i mastri erano tutti
forestieri: tra gli scalpellini della fabbrica abbiamo Maestro Dionigi di
Francesco da Cortona e Maestro Antonio Cionetti da Volterra. Tra i
materiali da costruzione, i vetturali con i loro buoi o i cavalli
portarono le pietre della vecchia pieve di Camaiano, che furono
reimpiegate nella facciata e nelle cantonate...Un anno dopo, nel gennaio
1641 i lavori alla chiesa erano quasi ultimati poiché tra le uscite si
annotarono le spese per numerose «fornaciate» di embrici e mezzane pagate
al fornaciaio. Le indicazioni relative alla fabbrica dell'edificio
terminano qui: dopo la fine dei lavori il rettore si trasferì nella nuova
canonica che la Misericordia aveva fornito di mobili nuovi. Negli anni
successivi abbiamo continue donazioni di oggetti di culto, abbigliamento
per la liturgia e suppellettili per l'abitazione del parroco. In questi
anni il rettore della parrocchiale era Andrea Grazi, che fu attivo a
Castelnuovo da 1636 e fu quindi il sacerdote sotto la cui cura si svolsero
i lavori di costruzione dell'edificio. Infine, il 9 maggio 1641,
l'arcivescovo pisano Scipione Pannocchieschi consacrò la nuova chiesa
dedicandola a Santo Stefano: venne cioè ripresa la titolazione della
piccola cappella castellana...
L'esatta
dedicazione della parrocchiale di Castelnuovo è S. Stefano
(titolo appartenuto alla vecchia chiesa castellana) e S.
Giovanni Evangelista (e non Battista, come erroneamente
affermato in alcune pubblicazioni).
(Da: "L'evoluzione socio-economica di un territorio rurale del contado
pisano: da Camaiano a Castelnuovo della Misericordia (secoli X-XIX ) " di
Alessandra Potenti).
12 luglio
1902 - Il sacerdote Caramelli chiede l'aumento della congrua.
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