Addio a
Vinicio del “Sorpasso” storico balneare
Titolare di uno dei primi e più famosi bagni
della costa è morto a 88 anni. Fu protagonista
della “Razza dei Caini”
Gli ospiti di Castiglioncello Cronache |
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Da "Il Tirreno" del 03-12-2015 di Maria Meini | |
Addio a
Vinicio del “Sorpasso” storico balneare |
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Vinicio Pruneti
lascia la moglie
Vania Ferrini e
il figlio
Alessandro, che
gli è subentrato
alla guida dello
stabilimento
balneare,
sposato con
Annalisa e padre
di Alessandro
jr. È morto
martedì primo
dicembre per un
improvviso
malore un altro
degli storici
leoni
castiglioncellesi.
È stato uno dei
primi gestori di
stabilimenti
balneari,
Vinicio Pruneti,
dopo la classica
gavetta appena
ragazzo come
bagnino ai bagni
Ausonia: il suo
regno era il
bagno di Villa
Celestina,
aperto più di 70
anni fa. Per
tutti “da
Vinicio”. Classe
1927 (avrebbe
compiuto 88 anni
fra 20 giorni)
era della tempra
del Pipi, del
Tafi, altri
“marinai” di
ferro e di
salmastro della
Perla del
Tirreno. Era
rimasto
l’ultimo,
Vinicio.
Protagonista
come i suoi
amici e coetanei
delle
pubblicazioni di
Claudio Castaldi
e Giorgio
Marianelli e di
Alberto Lami sui
tipi
castiglioncellesi:
“La razza dei
Caini” e ancora
“Dal tempo degli
Etruschi al
tempo dei
Caini”. Una
figura storica
di
Castiglioncello,
anche se Vinicio
Pruneti era
cecinese e a
Cecina aveva
continuato a
vivere insieme
alla famiglia.
Ma
Castiglioncello
ce l’aveva nel
sangue, era lì
che pulsavano le
sue giornate, la
sua attività,
gli amici.
Tanti, come
tanti sono gli
aneddoti che lo
ricordano nei
libri e nelle
memorie dei
cantori della
Perla.
Pescatore,
appassionato di
caccia, di cani
e di auto,
Vinicio Pruneti
è stato l’unico
tra le tante
comparse
reclutate da
Dino Risi a
Castiglioncello
per il Sorpasso,
nell’estate del
1961, a recitare
mantenendo il
suo nome e la
sua voce,
pronunciando la
battuta “Di chi
è il caffè
freddo?”,
rivolto a
Trintignant e la
Spaak sdraiati
sulla spiaggia.
Quel film,
che ha fatto la
storia d’Italia
oltre che di
Castiglioncello,
gli era rimasto
nel cuore,
appiccicato come
un marchio Doc
per chi lo
conosceva e lo
frequentava.
«Vinicio è stato
sicuramente un
grande
personaggio e
una grande
persona - lo
ricorda con
affetto Alberto
Lami, pittore e
poeta della
Perla -: il suo
bagno era il
bagno di
Vinicio, così si
diceva tra
amici. A quel
bagno andavano
anche i conti
Pasquini e per
un paio d’anni
ci hanno portato
il re di Spagna,
allora ragazzo,
che Vinicio
accompagnava in
patino a fare il
bagno». Quanti
ricordi emergono
dalle memorie di
Lami. I più
simpatici già
affidati alle
stampe “sui
Caini”. Lami ha
dedicato
all’amico
Vinicio una
poesia in
vernacolo sul
caffè da “600
chilometri”. Un
caffè bevuto in
piazza di
Spagna.
«Decisero una
sera al bar
Ginori di andare
a bere il caffè
a Roma -
racconta -:
Vinicio aveva la
macchina;
sembrava uno
scherzo e invece
ci andarono
davvero, e la
mattina dopo lui
doveva sposarsi
a Montenero.
Così fece tutto
in una notte,
Castiglioncello
- Roma andata e
ritorno. Era
così
simpatico... Una
persona molto
amata, affabile.
Ci mancherà».
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