La Progeco sbarca
in Guinea
L’azienda rosignanese costruisce una grande «ship loader» Alta 32 metri,
pesa 500 tonnellate, caricherà la bauxite sulle navi. Da
metà ottobre in Guinea sarà possibile osservare un progetto realizzato dalla
Progeco di Rosignano. Si tratta di una “ship loader”, vale a dire di un
caricatore di bauxite in acciaio che, attraverso una serie di nastri
trasportatori, servirà per trasferire il materiale, estratto dalle miniere,
nella stiva delle navi. Le dimensioni sono imponenti.
«La Ship Loader è alta 32 metri e pesa circa 500 tonnellate - spiega Mario
Bottoni, presidente della Progeco, presentando il progetto, insieme al
figlio Massimo, vicepresidente della ditta, in una conferenza stampa
organizzata lunedì 24 settembre a Rosignano - È così grande che, mentre lo
costruivano, lo chiamavamo “il monumento”». Soltanto il braccio della
macchina, il pezzo più importante, ma anche più ingombrante, è lungo infatti
45 metri.
La storia del progetto. La Ship Loader è stata realizzata su commissione
del gruppo Sandvik, una multinazionale svedese, e, una volta installato in
Guinea, servirà per trasportare il materiale estratto dalle cave africane in
una fabbrica di alluminio di proprietà della società russa Rusal. «È un
traguardo importante per la nostra ditta - commenta Massimo Bottoni - La
Sandvik è per noi un cliente nuovo e prestigioso, che speriamo possa aprirci
la strada per altre collaborazioni con società del settore per la
realizzazione di ulteriori progetti». Non è da poco, inoltre, che una ditta
di Rosignano fondata nel 1979, sia riuscita in meno di trent’anni a
ampliarsi a livello internazionale, dando vita a strutture operative sia in
Romania che in Bulgaria, e diventando così competitiva da ottenere l’appalto
per la realizzazione di un progetto come la Ship Loader, per la costruzione
della quale si erano presentate ditte di nazionalità diverse. «È un progetto
importante, che ci ha dato grande soddisfazione e che ha richiesto da parte
nostra un notevole sforzo organizzativo».
I numeri. La commessa per la Ship Loader era di circa 2 milioni di euro. Il
lavoro è stato eseguito prevalentemente in Bulgaria e è stato montato sulla
banchina del porto di Varna (in Bulgaria), dove, sulle rive del lago, è
possibile avere spazi adeguati per ospitare progetti di grandi dimensioni.
«Sarebbe stato impossibile montare la Ship Loader nel porto di Livorno, non
avremmo avuto abbastanza spazio» spiega Mario Bottoni.
Inoltre molte delle 80 persone impegnate nel lavoro provenivano proprio da
Rosignano.
«Anche con la delocalizzazione dell’attività in Bulgaria, è stato possibile
mantenere alti standard qualitativi grazie all’utilizzo di personale
specializzato italiano che ha seguito costantemente i lavori».
I tempi. C’è voluto quasi un anno per completare la Ship Loader.
Dall’acquisizione dell’ordine da parte della Sandvik nell’agosto del 2006,
si è infatti arrivati al 21 settembre 2007, quando il lavoro è stato
ufficialmente consegnato. Il 27 settembre è previsto l’arrivo di una nave
che sarà incaricata del gravoso compito di trasportare l’imponente macchina
fino alla Guinea.
«Questo progetto che siamo stati in grado di realizzare e che abbiamo
ottenuto di eseguire, vincendo la concorrenza internazionale, testimonia
come la Progeco sia ormai capace di portare a termine lavori impegnativi.
Spesso gli abitanti del territorio ignorano l’esistenza a Rosignano, oltre
alla Solvay, di altre aziende con prodotti importanti e ambiziosi». Settembre
2007
Roberta Giaconi
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1 maggio 2022 È
morto a 78 anni l'imprenditore Mario Bottoni fondatore di Progeco.
Era caduto nel giardino di casa qualche tempo fa. Lascia la moglie e due
figli che ne continuano l'attività. Lutto nel mondo dell'imprenditoria a
Rosignano. È morto all'ospedale di Cecina, dove era stato ricoverato alcuni
giorni fa, Mario Bottoni, 78 anni, fondatore della Progeco. Le sue
condizioni di salute si sono aggravate dopo una caduta accidentale avvenuta
nel giardino di casa e una serie di conseguenze legate all'infortunio. I
genitori di Mario avevano aperto negli anni '60 la tabaccheria tutt'ora
esistente in piazza Monte alla Rena. Più tardi il padre ex tornitore in
Solvay aveva iniziato una attivita meccanica in via della Villana e Mario
diplomato aveva aperto uno studio di progettazione. Con il ritiro del padre
Mario aveva preso la gestione della nascitura Progeco alle Morelline.
L'imprenditore alcuni anni fa, nel 2010, era stato colpito da un ictus che
lo aveva reso invalido, su una sedia a rotelle. Ma questo non gli aveva
impedito di continuare a stare vicino alla famiglia e a occuparsi dei suoi
interessi anche se era stato costretto progressivamente a
lasciare l'azienda, la Progeco Sistemi, attiva nel settore della
metalmeccanica e della componentistica industriale, che aveva fondato
intorno al 1979 a Rosignano. Dopo un inizio come azienda a conduzione
familiare il cammino industriale di Progeco su scala internazionale era
cresciuto. Tanti i contatti nel mondo industriale realizzati dal gruppo, che
all'inizio del 2003 contava 364 dipendenti, dei quali 104 nelle tre sedi
italiane di Rosignano, Firenze e San Donato Milanese. l settori in cui
Bottoni lavorava spaziavano da quello dell'ingegneria a quello aerospaziale,
da quello dell'energia a quello
meccanico e petrolchimico. Un uomo dal mille interessi costretto poi a
rivedere le sue abitudini ormai da una decina d'anni, proprio a causa dei
problemi di salute. Nel corso degli anni Bottoni era riuscito a stare vicino
anche al mondo dello sport. Con la sua azienda aveva sponsorizzato società
di pallavolo e tennis tavolo. Nel 1998 era stato insignito dal Presidente
della Repubblica dell'onorificenza di ufficiale. Legato alla famiglia, è
riuscito a trasmettere ai due figli gli stessi interessi inserendoli nel
mondo del lavoro e nello stesso settore dove lui aveva mosso i primi passi.
La notizia della morte dell'imprenditore in pensione ha suscitato cordoglio
in quanti lo conoscevano. Bottoni lascia la moglie Maura Biasci e i figli
Massimo e Marco che lavorano, con aziende proprie, nello stesso settore in
cui il padre aveva fatto fortuna. «Purtroppo mio padre, dopo una caduta
accidentale dalla carrozzina, è andato incontro a una serie di complicanze.
Poi ha avuto anche il Covid. Pur essendo diventato negativo al virus,
essendo una persona fragile, non è riuscito a riprendersi», racconta il
figlio Massimo. Ieri nel primo pomeriggio i parenti più stretti hanno dato
l'ultimo saluto al 78enne prima della cremazione. ln tanti in queste ore
sono stati vicini alla famiglia colpita dall'improvviso lutto.
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