Addio al vecchio fico
- Abbattuta la pianta secolare
alla torre faro
Era una pianta rigogliosa, che dava due volte all’anno frutti
neri grossi e saporiti: prima a luglio e poi di dimensione più
ridotta a settembre. Si tratta della grande pianta di fico che
aveva le sue radici all’interno del giardino della torre faro
vadese, a pochi centimetri dal trecentesco muro di recinzione. In
tanti lo conoscevano bene, avendone assaggiato i frutti. C’è chi
dice che fosse nato in modo spontaneo, come d’altronde nascono
questa sorta di piante che vivono anche in ambienti aspri come i
tetti e i campanili. E c’è chi dice addirittura che fu piantato da
Canapone, granduca di Toscana, durante un soggiorno alla sua casa
di caccia, posta a fianco della chiesa. Se così fosse, esso oggi
avrebbe avuto la vetusta età di circa 150 anni. Dalle voci che
corrono, pare che non causasse fastidi, tranne che per la perdita
di foglie nel periodo autunnale. I vecchi pescatori lo ricordano
con nostalgia, in quanto da bambini e poi da adulti coglievano e
mangiavano i suoi frutti. C’era persino chi ci aveva fatto
barattoli di marmellata. In questi ultimi anni i vadesi
trascuravano la raccolta dei fichi ed allora ci pensavano glòi
extracomunitari, marocchini e senegalesi, che prima di recarsi
lungo la spiaggia a vendere, posavano i loro sacchi di mercanzia e
approfittavano dei frutti di questo fico per riempire lo stomaco.
Ora il fico non c’è più, è stato portato a Scapigliato. Il tempo
purtroppo cancella i ricordi e nella memoria dei vecchi vadesi la
scomparsa di queste piante appare come una tassa da pagare al
progresso. Chi non ricorda con nostalgia gli otto platani
centenari con la fontana, sacrificati per costruire la bella
rotatoria del centro del paese? Chi non ricorda le due porte ad
arco, poste all’ingresso di via Sottoborghi? E le catene di
Garibaldi con la fonte centrale? Ed ora il fico. Tutti sacrificati
al progresso, ad un ordine civile cosiddetto più armonico. L.D.
(Da: " Il Tirreno"
del 9-7-2006) |