Don Emilio Vukich |
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Originario di Zara, dove
nasce l'11 agosto del 1934 in una una famiglia numerosa (sette
fratelli e una sorella) arriva a Livorno giovanissimo. Fa così l'esperienza del dover
lasciare la propria terra: di fronte all'aut aut di Tito, la sua
famiglia sceglie l'Italia e si trova a reinventarsi una nuova
vita in Toscana. Livornese si è sempre sentito, ma il legame
forte con la sua città d'origine è saltato fuori anche di
recente dopo un viaggio a ritroso, forse anche in cerca delle
proprie radici istriane. A Livorno studia come seminarista e viene ordinato prete nel 1961, uno degli
ultimi sotto monsignor Pangrazio, per poi ricevere i primi incarichi e
svolgere le prime attività apostoliche nel popolare e
difficile quartiere di Shangai. Riconoscimenti significativi gli
vengono dall’essere stato nominato
vice rettore del seminario diocesano e poi economo e contabile sempre
dell’istituto seminariale gestendo per anni il fondo che il
clero accantona come mutuo soccorso per i preti in difficoltà. E'
pievano al Gabbro dal 1965 al 1968, dove stringe, in pochi anni,
un rapporto indimenticabile con la comunità della frazione,
un periodo sereno, con i genitori che vivono con lui.
Tanto che al suo addio, i gabbrigiani in segno di riconoscenza
murano perfino il
portone della parrocchia, e
la cantante Nada, gabbrigiana doc in trionfo a Sanremo, lo ringrazia
pubblicamente di avergli insegnato a suonare. Ma dal nov. 1981, un segno indelebile lo lascia anche a Rosignano Solvay
dove è il primo parroco di Santa Croce. E' lui, don Emilio, a fondare la
parrocchia in una chiesa in lamiera che tanto ha fatto discutere.
Sempre meglio del fondo
commerciale usato fino ad allora in via Cairoli (quello dell'attuale
cartolibreria Calderini). E' lui
ad organizzare una ricca attività per i giovani, a farsi apprezzare per la
sua grande umanità ed il suo invidiabile rapporto col prossimo. E' a Santa
Croce quando ancora si è nella fase costruttiva, progettata da lui seguendola passo passo nella sua edificazione.
Don Emilio ottiene di cambiare il nome alla chiesa avviatata nel '67 col
nome di San Giuseppe, chiamandola Santa Croce inserita com’è nel
quartiere di Crocetta. Diventano così una cosa sola: la chiesa, il
quartiere, il sacerdote. Monsignor Ablondi ricordandolo al momento delle
esequie sottolinea proprio questa disponibilità apostolica di don
Emilio a «lasciare» per giungere altrove. Ma lasciava sempre dopo aver ben
operato. Di carattere schivo e riservato, come tutti quelli che sono nati in
montagna e la amano, ma con una grande dote, quella dell’ascolto e
dell’operosità. Nella fase di costruzione della chiesa vive praticamente in
una capanna vicino alla struttura che cresce e non si sottrae a nessuno dei
lavori pratici, anche i più umili. Ma è anche un uomo colto, desideroso di
conoscere, preparato come pochi negli studi teologici. La storia più
recente, è legata al suo ritorno a Livorno, negli ultimi anni della sua vita
si dedica anche al restauro ed al recupero delle opere d’arte nella chiesa
livornese di Santa Maria del Soccorso. Anche nel nuovo incarico
in cattedrale sa farsi apprezzare: un compito delicato, quello di
penitenziere. In pratica, un mandato fiduciario di
monsignor Ablondi per curare in particolare le confessioni: con la facoltà
di dare l'assoluzione anche per quei peccati gravi che ricadono
sotto la competenza esclusiva di un vescovo. Era stato lui a
chiedere un nuovo ruolo fisicamente meno gravoso, dopo che aveva
cominciato a sentire il peso dell'affaticamento: e comunque non
era venuto meno il legame tutto speciale con i suoi parrocchiani
per i quali si era speso senza risparmio nell'arco di un
ventennio. Con l'energia di gran lavoratore: magari in tuta per
andare a sistemare qualche pezzo dell'enorme edificio religioso,
il più grande della città, che gli era stato affidato come
arciprete. Muore a Livorno stroncato da un infarto il 13 ott.
2000 a soli 66 anni. Nel settembre 2006 si richiede formalmente
di dedicare a don Emilio la piazza della chiesa, una scelta
davvero indovinata. Dopo una completa ristrutturazione
il 9 settembre 2006 viene inaugurata la piazza dedicata a Don
Emilio Vukich
(foto a sinistra).
(I
volumi "Santa Croce
" e "Santa Croce per chiesa una baracca"
sono scaricabili dal
sito alla sezione Scaricolibri/Rosignano Solvay)
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