Gli ospiti di Castiglioncello  Cronache


Da "Il Tirreno" del  9-07-2001 di  St. B.

Miramare, un hotel al centro della storia.  Agosto '44: Churchill e Clark s'incontrano a Castiglioncello
Inaugurato nel 1912, ebbe subito ospiti illustri come Pella e Pirandello.  Feste e balli, poi il buio della guerra

Un grande tavolo apparecchiato in giardino. Attorno, il premier britannico Winston Churchill, il comandante della Quinta Armata Usa generale Clark, alcuni ufficiali. Era il 19 agosto 1944 e l'Hotel Miramare di Castiglioncello, divenne suo malgrado, dopo gli sgraditi ospiti tedeschi, il teatro di un incontro ad alto livello per decidere il futuro svolgimento della guerra di liberazione nella Penisola. Pochi mesi prima, l'8 settembre del 1943, fu invece teatro di una «Pearl Harbor» in miniatura. Il racconto è di Marisa, memoria storica della famiglia Monti (ma l'età proprio non la vuole svelare perché, dice, «gli anni sono troppi») che dal 1912 gestisce questo notissimo albergo rosso-mattone posto proprio all'inizio della grande pineta e affacciato sul porticciolo della «perla del Mediterraneo». «Subito dopo la caduta del fascismo e la dichiarazione d'armistizio nei confronti delle truppe alleate del generale Badoglio - racconta - le navi tedesche cominciarono a sparare contro due unità italiane affondandole entrambe: la prima a Punta Righini, vicino all'ex villa di Alberto Sordi; l'altra proprio qui davanti. I marinai si gettarono in mare e mio padre ne salvo tantissimi, ospitandoli poi in albergo». Ma è tutto il Miramare, ora guidato da Marco, 26 anni, ultimo discendente della dinastia, a trasudare storia e vicende che affondano le radici fino all'inizio del secolo scorso. «Mio padre Romolo perse entrambi i genitori quando aveva appena due anni e mezzo. Una zia lo prese con sé, ma lui, quando compì 18 anni, decise di partire per l'Argentina. Ci rimase per 12 anni fino a quando venne a trascorrere un periodo di riposo a Montecatini Terme. Conobbe una donna, Gina, ma i genitori di quest'ultima non la lasciarono partire e lui tornò in Argentina dove possedeva dei terreni che decise di vendere. Una volta tornato, si sposò e, grazie alla notevole disponibilità economica, comprò l'area dove poi costruì l'albergo, inaugurato nel 1912». E fu subito un grande successo, con molte personalità dell'epoca che iniziarono a frequentarlo. Marisa ricorda ad esempio, il presidente del consiglio Pella, il ministro Bottai, Pirandello. Ma ci si fermò per un anno intero anche l'ingegnere Jean Sané insieme alla madre, che era una Solvay, molto prima però che venisse costruito lo stabilimento di Rosignano. E un anno intero, era il 1917, ci rimase con la famiglia anche un principe russo scampato alla rivoluzione «Non era certo come ora - racconta ancora Marisa - queste persone arrivavano infatti alla stazione cariche di bauli e rimanevano per mesi e mesi. Molti clienti venivano da Firenze e Roma ed il clima era quello della «Belle époque», con feste e balli dove era obbligatorio lo smoking e il vestito da sera». Un mondo molto diverso e piacevole quindi, ma l'incantesimo finì con lo scoppio della guerra e, in particolare, con i primi bombardamenti alleati del 1943. La famiglia Monti, come tutti, fu costretta a sfollare e il Miramare divenne un punto di riferimento per i militari, fino a quando, con la pace e con molta fatica («I tedeschi fecero danni gravissimi e solo per caso non riuscirono a bruciare l'edificio», ricorda Marisa, che ha consolidato la sua esistenza di «tre stelle» preferito dallo scrittore Giovanni Papini e da giornalisti e politici del calibro di Giovanni Spadolini.

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