Castiglioncello ieri      

Anni '50 - Golfo dell'Ausonia. La barca indicata dalla freccia è la 'Issia' di Bruno Caracciolo di villa 'S.Lucia' La barca con la freccia è la 'Issia' di Bruno Caracciolo. Sullo sfondo lo stabilimento Solvay Anni '50 - Ferragosto benedizione barche da parte di don Carlo Gradi fino al 1957, anno della sua morte. 1935 1936 1947 1953 C'è ancora la spiaggia Anni '50 - La nave sembra affondata nel golfo dell'Ausonia. Si cercano notizie su questo fatto 1966 1966 Anni '60 Anni '60 Anni '60 Anni '60 Anni '70 Anni '70 Anni '70 Anni '70 Anni '70
 
Il golfo dell'Ausonia (Arch. Caracciolo Turner e Alessandro Ercoli)
1932 - Richiesta di allontanare i pescatori, costruire cabine, ancoraggio barche, pulizia spiaggia.

              18 marzo 1932 - Ill.mo Sig. Podestà di Rosignano Marittimo.
Il sottoscritto Donati Ausonio fa ossequiosa istansa alla Sig.a Vos.a Ill.ma affinchè gli venga concesso il permesso di collocare in località del Porto un piccolo casotto di legno di m.2,50 largo e m. 2 alto, si capisce estetico, per uso ricovero attrezzi da pesca a fianco alla caldaia dove si fa la tinta per le reti, di proprietà Comunale. Fiducioso della sua concessione. Distinti saluti.                          Ausonio Donati     

 
         30 Giugno 1955 - Castiglioncello per la sicurezza dei bagnanti
Nella rotonda del bagno Ausonia si sono riuniti i proprietari e i direttori dei 19 stabilimenti balneari che si estendono lungo la ridente costa toscana dal Quercetano a Rosignano Solvay. Erano con loro i propri bagnini di salvataggio, anziani o appena diplomati. Erano stati convocati dalla Società Nazionale di Salvamento, presieduta dall'ammiraglio Mario Bonetti, che com'è noto rilascia diplomi per l'esercizio della professione di bagnino di salvataggio, per ascoltare l'ispettore tecnico prof. Rodolfo Passserini in una conversazione aggiornativa dei sistemi di salvataggio, con particolare applicazione alle caratteristiche locali della zona, della costa, dei fondali, delle correnti. La parte pratica si è conclusa con i moderni sistemi di respirazione artificiale e con una brillante esercitazione di lancio del salvagente, alla quale hanno partecipato tutti i bagni presenti. Mario Bartoletti e Benito Giuntini, hanno lanciato con precisione e velocità oltre i 15 m il prescritto salvagente munito di 30 m di sagola, del peso di cinque chili e mezzo. Un vero "exploit" atletico! E' ben fatto che questa prova sia compresa fra quelle prescritte per il diploma. Si è parlato anche dalla partecipazione ai prossimi Campionati Italiani di Salvamento di Trieste ai quali, già negli anni passati i nuotatori e salvatori di questa costa, ottennero un'ottima affermazione. Alla utile e interessante riunione a cui ha presenziato numeroso pubblico, che non si stancava di esternare il suo appezzamento per quanto la Società di Salvamento, si adopera per una sempre maggiore sicurezza dei bagnanti, presenziava nel Delegato di Spiaggia e comandante del Nucleo della Guardia di Finanza, maresciallo Romano, con il comandante della stazione dei carabinieri e della pubblica sicurezza. (La Nazione)
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26 agosto 1959 - Un progetto che rovinerebbe la più bella spiaggia di Castiglioncello;
Se venisse costruito il molo diga per trasformare «Bagnetti» in un porticciolo, verrebbe meno al paese la migliore risorsa balneare.

Habent sua fata anche le spiagge e le stazioni balneari, che sono tanta parte della vita economica, igienica e turistica italiana. Rare sono quelle che riescono a svilupparsi senza perdere il loro carattere originario, a farsi sempre più accoglienti senza diventare volgarmente mondane. Fra le innumerevoli località balneari della costa tirrenica a sud di Livorno, ha acquistato una simpatica rinomanza Castiglioncello: fu scoperta nell'ultimo trentennio dell'Ottocento da pittori e scrittori geniali. Poi cominciò ad attirare colonie dl bagnanti sempre più numerose dalla Toscana e da Roma, popolando di villini e di alberghi la sua bella pineta; ebbe il suo maggiore sviluppo fra le due guerre, sempre conservando il suo carattere di distinzione, respingendo forme chiassose di pubblicità e contenendo nella giusta misura l'invasione turistica e mondana. La verde penisoletta, spingendosi nel mare sfrutta e perpetue brezze marine ed offre ai bagnanti alcuni brevi tratti di spiaggia, metà arenili, metà scogliere, del quali il tratto più ricercato, più comodo, è quello chiamato per antonomasia
«Bagnetti»; una piccola mezzaluna sabbiosa lungo la quale al svolge la fila delle cabine: uno dei migliori impianti del genere. Preziosa spiaggia e già appena oggi sufficiente alle crescenti richieste della clientela balneare composta di famiglie distinte e generalmente ben provviste di prole; che vanno in cerca pertanto di tranquillità, sicurezza e onesta comodità, così come da decenni viene loro offerto da Castiglioncello. Ma oggi questa spiaggia è minacciata e con essa la vita stessa del Paese.
C'è il progetto, pare, di colmare e rafforzare la piccola scogliera, forse residuo d'un moletto etrusco, che protegge i
«Bagnetti» contro la furia del libeccio senza impedire il salutare ricambio delle acque né alterare il naturale aspetto della piccola cala lunata. Si tenderebbe, con la costruzione d'un vero molo, a trasformare la cala in un porticciolo per comodità delle imbarcazioni da diporto, a vela e specialmente - da qualche tempo - a motore, il cui numero va crescendo in modo allarmante.
Un'idea da riprendere
Già oggi i bagnanti, specialmente ragazzi e bambini, inciampano nelle ancore e nelle corde, devono inghiottire nafta e residuati della combustione dei motori e compiere talora vere acrobazie per sottrarsi al pericolo delle eliche e agli investimenti. Se si realizzasse il progetto del molo, i diritti dei bagnanti verrebbero deflnitivamente sacriflcati, con l'inevitabile crisi dell'intera colonia balneare estiva. Mentre già si delinea il problema della relativa ristrettezza del tratti sabbiosi dei litorale castiglioncellese in proporzione del crescente numero dei bagnanti, con la trasformazione dei «Bagnetti
» in un vero porto si verrebbe a togliere al paese la migliore se non
unica risorsa balneare, snaturandone il carattere, perché è certo che l'immensa maggioranza dei frequentatori viene a Castiglioncello per godere della spiaggia e del bagno, mentre l'uso di imbarcazioni (specie a motore) è solo un sovrappiù e riguarda un numero ristrettissimo di persone.
Né con questo si vuol negare ai possessori di motoscafl o di velieri e ai pescatori dilettanti (si noti che la zona non è affatto pescosa) il diritto di chiedere la costruzione d'un piccolo porto sportivo in questi paraggi. Anni addietro si era studiata (pare con la spesa iniziale di un milione e mezzo rimasta inutilizzata la possibilità di creare un piccolo porto-rifugio nella prossima località detta Portovecchio: è un'idea da riprendere ove si voglia risolvere la questione conciliando le richieste del proprietari di natanti coi diritti tradizionali della colonia balneare; ma il
riempire di brutti massi, come si era cominciato a fare la diga naturale dei
«Bagnetti
»,  mentre non raggiungerebbe lo scopo di assicurare una degna e comoda sede alle imbarcazioni, distruggerebbe senz'altro la zona balneare sulla quale si basa la tradizionale fortuna di Castiglioncello, renderebbe vano lo sforzo di chi ha creato l'ottima attrezzatura delle cabine, provocherebbe la fuga di centinaia di famiglie, sarebbe press'a poco, la finis Castiglioncelli , e tutto ciò senza una vera ragione plausibile, per la tendenza a risolvere i problemi nel
modo più semplicistico, senza calcolare le fatali conseguenze. La questione è interessante anche perché rientra nel metodo comunemente invalso di creare il fatto compiuto trascurando obiezioni ed evitando discussioni. I primi tentativi di rafforzare la diga sono stati fatti col benestare della Capitaneria di porto di Livorno.
L'unica soluzione
In un paese come il nostro, dove non si può costruire una baracca senza il consenso di dieci o dodici uflici comunali, provinciali e ministeriali, è dunque lecito alterare la fisionomia d'una spiaggia e trasformarne l'uso, di punto in bianco,saltando sopra i pareri, i consensi e gli interessi di un'intera popolazione?
Ammettiamo volentieri che l'iniziativa del molo sia stata presa in piena buona-fede, con l'illusione anzi di giovare al paese, perché in realtà l'esistenza d'un piccolo`porto-rifugio in questo scoperto tratto della costa sarebbe assai utile; ma non est hic locus. La destinazione della cala dei
«Bagnetti
» a spiaggia balneare è l'unica possibile; già oggi si e creato, purtroppo, come abbiamo detto, un regime ibrido e che può diventare pericoloso e richiede una
più severa regolamentazione: la costruzione del molo-diga lo aggraverebbe, invece, in modo disastroso.
Le autorità competenti e le associazioni interessate devono riprendere in esame il problema con larghezza di idee, tenendo conto tutti gli elementi tecnici ed economici. Soluzioni empiriche e affrettate sono da sconsigliare quando ne va di mezzo l'interesse di una delle più piacevoli località balneari del Tirreno, in pieno sviluppo turistico, assicurato dall'amenità del luogo e dall'ingegnoso e signorile organizzazione recettiva. L'opera di alcuni decenni
potrebbe andare presto perduta, a vantaggio di altre località concorrenti pur meno ricche di bellezze naturali e di belle tradizioni.     V.A.  
(Corriere della Sera)

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