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5 Febbraio 1974 - Dalle Spiagge bianche il prof. Stiavetti da chimico, vede in aria una colonna di color giallo-verde dietro i serbatoi del Cracking accanto a quella bianca di vapore e scatta la sua Nikkormat rendendosi conto che si tratta di una fuga di cloro importante.  L'incidente infatti sarà assai grave, fortunatamente non più uguagliato.

  Alle 15.00 del 5 febbraio all’Aniene si verifica una fuga di gas dall’impianto di produzione del cloro: una densa nube di gas tossico, di colore giallo-nerastro, inizia a sprigionarsi in vicinanza della “Sala 3” dell’impianto di Elettrolisi, assumendo grosse proporzioni. Mentre l’allarme risuona in tutto lo stabilimento, le diverse centinaia di operai che stanno lavorando in quel settore cercano di mettersi in salvo. Coloro che si trovavano all’interno della Sala dell’impianto interessato dall’esplosione, per fuggire devono attraversare la nube di cloro. Le ambulanze trasportano all’Ospedale quattordici intossicati, ma per uno di essi, il 59nne  Giuseppe Cantini, che si era trovato nell'ascensore della sala, non c'è più niente da fare. L’esplosione ha interessato una tubazione della rete di alta pressione dell'impianto di produzione del cloro. I successivi accertamenti appurano che era saltato un disco di frattura prestabilita del diametro di circa 30 cm., causando la fuoriuscita di cloro puro giallastro e di una parte di grafite, al quale si doveva il colore nerastro della nube.
(Da: "90 anni di movimento sindacale alla Solvay di Rosignano" di G.Paolini scaricabile dalla sezione Scaricolibri del sito)