Judo, 50 anni del
Kodokan nel segno di Renato Cantini
Cinquanta anni fa il maestro rosignanese Renato Cantini portava a Cecina il
judo con la fondazione della palestra Kodokan. Una palestra che ha visto in
questi anni il passaggio di numerosi atleti cha hanno conseguito
riconoscimenti a livello italiano ed internazionale. Una palestra premiata
dal Coni con la medaglia al valore sportivo riconoscimento importante e
prestigioso concesso a poche strutture italiane. Ma l’elemento principale
che nella palestra si è sempre respirato e messo al primo posto è la
disciplina ed il rispetto verso il maestro, i compagni e l’avversario.
Cantini, un educatore che con il suo impegno ha guidato e formato molti
giovani e che, grazie all’abnegazione per questo sport, anche nei momenti
meno favorevoli, ha saputo portare avanti una palestra importante e
prestigiosa che annovera nell’elenco dei suoi atleti anche la campionessa
olimpica Giulia Quintavalle. Tutto questo è stato espresso nelle parole
ricche d’emozione che il maestro Cantini ha detto, davanti a tutto il suo
team, durante la cena di chiusura dell’anno sportivo. Cena a cui ha
partecipato anche Giulia Quintavalle ed il marito Orazio, da qualche tempo
trasferiti in zona, i quali hanno collaborato nell’anno trascorso alla
preparazione degli atleti del reparto agonistico e che condivideranno da
settembre, assieme a Renato Cantini, un importante progetto a Cecina. Il
maestro Cantini ha voluto arricchire l’occasione con la consegna della
cintura bianca e rossa alla campionessa olimpica che ha raggiunto il sesto
dan di judo. La cena di chiusura dell’anno sportivo è stata seguita dalla
consueta manifestazione sportiva, venerdì 23 giugno, degli esami per il
passaggio di cintura.
28 Giugno
2017
Renato Cantini, maestro nel judo premiato e amato dagli allievi
All'istruttore, che ha appena compiuto 80 anni, è stato conferito l'ottavo
dan. Per l'occasione, fra i presenti, anche la sua ex allieva, la
campionessa Quintavalle.
In palestra da metà degli anni sessanta, Renato Cantini è oggi l'unica
cintura nera 8° dan di judo in Toscana. Più che un titolo di merito, è una
laurea, arrivata a ottant'anni compiuti da poco. Una piacevole coincidenza,
una notizia fantastica che ha scosso il mondo dello sport, pronto - dal
calcio alle altre arti marziali - a stringere la mano al maestro che, con
pazienza e competenza, stile e stiletto, ha formato decine di campioni e
centrato risultati già scolpiti nella storia. Uno su tutti: Giulia
Quintavalle, oro alle olimpiadi di Pechino 2008, che al Kodokan, la sua
palestra, lo ha celebrato non prima di avere letto a tutti la lettera
ufficiale firmata da Domenico Falcone, il presidente nazionale Fijlkam, la
federazione italiana del judo, lotta, karate e arti marziali. «Per me è un
risultato eccezionale - ha detto Cantini, commosso, in piedi sul quadrato di
combattimento insieme a ragazzi visti bambini e divenuti agonisti - perché
la qualifica è riconosciuta nel mondo intero e poi per la gioia di vedere
atleti che qui sono cresciuti e portano avanti il mio lavoro. Sono di
Rosignano, dove ho cominciato, aprendo a Cecina in viale Marconi la prima
palestra nel 1964. Mai finirò di ringraziare Italo Vinchesi, che subito
credette nel mio progetto, e i sindaci che nel tempo ho incontrato: al pari
dei cittadini, mi hanno accolto con gentilezza e garbo e sono stati sempre
affettuosi». «Alla fine, il Kodokan, che si trasferì prima in via Verdi
trovando un'altra sede storica e ora nel moderno palazzo in via Togliatti, è
stato la mia prima casa - va avanti Cantini - Certo, in quasi sessant'anni
ho formato tante cinture nere: Marco Tarchi, il compianto Michele Monti,
Giulia e le nuove generazioni. È stata un'esperienza meravigliosa, ho
cresciuto tanti bimbi con i quali sono diventato amico e confidente. Sono
sincero, non me lo aspettavo: la cena e la lettera del presidente sono stati
molto più di un regalo». Nel testo firmato da Falcone è scritto che «con
decisione "motu proprio" conferisco la cintura nera 8° dan quale
riconoscimento della pluridecennale e meritoria opera da te svolta in favore
del judo italiano e in considerazione delle tante e particolari benemerenze
acquisite attraverso il sempre costante, qualificato e prezioso impegno
dimostrato per lo sviluppo tecnico e la diffusione della nostra disciplina».
La prestigiosa qualifica, si legge ancora, rappresenta il più alto
riconoscimento sportivo e corona e onora la lunga militanza e dedizione al
judo italiano. Seguono i complimenti e la gratitudine per un percorso
professionale e umano che, in per una città di provincia, è davvero
straordinario. «Renato è stato insegnante, maestro, esaminatore - dice
Giulia Quintavalle, 6° dan - capace di distinguersi poiché insegnava bene la
tecnica e il suo judo era pulito. Senza dimenticare il carisma, la capacità
di entrare in sintonia con persone di età diverse e, quando era il caso, di
sdrammatizzare senza mai perdere di vista il problema». «Insomma - conclude
la campionessa che, nel 2008, a Pechino, regalò all'Italia uno splendido oro
olimpico, battendo in finale, con un limpido 11-1, l'olandese Gravenstijn -
Renato è uomo squadra, puntiglioso, bravo a scherzare mantenendo la
disciplina, anima del nostro sport». La campionessa Quintavalle in palestra
ha letto la lettera del presidente federale e parlato davanti a tutti. E,
proprio, seguendo i consigli di Renato, Giulia, ormai smessi i panni
dell'atleta, ha formato un altro gruppo di istruttori: Andrea Falso, Mara
Laici, Orazio D'Allura e suo fratello Manuel Quintavalle. Giulia, inoltre, è
consigliere tecnico nazionale del Coni e da Cantini ha imparato l'arte della
sfida. Insomma, una doppia occasione per festeggiare per il maestro Renato,
circondato dall'affetto e dalla stima dei suoi allievi. «Auguri di cuore,
caro maestro», gli hanno detto i suoi ragazzi. Lui ha sorriso felice. Una
storia non comune, la sua, in cui per una volta la vita si è aggiunta agli
anni e non solo gli anni alla vita.
Michele Falorni Il Tirreno 30/10/21 |